“La musica non è libera perché è sempre più business. Come sto? Non sono sereno, ma i sogni e i progetti mi aiutano molto”: così Cesare Cremonini
- Postato il 21 novembre 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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È uscito stanotte “CremoniniLIVE25”, il triplo album dal vivo testimonianza dell’ultimo tour di Cesare Cremonini in 13 stadi italiani, lanciato dal singolo “Ragazze Facili“, dove nei cori c’è l’amica Elisa. In tracklist non mancano le collaborazioni come quella con Elisa in “Aurore Boreali”, Luca Carboni con “San Luca” e “Mare Mare”, Jovanotti, per la prima volta in duetto con “Mondo” e in “L’Ombelico del mondo”. Abbiamo incontrato il cantautore nel backstage prima dell’incontro alla Milano Music Week, moderato da Andrea Scanzi, al Piccolo Teatro di Milano.
“Al di là di quanti dischi vendi, al netto che con il disco live, non è che fai la storia della musica, – ha affermato poi parlando del progetto discografico dal vivo – però è una testimonianza che poi nel tempo ti rimane. Questa è una cosa fatta bene e quindi abbiamo curato tanto il progetto. È un live che offre riflessioni soprattutto nel contesto musicale italiano che abbiamo. Ci sono tante collaborazioni, ci sono parallelismi tra i brani che suono live e quelli incisi in studio”
Parlando del nuovo disco di Jovanotti hai scritto: “Non me ne importa niente dell’orecchiabilità e di quelli che ti dicono è questione di gusti”. Cosa intendevi?
A me la parola gusti non piace, mi ricorda il gelato… Quando ero piccolo prendevo il gusto puffo, ma non mi sembra che la musica possa essere veramente del tutto decifrata attraverso l’idea del ‘de gustibus’. Poi, per cairtà, il de gustibus è legittimo, ma anche ciò che non è di tuo gusto perché magari ha un linguaggio che tu non stai apprezzando culturalmente anche magari per ragioni anagrafiche.
Però è una affermazione forte questa, non credi?
È incompleto scrivere la musica soltanto per il gusto, è un fattore importante, ma non è completo perché la musica ha un linguaggio. Non possiamo dire che la lingua tedesca non sia degna solo perché a noi non piace. Quello che volevo dire è che ciò che ho scritto è un omaggio alla libertà perché la musica è molto di più. La musica non è libera.
Perché?
Perché è sempre più business. La fruizione della musica ha imposto moltissimi modelli e la mia generazione è quella di Lorenzo (Jovanotti, ndr), artisti che hanno la fortuna di avere uno status. È venuto il momento nel quale chi ha avuto le fortune che abbiamo avuto noi, offra soprattutto la libertà di fare dischi seguendo il piacere personale… Facendo scoperte, lanciare sfide anche personali come ad esempio suonare il sax sul palco con Luca Carboni per “Mare Mare”.
Lo stato di salute della musica è positivo?
Il cerchio si è chiuso. La parola business e musica sono uniti in una maniera secondo me esageratamente connessa. È una slot machine che premia la discografia del punto di vista sicuramente economico, ma che va, secondo me, nelle responsabilità delle scelte personali che noi dobbiamo fare ogni giorno. Siamo liberi di poterle fare, ma va ricordato esiste anche il percorso umano oltre che artistico.
Qual è il tuo stato d’animo attuale?
Di base non sono sereno. Ho una perenne insoddisfazione verso me stesso, ma il sogno e la musica riescono a farmi ricucire qualcosa dentro ed è per questo che mi piace pensare sempre a nuovi progetti. Anche i nuovi concerti che farò nel 2026 mi stimolano molto con la sfida di fare delle cose che non ho mai fatto, proprio com’è accuduta nell’ultimo concerto live.
I prossimi impegni live sono i 4 grandi eventi: il Circo Massimo di Roma (6 giugno), l’Ippodromo SNAI La Maura di Milano (10 giugno), l’Autodromo di Imola Enzo e Dino Ferrari – Music Park Arena (13 giugno), la Visarno Arena di Firenze (17 giugno).
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