“La musica? È come un film. Quando in una canzone gli artisti parlano contro le donne o dicono di ammazzare, è tutto un po’ metaforico”: parla Sick Luke
- Postato il 5 settembre 2025
- Musica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Immerso nella musica e nella famiglia. Sick Luke (Luca Antonio Barker all’anagrafe), a distanza di tre anni dalla pubblicazione di “X2”, è tornato con un nuovo album. Con “Dopamina”, questo il titolo del disco, il produttore ha riunito buona parte della nostra scena urban e pop. Da alcuni degli storici membri della Dark Polo Gang, Tony Effe e Side Baby, a Lazza, Rose Villain, Blanco e Alfa. Nella tracklist, sono presenti anche dei promettenti emergenti come Sayf, Ele A e Piccolo dei Bnkr44, collettivo che, a Sanremo 2024, si è piazzato ventottesimo nella classifica finale.
“Ogni Sbaglio” (feat. Blanco, Simba La Rue) è la prima traccia del progetto di Sick Luke. Il ritornello di Blanco ricorda molto quello di “Brividi”, brano che gli ha fatto vincere Sanremo 2022 assieme a Mahmood. “Money Machine” (Lazza, Tony Effe) è un efficace banger che entra subito in testa mentre, in “Keanu Reeves”, Tedua è tornato – finalmente – a rappare. “Da quando ci sei tu” è un’aperta lettera d’amore di Alfa al figlio di Sick Luke, Teseo. “Questa canzone l’ha scritta Alfa però è come se fossi io che parli”, ha commentato il producer. Alfa ci ha messo la voce, mentre Sick Luke la base.
“Testa o Croce” di Sayf è uno dei brani più impattanti dell’album. Le barre e le metriche del giovane artista ligure toccano tematiche sociali (anche) con un linguaggio che non cerca compromessi. “Tony, ti amo. Tony, ti voglio”, dicono delle oramai onnipresenti voci femminili (vedi “Chiara” di Tony Effe e “MNGSNT” di Sfera Ebbasta e Shiva) in “Le Donne” di Tony Effe. “Quanto piaccio alle donne, alle mamme, alle figlie, alle nonne, ai gay, a tua moglie, ai trans, alle guardie”, dice, poi, il rapper in una traccia che sembra essere “filler”, riempitiva. E che, quasi certamente, spopolerà su TikTok.
“Su e Giù” presenta un beat ben prodotto in cui spiccano la chitarra acustica e l’elettrica, che si fondono con la voce di Piccolo. In “Amami X Chi Sono”, la produzione di Sick Luke apparecchia le rappate “mumbling” (sbiascicate ed appositamente contorte) di Glocky. Il disco si chiude con la tredicesima traccia, in cui Sick Luke duetta con suo padre, il rapper romano Duke Montana. Un pezzo “tenero” in cui i due – ora entrambi genitori – raccontano alcuni momenti padre-figlio, con gli scratch del producer in cui dice “La mia famiglia vale più di ogni disco di platino” e, con il piccolo Teseo, che ripete il nome d’arte del papà. Sick Luke, a FQMagazine, ha approfondito la genesi del suo ultimo disco raccontandoci, inoltre, come sta affrontando i primi anni da genitore.
In “Da quando ci sei tu” Alfa fa riferimento ad “un mondo distratto, dov’è tutto d’impatto, dove l’attenzione la cerchiamo tutti”. Come si possono evitare le distrazioni?
Innanzitutto mettendo un po’ via il telefono, che è la distrazione maggiore che abbiamo tutti noi. Ad esempio, quando sono in aeroporto la prima cosa che faccio è alzare la testa e mi accorgo che tutti stanno sullo schermo. Pensare a me stesso ed alla famiglia mi aiuta a non distrarmi. È importante avere anche una routine dove, nel mio caso, sto con la famiglia, vado in studio e mi alleno. Essere organizzati aiuta.
Sayf in “Testa o Croce” rappa: “Ha un figlio ritardato, cosa c***o gliene fotte della guerra e la politica”. Una frase che potrebbe creare e alimentare polemiche, cosa si intende dire in questo caso?
Se uno ha un figlio con dei problemi, la guerra non lo tocca proprio perché sta pensando alle difficoltà di suo figlio. Un po’ come quando sul telegiornale mettono tutti quei problemi di cui a noi non ce ne frega veramente niente. Le difficoltà vere stanno anche in Italia e, magari, in tv parlano delle problematiche di un altro Paese. Penso intendesse questo.
Il termine “ritardato” potrebbe essere percepito come offensivo.
La musica è come un film. Quando in una canzone gli artisti parlano, magari, contro le donne o dicono di ammazzare persone è tutto un po’ metaforico, un po’ come nei film.
L’arrivo di tuo figlio Teseo ha cambiato la tua vita e, forse, anche il tuo approccio alla musica. Come stai vivendo questa nuova fase?
Sono rinato, inizio a guardare le cose in modo diverso. Sono più attento adesso, ho meno distrazioni e sono molto più concentrato. Qualsiasi cosa che faccio adesso è per lui.
Qual è l’insegnamento più importante che gli trasmetteresti?
Di fare quello che lo fa star bene e di non pensare ai pareri delle altre persone. Di non farsi influenzare dalla negatività e di essere sempre felice.
In “Father’s day” tuo papà, in arte Duke Montana, ti dice: “Nel mondo che ti attende ti starò vicino”. Da neogenitore, quali sono le cose che più ti spaventano del mondo?
È il giorno che Teseo inizierà a uscire senza me e la madre e conoscerà altre persone che, magari, avranno una vita un po’ più difficile, con i loro problemi e problematiche. Non vorrei gli possano mettere addosso delle insicurezze che possano sconvolgerlo. Questa cosa un po’ mi spaventa.
Dovesse accadere, come pensi potresti reagire?
Devo riuscire ad essere bravo, come lo è stato mio padre, con me a darmi la mentalità che ho oggi.
“Grindo (“Il grinder è un piccolo utensile rotante con dentini interni per sminuzzare foglie, spesso di marijuana, e a separare la resina, ndr) per non farti passare quello che ho vissuto”, dice sempre tuo papà. Qual è stato il periodo più complicato della tua vita e come l’hai superato?
È quando ho deciso, a un’età molto giovane, di fare il producer a tempo pieno. Da quando ho lasciato la scuola in primo liceo, mi sono messo a fare il beatmaker ed è stato difficile. Non avevamo casa di proprietà e ho dovuto sbattermi tanto per capire come guadagnare. Mi arrangiavo con registrazioni in dj set a 50 euro per 8 ore, a Roma. Ora i prezzi sono andati a m***a però, ai tempi, non era tanto. Ma riuscivamo a farcela così, giorno dopo giorno.
Nel disco ci sono nomi come Side Baby e Tony Effe. La Dark Polo Gang è stata un’ondata che ha cambiato il rap italiano. Guardandoti indietro, come vedi quel periodo?
Provo nostalgia per il modo in cui facevamo le cose. Nessuno pensava troppo, si faceva di getto e basta. Il periodo in sé non mi manca neanche tanto perché ero povero. Però se potessi ritornare indietro rifarei tutto perché mi ha formato.
Il recente passato e il presente dicono trap. Il presente e il futuro dicono mumbling rap? Qual è il genere che pensi dominerà le classifiche?
Più che parlare di genere secondo me serve qualcuno che spacchi e basta. Fa più l’artista nuovo che arriva portando il suo.
Come vedi il tuo futuro tra produttore ed attento padre di famiglia?
Il mio prossimo obiettivo è uscire dall’Italia. Tutto quello che dovevo fare l’ho fatto. Come genitore, invece, se sono stato bravo a fare il producer devo esserlo anche come padre.
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