La lettera firmata dai premi Nobel per chiedere più sforzi contro le carestie
- Postato il 15 gennaio 2025
- Di Agi.it
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La lettera firmata dai premi Nobel per chiedere più sforzi contro le carestie
AGI - Oltre 150 vincitori di premi Nobel e di premi World Food hanno firmato una lettera aperta in cui si chiede che vengano compiuti sforzi "spaziali" (moonshot) per incrementare la produzione alimentare prima di un'imminente catastrofe mondiale dovuta alla fame diffusa. Il gruppo che raccoglie alcuni tra i più autorevoli studiosi viventi ha chiesto un'azione urgente per dare priorità alla ricerca e alla tecnologia per risolvere il "tragico squilibrio tra domanda e offerta alimentare globale". Tra i firmatari dell'appello coordinato da Cary Fowler vincitore del premio World Food del 2024 e inviato speciale degli Stati Uniti per la sicurezza alimentare globale, figurano il fisico Robert Woodrow Wilson, esperto di Big Bang, la premio Nobel per la chimica Jennifer Doudna, il Dalai Lama, l'economista Joseph E Stiglitz, la scienziata della NASA Cynthia Rosenzweig, la genetista etiope-americana Gebisa Ejeta, Akinwumi Adesina, presidente della Banca africana di sviluppo, Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura, e il fisico premio Nobel per i buchi neri Sir Roger Penrose.
Citando sfide come la crisi climatica, la guerra e le pressioni del mercato, gli autori hanno chiesto sforzi ecosostenibili che portino a balzi sostanziali nella produzione alimentare per sfamare 9,7 miliardi di persone entro il 2050. Il mondo "non è nemmeno vicino" a soddisfare i bisogni futuri, si legge nella lettera, gli autori della quale prevedono che l'umanità dovrà affrontare un "mondo ancora più instabile e insicuro dal punto di vista alimentare" entro la metà del secolo, a meno che non si intensifichi il sostegno all'innovazione a livello internazionale. "Tutte le prove - ha affermato Fowler - indicano un declino crescente della produttività alimentare se il mondo continua a fare affari come al solito. Con 700 milioni di persone insicure dal punto di vista alimentare oggi e una popolazione globale destinata a crescere di 1,5 miliardi entro il 2050, questo lascia l'umanità di fronte a un mondo grossolanamente diseguale e instabile. Dobbiamo incanalare i nostri migliori sforzi scientifici per invertire la nostra traiettoria attuale, altrimenti la crisi di oggi diventerà la catastrofe di domani".
Nella lettera è stata sottolineata la minaccia climatica, in particolare in Africa, dove la popolazione è in crescita ma si prevede che le rese del mais, un alimento di base, diminuiranno. Tra i fattori che compromettono la produttività rientrano l'erosione del suolo, il degrado del territorio, la perdita di biodiversità, la scarsità d'acqua, i conflitti e le politiche governative che frenano l'innovazione agricola. "Gli impatti del cambiamento climatico - ha affermato Adesina - stanno già riducendo la produzione alimentare in tutto il mondo, in particolare in Africa, che ha poca responsabilità storica per le emissioni di gas serra, ma vede le temperature aumentare più rapidamente che altrove. Si prevede che gli aumenti di temperatura saranno più estremi nei paesi con una produttività già bassa, aggravando i livelli esistenti di insicurezza alimentare. Nei paesi a basso reddito in cui la produttività deve quasi raddoppiare entro il 2050 rispetto al 1990, la cruda realtà è che è probabile che aumenti di meno della metà. Abbiamo solo 25 anni per cambiare le cose".
La lettera cita le scoperte scientifiche più promettenti e i campi di ricerca emergenti che potrebbero essere considerati prioritari come obiettivi per la spinta "spaziale". Tra questi rientrano il miglioramento della fotosintesi per grano e riso e lo sviluppo di cereali in grado di ricavare azoto biologicamente e crescere senza fertilizzanti; la ricerca su colture indigene che tollerano condizioni meteorologiche estreme, la riduzione dello spreco alimentare migliorando la conservatività di frutta e verdura e la creazione di cibo da microrganismi e funghi.
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