La lunga (e improbabile) trasformazione di Matteo Politano: Conte non lo voleva, adesso è indispensabile

  • Postato il 13 settembre 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Da un azzurro all’altro. Cambia la tonalità della casacca, ma non la sostanza. Perché questo avvio di stagione di Matteo Politano ha assunto immediatamente colori brillanti. Tanto con il Napoli, quanto con la Nazionale. Prima l’assist vincente per McTominay per sbloccare il risultato contro il Sassuolo nel primo turno di campionato. Poi passaggio vincente per Raspadori nella goleada rifilata all’Estonia. Infine rete del momentaneo 2-3 nella pazza sfida al cardiopalma contro Israele.

Corre e dribbla, ma non solo: l’evoluzione di Matteo Politano

A trentadue anni il ragazzo partito da Monte Mario ha svestito una volta per tutte i panni del miglior attore non protagonista per recitare la parte del leader. Watson è diventato finalmente Sherlock Holmes. Anche perché con l’alternarsi delle stagioni Politano è diventato tante cose e tutte insieme. Quello che nasceva come esterno d’attacco in un 4-3-3 o in un 4-2-3-1 si è evoluto fino a diventare un giocatore a tutta fascia. Dribbla, crea superiorità numerica, rientra sul sinistro, tira in porta con il piede forte, aumenta e rallenta il ritmo della manovra, impone la verticalità dell’azione.

Ma non solo. L’ex Inter segue l’uomo, ripiega in difesa, esegue diagonali. È una trasformazione che parte da lontano, ma che diventa abbagliante proprio quando sembrava più improbabile. Ossia sotto il regno partenopeo di Antonio Conte. Le paure partivano da lontano. Nel 2018 l’esterno era stato acquistato senza troppo clamore dall’Inter. Con Spalletti aveva giocato bene, segnando 5 gol in 36 partite. Poi le cose erano cambiate in fretta. L’arrivo sulla panchina di Conte aveva stravolto tutto. Un giocatore con le sue caratteristiche sembrava troppo difficile da incastrare in un 3-5-2 più che dogmatico.

Lo scambio con Spinazzola saltato e l’arrivo al Napoli

L’amore fra tecnico ed esterno non è mai sbocciato. Tanto che Politano si era ritrovato ai margini del progetto. A gennaio 2020 la Roma si era fatta sotto. La proposta era semplice: Politano in giallorosso, Spinazzola in nerazzurro. Era uno scambio che metteva tutti d’accordo. Soprattutto Matteo, uno cresciuto nel vivaio dei capitolini senza mai esordire in prima squadra. Mentre Spinazzola completava le visite mediche, Politano veniva fotografato su una cyclette.

Aveva la faccia sorridente e il pollicione sinistro sollevato in un segno di gioia. Ma, soprattutto, aveva addosso la maglia della Roma. Poco più tardi era successo qualcosa di imprevedibile. Spinazzola non aveva superato le visite mediche. Quello scambio non poteva più essere completato, era stato solo un grande scherzo. Politano era rimasto spiazzato. Era tornato a Milano con la testa piena di domande. Sul finire del calciomercato si era fatto sotto il Napoli. E l’esterno aveva dato un’altra volta il suo benestare al trasferimento.

Con Gattuso in panchina aveva fatto il pieno di autostima, tornando ai sui suoi livelli. Poi con Spalletti aveva vissuto alti e bassi. Il dualismo con Lozano aveva rosicchiato parte della sua sicurezza. Eppure era riuscito comunque a diventare uno dei protagonisti del clamoroso scudetto del 2023. Con l’addio dell’uomo di Certaldo, Politano era stato uno dei pochi a restare a galla in una stagione in cui un club intero sembrava essersi inabissato una volta per tutte.

Da Conte a Conte: adesso Politano è insostituibile

L’arrivo di Conte aveva riaperto vecchie ferite. Politano sembrava destinato ad andare via, la Roma si era fatta di nuovo sotto, anche se senza grande convinzione. Alla fine l’esterno è rimasto al suo posto. Ed è iniziata una vita tutta nuova. Per lui. Per il club. Per l’allenatore. A Napoli Conte ha variato molto il modulo di base. E quella che doveva essere una stagione di assestamento si è trasformata in un sogno a occhi aperti. Anche quando la squadra aveva deciso di sacrificare Khvicha Kvaratskhelia sull’altare del calciomercato.

Per giunta senza sostituirlo. È stato allora che Politano ha fatto da stampella a una squadra che rischiava seriamente di zoppicare. Conte lo ha trasformato in un intoccabile. Nell’anno del secondo scudetto in tre anni Matteo ha saltato solo una partita. Per infortunio. Per il resto 34 partite da titolare e tre da subentrante. Questo campionato sembra destinato a essere scritto con lo stesso inchiostro. Lo si è capito da quell’assist per McTominay alla prima giornata.

Un gesto che richiama l’assist del romano per lo scozzese contro il Cagliari, nella partita che era valsa il tricolore per i partenopei. Ora Politano sta vivendo la sua maturità calcistica. Un calciatore che per molto tempo è stato sottovalutato si sta ritagliando uno spazio sempre più importante. Un’ottima notizia per il Napoli. Ma anche per la Nazionale.

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