La Juventus non esiste più: ecco i “record” che lo confermano
- Postato il 28 ottobre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
Vincente, organizzata e ben strutturata: oggi la Juventus non è niente di tutto questo. L’esonero di Tudor è solo la punta dell’iceberg di un club che ha perso la propria identità. Esoneri da record, soldi spesi a sproposito e una confusione tecnica che riflette quella della società: anche i dati, tutti record, lo confermano. Nel segno della discontinuità, quella delle ultime cinque stagioni non si avvicina minimamente alla vera Juventus. In balìa degli eventi e irriconoscibile.
Esoneri da record
In 128 anni di storia la Juventus ha esonerato 10 allenatori: 3 di questi nell’ultimo anno e mezzo. Allegri, Thiago Motta e ora Tudor. E tutti a stagione in corso per tre campionati consecutivi. Solo tra il 2008 e il 2010 si era verificata qualcosa di simile (con Ciro Ferrara prima e Alberto Zaccheroni poi). Entrando più nel dettaglio, dal 2019 in poi tutti gli allenatori sono stati esonerati. E non sono durati più di un anno tranne l’Allegri-bis. Tudor viene mandato via dopo 7 mesi, 0 trofei e una media punti di 1.58 in 24 partite: la più bassa degli ultimi 6 anni. Prima del croato, l’unico allenatore bianconero esonerato a ottobre fu Luis Carniglia: era la stagione 1969/70.
Spendere tanto e male
L’appannamento societario è anche nelle decisioni economiche e negli investimenti. Giocatori strapagati per quello che è il loro vero valore e la scelta di non badare a spese anche di fronte a enormi debiti. E un bilancio costantemente negativo. Dalla stagione 2017/18 a oggi, la Juventus ha perso quasi un miliardo di euro (996 milioni per l’esattezza). Nelle ultime cinque stagioni Exor ha tamponato la situazione, pompando denaro come mai era successo in un secolo. Soldi spesi male: nell’ultima sessione estiva la Juventus per i cartellini dei vari Openda e Zhegrova ha sborsato 137 milioni di euro senza azzeccare (almeno per ora) un colpo. La stagione precedente è stato fatto di peggio: vedi Koopmeiners, per cui sono stati spesi oltre 50 milioni di euro che peraltro hanno impedito di raggiungere il pareggio nell’ultimo bilancio.
I numeri di Tudor
Poi c’è il risultato sportivo che ovviamente non può passare in secondo piano. Dopo un inizio incoraggiante e divertente, Tudor ha collezionato 0 vittorie nelle ultime 8 partite per un’astinenza da gol che dura da 4 gare. Era il primo ottobre, Villarreal-Juventus, gol di Conceição del momentaneo 1-2. Da lì, il vuoto: a secco contro Milan, Como, Real Madrid e Lazio, la formazione bianconera ha infatti eguagliato un record negativo che durava da 34 anni. L’ultima volta risale al 1991, tra il mese di febbraio e marzo, quando in panchina c’era Luigi Maifredi. Da sottolineare che dei 9 gol segnati in Serie A, quattro sono stati fatti contro l’Inter: i restanti 5 sono stati spalmati sulle altre 7 gare. La striscia negativa di mancati successi, invece, rievoca l’annata 2008/2009 con Claudio Ranieri alla guida (e poi esonerato). L’esonero diventa così una logica sequenza. Per di più, già nell’aria da qualche giorno.
In uno sport dove il risultato fa la differenza, la colpa è anche sua. Ma Tudor – come i suoi predecessori – paga soprattutto le decisioni di una Juventus in tilt. Senza una direzione e una vera idea. Incoerente nelle scelte e incostante nel pensiero. Quell’iconico motto “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta” è solo un lontano ricordo. La vera Juventus non esiste più.
L'articolo La Juventus non esiste più: ecco i “record” che lo confermano proviene da Il Fatto Quotidiano.