Uno studio pubblicato su Scientific Reports ha rivelato una macabra scoperta nella grotta di Maszycka in Polonia: prove di cannibalismo che risalgono a circa 18.000 anni fa, durante il periodo chiamato Magdaleniano. Si tratta di un periodo del Paleolitico Superiore, sviluppatasi in Europa tra i 18.000 e 10.000 anni fa, durante l'ultima glaciazione. Questo periodo prende il nome dal sito di La Madeleine, in Francia, dove furono rinvenuti per la prima volta manufatti caratteristici. Il Magdaleniano fu un'epoca di clima rigido, con temperature molto basse e una vegetazione scarsa, tipica della tundra. L'ambiente era popolato da grandi mammiferi come renne, bisonti, cavalli selvatici e mammut, che costituivano la principale fonte di sostentamento per le comunità.. Il cannibalismo. La scoperta fornisce nuove informazioni sulle pratiche funerarie e rituali dei nostri antenati preistorici. Il gruppo di ricercatori ha effettuato un'"analisi tafonomica" (lo studio dei processi che si osservano nei resti organici dopo la morte, dalla decomposizione e fossilizzazione fino alla scoperta e all'analisi da parte degli scienziati) su 63 frammenti ossei umani, tra cui crani e ossa lunghe degli arti.
I risultati sono stati scioccanti: il 68 per cento dei resti presenta segni di manipolazione umana, come tagli e fratture intenzionali. Queste prove indicano la rimozione di tessuti muscolari, cerebrali e midollari, suggerendo che i corpi venivano lavorati per essere consumati subito dopo la morte.
Situata nei pressi di Cracovia, la grotta di Maszycka è un sito archeologico di grande importanza, noto fin dal XIX secolo per il ritrovamento di utensili in pietra, resti di animali e frammenti di ossa umane. Tuttavia, solo grazie all'applicazione di tecniche moderne di analisi è stato possibile svelare la pratica del cannibalismo.. Orrore svelato. Grazie alle tecniche di microscopia 3D i ricercatori sono stati in grado di distinguere i segni causati da utensili umani rispetto a quelli prodotti da fattori naturali o dall'azione di animali spazzini. La posizione e la distribuzione di questi segni indicano uno sfruttamento alimentare dei cadaveri, escludendo qualsiasi altra ipotesi.
I resti ossei mostrano un chiaro schema di lavorazione: i crani mostrano tagli per rimuovere il cuoio capelluto e la carne del viso, fratture per accedere al cervello, un organo altamente nutriente, mentre le ossa lunghe mostrano fratture da percussione per estrarre il midollo, una preziosa fonte di grasso ed energia. La distribuzione e la ripetizione di questi schemi suggeriscono un consumo metodico, con priorità per le parti più ricche di nutrienti.. Cannibalismo di guerra. Non tutte le forme di cannibalismo sono uguali: questa pratica assume diverse connotazioni a seconda del contesto storico, dalla sopravvivenza ai rituali passando per atti di deliberata violenza.
In questo caso, gli studiosi ritengono che il cannibalismo potrebbe essere stato praticato come forma di violenza contro i nemici, configurandosi come un vero e proprio "cannibalismo di guerra". La scoperta del cannibalismo nella grotta di Maszycka apre nuovi interrogativi sulla vita e sulle dinamiche sociali dei gruppi umani durante il Magdaleniano. Ulteriori ricerche saranno necessarie per comprendere appieno le motivazioni di questa pratica macabra e il suo ruolo nel contesto culturale e ambientale dell'epoca.. Una pratica diffusa. Quanto abbiamo trovato nella grotta di Maszycka non è un caso isolato. In Europa sono stati individuati altri quattro siti con prove di cannibalismo durante il Magdaleniano, suggerendo che questa pratica fosse parte integrante della cultura di questi gruppi preistorici. Un esempio è la Grotta di Gough (Regno Unito) dove i resti umani mostrano segni di scarnificazione, disarticolazione, masticazione e schiacciamento del tessuto osseo, indicando pratiche di cannibalismo diffuso..