La guerra ibrida cinese passa dagli incidenti d’auto. Il piano svelato dall’intelligence di Praga
- Postato il 27 giugno 2025
- Esteri
- Di Formiche
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Un incidente stradale pianificato a tavolino come atto di guerra ibrida. Il piano, ordito da agenti cinesi, per inscenare una collisione stradale ai danni della vicepresidente di Taiwan Hsiao Bi-khim durante la sua visita a Praga nel marzo 2024 è stato smascherato dai servizi di intelligence militare della Repubblica Ceca, secondo quanto riportato dall’emittente radiofonica Czech Radio, e confermato dal capo dell’intelligence militare Petr Bartovský, che ha definito l’operazione “senza precedenti” nel contesto europeo.
Il piano, descritto come una “azione cinetica dimostrativa”, prevedeva la messa in scena di un incidente stradale con l’auto che trasportava Hsiao. L’azione però, come conferma lo stesso Bartovský, si è fermata allo stadio di pianificazione (tuttavia, un diplomatico cinese ha effettivamente violato il codice stradale, passando con il rosso nel centro di Praga mentre cercava di seguire il convoglio taiwanese).
Secondo il portavoce dell’intelligence boema Jan Pejšek gli agenti cinesi, accreditati presso l’ambasciata cinese a Praga e protetti dallo status diplomatico, hanno raccolto informazioni sull’agenda di Hsiao e tentato di documentare gli incontri con esponenti politici e pubblici cechi. Tuttavia, le forze di sicurezza ceche sono sempre state presenti e pronte a intervenire, motivo per cui la vicepresidente non è mai stata realmente in pericolo. Pejšek ha specificato che “Tali attività, che violano palesemente gli obblighi derivanti dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, sono state svolte, tra l’altro, da persone legalizzate in posizioni diplomatiche presso l’ambasciata cinese a Praga”.
Il Ministero degli Esteri ceco, tramite la portavoce Mariana Wernerová, ha confermato di aver discusso l’episodio con Pechino, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli a causa della sensibilità del caso. La portavoce dell’ufficio presidenziale di Taiwan Karen Kuo ha condannato fermamente le azioni di Zhongnanhai, ringraziando le autorità ceche e confermando che Taipei era già a conoscenza della questione.
Il deputato Kuang-ting Chen ha scritto su X che “nascondersi dietro l’immunità diplomatica per minacciare la sovranità di un altro Stato e mettere a rischio la sicurezza personale è una violazione flagrante del diritto internazionale”. Chen ha anche accusato Pechino di perpetuare un modello di repressione transnazionale e di “esportazione dell’autoritarismo”.
Dal lato cinese, il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun ha accusato Praga di “gravi violazioni del principio dell’Unica Cina” permettendo la visita di quella che ha definito una “esponente del separatismo taiwanese”. Guo ha ribadito che “il personale diplomatico cinese ha sempre rispettato le leggi del Paese ospitante” e ha invitato le autorità ceche a “non lasciarsi provocare né manipolare da forze separatiste” per non danneggiare i rapporti bilaterali.
Mentre la Repubblica Ceca valuta gli sviluppi della vicenda, l’incidente riporta alla luce le tensioni crescenti tra la Cina e i Paesi che scelgono di intrattenere relazioni con Taiwan, riaffermando quanto la questione dell’isola sia al centro di uno scontro sempre più aperto tra modelli politici antagonisti.