La guerra dei dazi continua a parole, la riforma della giustizia piace agli italiani, ci consoliamo con lo sport
- Postato il 29 luglio 2025
- Politica
- Di Blitz
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La sinistra di casa nostra è lapidaria: non c’è nulla di positivo in questo accordo sui dazi siglato da Unione Europea e Stati Uniti.
Perfino il luogo dove si è tenuto l’incontro è sbagliato. Ursula è andata in Scozia nel resort di Trump che lì gioca a golf. “Una totale sottomissione”, si dice. E si aggiunge: “Siamo diventati una colonia americana”.
È fin troppo evidente che la si vuol buttare in caciara. Ogni scusa è buona per combattere l’avversario, visto che anche Francia e Germania gridano allo scandalo: “Un giorno buio”, sostengono i seguaci del solito Macron. “Subiremo danni ingenti”, gli fa eco il leader tedesco. Insomma, è una buriana politica, la solita che non guarda in faccia la realtà, ma si occupa come sempre – unico obiettivo – di denigrare il “nemico”.
È naturale che nell’occhio del ciclone entri di prepotenza anche Giorgia Meloni. Quale migliore occasione? D’altronde, Elly Schlein e i suoi cespugli dovevano vendicarsi della copertina che il prestigioso Time aveva dedicato alla nostra premier scrivendo che “questa è la donna che guida l’Europa”.
I dazi scatenano l’Europa
Bisognava trovare subito un pretesto. I dazi, appunto, con l’aiuto soprattutto di una Nazione, la Francia, il cui presidente scricchiola da tempo. Singolare l’atteggiamento dell’opposizione. Fino a qualche tempo inveiva contro Palazzo Chigi perché si occupava di problemi che non erano di sua competenza. “Deve rispondere l’Europa, non la premier italiana che si vanta di avere un buon feeling con Trump”, gridava ai quattro venti l’opposizione.
Ora che l’accordo è stato stipulato dalla von der Leyen si accusa il presidente del Consiglio dell’isolamento in cui si è cacciato. Si debbono subire da supini le decisioni di una donna che non ha più un gran consenso nel vecchio continente.
Sarebbe bene ricordare a Elly Schlein il giorno in cui Ursula fu promossa di nuovo presidente della UE. Fratelli d’Italia votarono contro; i seguaci della Schlein a favore. Quindi, oggi la numero uno di via del Nazareno dovrebbe chiedere scusa e rimproverare i compagni di partito per aver votato male.
I fautori di questa posizione sono gli stessi che qualche mese fa sostenevano che la guerra commerciale contro gli Stati Uniti sarebbe stata un disastro? In gran parte si. Al contrario, oggi protestano perché si è stati troppo accondiscendenti con l’America. Bisognava mostrare i muscoli come ha fatto e continua a fare Macron.
Lui si ad essere sempre più solo nel suo Paese. Grida per dimostrare che è il primo della classe e per far vedere al suo popolo che è ancora un personaggio che conta nel vecchio continente.
Un piano Marshall alla rovescia
Ursula e Donald vengono definiti i “twin brothers”, i fratelli gemelli perché insieme (o forse non insieme) hanno combinato un inguacchio che costerà parecchie decine di miliardi a noi poveri europei. Insomma, si tirano le somme quando ancora non si conoscono le cifre che stabiliranno il bilancio. C’è chi addirittura definisce l’accordo sui dazi come un piano Marshall al contrario.
È una guerra che non conosce ostacoli per cui ogni deduzione sembra logica e surreale insieme a seconda dei sostenitori che l’appoggiano. In questa disputa continua (che non pensa affatto al futuro, ma si abbarbica sul presente), ecco far capolino il Vaticano.
Non Leone XIV, per carità, ma il suo segretario di Stato, cioè il ministro degli Esteri della Santa Sede. A proposito della Palestina, monsignor Piero Parolin spiega ai giornalisti: “Noi è da tempo che l’abbiamo riconosciuta come Stato”.
La riforma della giustizia in questi giorni passa in secondo piano. Stranamente, la Schlein tace e non si occupa di questo problema che fino a ieri l’altro campeggiava sulle prime pagine di tutti i giornali. Uno strano silenzio. Se poi leggi più attentamente le notizie ti accorgi che un sondaggio mandato in onda dal tg de La7 offre un dato significativo. Gli italiani hanno risposto così al quesito: il quarantaquattro per cento si è detto favorevole, il 21 contrario. Che succederà al referendum confermativo della prossima primavera?
Se diamo infine uno sguardo allo sport, dobbiamo andar fieri dei nostri nuotatori e schermidori che prendono medaglie in continuazione. Come non bisogna dimenticare le pallavoliste che hanno vinto i campionati del mondo. “Siamo una grandissima squadra”, conferma l’azzurra Ekaterina Antropova. Un nome e un cognome strano per un’atleta della nazionale italiana. Non vi pare?
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