La meteoropatia in pittura nella mostra di Massimo Kaufmann a Milano

Composizioni che si sostanziano per punti luminosi, per aggetti cromatici, per eruzioni lenticolari: la pittura di Massimo Kaufmann (Milano, 1963) ha da sempre sfiorato il limite di una visione talmente intensificata da rimandare niente più che fosforescenze nel buio, accensioni fosfeniche, evocando quei “punti” che Rimbaud bambino faceva apparire facendo pressione coi pugni sugli occhi chiusi. 

La mostra di Massimo Kaufmann a Milano

Negli ultimi tempi abbiamo assistito a un inspessimento materico sempre più pronunciato di questi nuclei puntiformi, di queste roseole più pronunciate che vanno a scandire un alfabeto di ritmi tanto visivi quanto tattili. In Meteoropatia, la mostra attualmente in corso alla Galleria Giovanni Bonelli di Milano, la pasta pittorica, sempre scansionata in piccole protuberanze circolari, si fa ancora più spessa e rilevata, si aggruma talvolta in isolotti debordanti, prende corpo e sembra riacquistare peso.

Il peso nella pratica artistica di Massimo Kaufmann

Il concetto di peso ha sempre avuto una posizione centrale nella riflessione di Kaufmann: pesare e pensare hanno la stessa radice, pensare significa ponderare, la consistenza dei colori evoca il peso dei pensieri materiati nella pittura. Dipinti come Due nuvoleAngelo dell’Annunciazione Angelus Novus – in cui notiamo come dei segnavìa, delle ipotesi di percorso evidenziate da sentieri di colore che si delineano intersecandosi tra gli aggetti e in qualche modo li relazionano a formare inediti campi semantici – ci offrono lo spettacolo di tabulae eseguite alla luce di una costante riflessione che investe sia la loro caratura di oggetti materiali che la loro dimensione allegorica.
Se questi dipinti su tavola, eseguiti tutti nel 2024, si dispongono lungo la maggior parte del perimetro della galleria, il nucleo centrale della mostra è però costituito da una smagliante installazione di lastre di vetro, retrodipinte a olio, dal titolo Nel Sistema Periodico: la loro disposizione rispecchia fedelmente l’ordine del Sistema Periodico degli Elementi, una tabella che relaziona gli elementi chimici, che sono all’origine della realtà in cui ci troviamo a vivere, in base al loro peso atomico. 

La pittura di Massimo Kaufmann in mostra a Milano

Se si pensa che molti dei colori usati nei secoli dai pittori non sono altro che metalli inventariati all’interno del suddetto ordine, o le sostanze ottenute dalla lavorazione delle loro ossidazioni, ne consegue che la materia, sia quella del mondo reale sia quella dell’universo espresso dalla pittura, si presenta in entrambi i casi come processo di una combinazione infinita. Ecco allora che la pittura, se da un lato si offre come metafora di un ordine cosmogonico, dall’altro si identifica direttamente, materialmente, in questo stesso ordine, partecipandovi come incrocio e connubio di elementi-pigmenti.

Alberto Mugnaini

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Artribune

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