La moglie di Navalny: “Ucciso con un veleno in carcere”

  • Postato il 17 settembre 2025
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  • Di Agi.it
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La moglie di Navalny: “Ucciso con un veleno in carcere”

AGI - La moglie del leader dell’opposizione russa Alexei Navalny ha dichiarato su X che analisi di laboratorio condotte su campioni biologici, usciti clandestinamente dalla Russia, hanno stabilito che il marito è stato ucciso con un avvelenamento mentre era detenuto in un carcere artico nel febbraio 2024. Navalny, principale oppositore di Vladimir Putin per oltre un decennio, era morto in circostanze mai chiarite mentre stava scontando una condanna a 19 anni di reclusione, inflittagli in una serie di processi considerati da molti osservatori una rappresaglia politica.

L’attivista, capace di mobilitare centinaia di migliaia di persone in piazza, aveva più volte denunciato i presunti arricchimenti illeciti dell’entourage di Putin. I suoi alleati hanno sempre sostenuto che sia stato assassinato in cella, mentre Mosca ha parlato soltanto di un malore improvviso, avvenuto il 16 febbraio 2024 durante una passeggiata all’aperto.

We managed to transfer Alexei’s biological materials abroad. Laboratories in two different countries conducted examinations. These laboratories, independently of each other, concluded that Alexei was poisoned. These results are of public importance and must be published. We all… pic.twitter.com/Sp8w1322gY

— Yulia Navalnaya (@yulia_navalnaya) September 17, 2025

Le prove raccolte

Prima della sepoltura, Yulia Navalnaya ha raccontato che i collaboratori del marito erano riusciti a ottenere e trasferire all’estero alcuni campioni biologici. “I laboratori in due Paesi hanno concluso che Alexei è stato ucciso. Precisamente: avvelenato”, ha dichiarato in un video diffuso sui social, senza però specificare quali analisi siano state condotte né la sostanza individuata. Ha chiesto ai laboratori di rendere pubblici i risultati in autonomia. Navalnaya ha diffuso anche alcune foto non verificate, che mostrerebbero la cella del marito con tracce di vomito sul pavimento, e ha citato testimonianze di agenti penitenziari secondo cui Navalny avrebbe avuto convulsioni poco prima di morire.

Это камера ШИЗО, в которой умирал Алексей Навальный. На столе лежит библия, на прибитой скамейке англо-русский словарь, на полу арестанские варежки, шарф и шапка. Кровать пристегнута к стене, под ней Алексея оставили разбежавшиеся вертухаи, когда он кричал от боли и просил их… pic.twitter.com/9Ni3mEcNcJ

— Георгий Албуров (@alburov) September 17, 2025

Non era la prima volta che il leader dell’opposizione sopravviveva a un avvelenamento: nel 2020 era stato colpito da un agente nervino della famiglia Novichok in Siberia e trasferito d’urgenza in Germania per le cure. Rientrato in Russia nel 2021, era stato arrestato subito e condannato per “estremismo” e altre accuse. Anche dal carcere aveva continuato a contestare Putin e a denunciare la guerra in Ucraina. Dopo la morte, le autorità russe avevano trattenuto per giorni il corpo, alimentando i sospetti dei sostenitori. Navalnaya ha ribadito che dietro l’uccisione ci sia il presidente russo: “Vladimir Putin è colpevole dell’omicidio di mio marito”.

Mosca nega 

Il Cremlino respinge le accuse. Al contrario, dopo la morte di Navalny la repressione si è ulteriormente inasprita: la stessa Navalnaya è stata inserita nella lista dei “terroristi ed estremisti”, mentre diversi avvocati e giornalisti vicini al dissidente sono stati condannati a lunghe pene detentive. Molti familiari e collaboratori vivono ormai in esilio, ma la diaspora dell’opposizione fatica a mantenere rilevanza, divisa da rivalità interne. In Russia, invece, ogni forma di dissenso è diventata rarissima dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022, in un clima segnato da censura militare, processi politici e repressione capillare contro ogni voce critica.

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Autore
Agi.it

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