La guerra in Ucraina ha distrutto 1600 km2 di foreste
- Postato il 8 marzo 2025
- Di Agi.it
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La guerra in Ucraina ha distrutto 1600 km2 di foreste
AGI - Tra il 2022 e il 2023, nei primi due anni della guerra ucraina, sono stati distrutti quasi 1.600 chilometri quadrati di foreste. La portata della devastazione, insieme alle sue conseguenze ambientali, sociali ed economiche, è difficile da quantificare. Questi risultati, pubblicati su Global Ecology and Conservation da un team di ricerca guidato dall'Università di Bologna, sono il frutto di una ricerca che ha combinato immagini satellitari delle aree colpite dal conflitto con un sistema di intelligenza artificiale basato sull'apprendimento automatico.
"Insieme alla terribile perdita di vite umane, la guerra in Ucraina ha causato anche gravi danni ambientali, a partire dalla distruzione di vaste aree boschive", afferma Roberto Cazzolla Gatti, professore presso il Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell'Università di Bologna: "I danni alla biodiversità e ai processi ecosistemici, come la filtrazione dell'acqua, la formazione del suolo e la regolazione del clima, sono difficili da quantificare".
Secondo il sistema di analisi sviluppato dai ricercatori, l'Ucraina ha perso 808 chilometri quadrati di foreste nel 2022 e 772 nel 2023, principalmente nelle regioni devastate dalla guerra: 180 chilometri quadrati nell'Oblast di Donetsk, 181 chilometri quadrati nell'Oblast di Kharkiv, 214 chilometri quadrati nell'Oblast di Kherson, 268 chilometri quadrati nell'Oblast di Kiev e 195 chilometri quadrati nell'Oblast di Luhansk. I ricercatori ritengono che gli incendi siano la causa principale della perdita di foreste. A marzo 2022, ad esempio, sono stati rilevati molti incendi boschivi nell'Oblast di Kherson e le truppe russe hanno cercato di ostacolare i tentativi di spegnere le fiamme. Il prezioso hotspot di biodiversità di Capo Kinburn, nella parte meridionale dell'Oblast di Mykolaiv, è un altro esempio: si stima che gli incendi abbiano distrutto tra il 20 e il 30 per cento dell'area, che ora è occupata dall'esercito russo.
"Quando la guerra finirà, ci sarà bisogno di politiche ambientali forti ed efficienti per fermare la perdita di biodiversità, promuovere la riforestazione e ripristinare gli ecosistemi", ha ricordato Cazzolla Gatti: "Le aree rimboschite possono contribuire alla creazione di corridoi ecologici umanitari e supportare la smilitarizzazione, creando zone cuscinetto per costruire e preservare la pace".