La Lega tiene il punto sul Veneto. "Squadra che vince non si cambia"
- Postato il 16 gennaio 2025
- Di Agi.it
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La Lega tiene il punto sul Veneto. "Squadra che vince non si cambia"
AGI - "Squadra che vince non si cambia". La Lega tiene il punto sul Veneto e rivendica cosi' il prossimo candidato alle elezioni regionali. Una partita irrinunciabile per non disperdere il modello del "buon governo". Pertanto - terzo mandato o meno per Luca Zaia, imbrigliato al momento dal vincolo della legge - il candidato governatore non potrà che essere espressione della Lega.
È il messaggio che il consiglio federale della Lega - riunito oggi alla Camera - affida agli alleati della maggioranza. Un messaggio rafforzato dalla "totale sintonia" tra Salvini e Zaia, assicura il partito. L'intenzione, insomma, è marciare compatti e mantenere il pressing per 'frenare' le ambizioni di FdI e FI dopo che la stessa premier, Giorgia Meloni (nella conferenza stampa di inizio anno) aveva rimarcato che per il candidato in Veneto del centrodestra quella di Fratelli d'Italia "deve essere una opzione da tenere in considerazione".
A delineare la linea del partito è lo stesso segretario leghista. "Il buongoverno della Lega e di Zaia in Veneto - ha detto Salvini intervistato da Bruno Vespa a "Cinque Minuti" - da anni è riconosciuto a livello internazionale, metterlo in discussione per equilibri politici e per scelte romane non mi sembrerebbe utile", rimarca. "Sono sicuro che con gli alleati troveremo una quadra", ha spiegato ancora il vicepremier della Lega ricordando che in questi due anni "la Lega è stata assolutamente leale in ogni votazione nei confronti del governo. E la stabilità del governo italiano è un patrimonio che l'Europa ci sta invidiando e che ci sta premiando economicamente. Quindi non si mette in discussione un governo che arriverà a tutti e cinque gli anni".
Più esplicito è il capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo nel sottolineare come la Lega oggi ha ribadito che "giustamente si vuole tenere le Regioni dove governa" e "poi è interesse di Meloni, alla fine, trovare una soluzione soddisfacente che faccia si' - ha detto sempre a proposito del dossier Veneto - che alleati leali e collaborativi siano soddisfatti". "Totale sintonia e condivisione degli obiettivi fra Matteo Salvini, Luca Zaia e l'intero consiglio federale. Il Veneto è un modello di buon governo apprezzato a livello nazionale e internazionale. Per la Lega, squadra che vince non si cambia", la nota della Lega viene diffusa all'ora di pranzo quando il consiglio federale è ancora in corso.
Alla riunione di due ore hanno partecipato - nella sala Salvadori della Camera - tra gli altri il segretario leghista Matteo Salvini, i vice segretari Andrea Crippa, Claudio Durigon e Alberto Stefani oltre ai ministri Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli. E Luca Zaia collegato via Zoom, insieme ad altri governatori del Carroccio. Non è mancato un bilancio sulle adesioni al partito anche in vista del congresso nazionale (la data non è stata ancora fissata): "aumentati gli iscritti e gli eletti rispetto all'anno scorso. I sindaci - ha sottolineato la Lega - sono ormai diventati 500, piu' di 5.000 i consiglieri e gli assessori comunali, 150 i consiglieri e gli assessori regionali".
Poi è stato fatto anche un punto sulle riforme con il rilancio dell'elezione diretta dei presidenti di provincia. In particolare nel corso del consiglio federale "è stata espressa la volontà di renderla possibile in Sicilia già dalla prossima primavera" e sarà presentato un emendamento ad hoc alla Camera "per migliorare il coordinamento tra i diversi livelli di governo per le tante emergenze da affrontare nella Regione Siciliana". Tuttavia, a tenere banco è stato il dossier Veneto.
La linea del partito è stata ribadita anche dalle poche battute strappate dai giornalisti a Giancarlo Giorgetti. Tutti al fianco di Zaia? "Assolutamente si'", ha risposto il ministro dell'Economia prima di salire in auto. Sarà trovata una quadra con gli alleati? "Ma si', si trova...", ha tagliato corto l'esponente della Lega.
Ad anticipare la presa di posizione del Carroccio era stato in mattinata il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. "Il problema in Veneto è politico - sono le parole del deputato leghista - se Zaia non puo' piu' correre, ma la Lega ha governato bene, allora a chi spetta la regione Veneto? Se Meloni vuole tenere insieme il centrodestra deve fare come Berlusconi, non guardare solo al momento elettorale contingente, ma deve valutare le specificità dei singoli partiti. Visto che la Lega è caratterizzata da sempre come il partito dei territori e dell'autonomia, gli alleati del centrodestra dovrebbero tenere conto di questa peculiarità".
Non si scioglie, nei ragionamenti degli esponenti leghisti, il nodo del terzo mandato. Con la Lega contraria al vincolo e il governo determinato a difenderlo avendo impugnato la legge campana. Un dossier che continua a scaldare il dibattito tra alleati. "Il nostro punto di vista è che chi viene scelto direttamente dai cittadini non debba avere limiti di mandati perchè alla fine il popolo sovrano possa valutare se ha amministrato bene o male. Prendiamo atto che questa posizione è solo nostra", ha ricordato Molinari. E vibrano ancora le stilettate interne al centrodestra sul terzo mandato.
"Troveremo il modo di sfamare Zaia", aveva detto sarcastico il capogruppo di FI in Senato, Maurizio Gasparri, replicando al governatore veneto. "Il divieto del terzo mandato è un'anomalia tutta nostra. Ed è stucchevole che la lezione venga da bocche che da 30 anni sono sfamate dal Parlamento", erano state le parole di Zaia. Oggi è arrivata la sponda al 'Doge' anche da parte del sindaco di Milano. Sul limite del terzo mandato per i governatori "sono d'accordo con Zaia e De Luca, e dico di piu': questo limite non dovrebbe esserci per i sindaci", ha detto Giuseppe Sala sottolineando che "prendere lezioni da chi sta in Parlamento da 30 anni anche no".
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