La giunta Giani nasce ostaggio dei veti. E a Diop “soffiano” l’ufficio
- Postato il 20 novembre 2025
- Di Il Foglio
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La giunta Giani nasce ostaggio dei veti. E a Diop “soffiano” l’ufficio
Si è preso fino all’ultimo secondo utile, il presidente della Toscana Eugenio Giani, per assegnare le deleghe della sua giunta. Al punto che l’ufficializzazione arriverà soltanto nella mattinata di oggi, al fotofinish, oltre un mese e mese e mezzo dopo la vittoria alle elezioni regionali. Ieri infatti il Consiglio regionale ha approvato la proposta di risoluzione di maggioranza con il programma di governo che impegna la giunta per i prossimi cinque anni. E solo oggi la squadra entrerà in esercizio. Il motivo? In coalizione non s’è respirata questa grand’aria di relax. E ancora fino a ieri sera il presidente della Regione era alle prese con gli “ultimi ritocchi e accorgimenti”. Nonostante le smentite ufficiali del “governatore”, che ha parlato di “discussioni fisiologiche”, grande oggetto del contendere sono state le deleghe da assegnare ad Alessandra Nardini, la consigliera Pd più suffragata nella tornata elettorale. Nardini, vicina all’ex ministro Andrea Orlando, è stata blindata dalla segretaria Elly Schlein. E proprio questa blindatura ha indispettito Giani, che vorrebbe sottrarle alcune deleghe rispetto alla giunta uscente (nella scorsa legislatura Nardini si occupava di istruzione e università ma anche di lavoro), assegnandole competenze in materia di transizione digitale. Ma proprio lo scioglimento di questo nodo produrrà un effetto domino sulle altre deleghe.
Un altro fronte di apprensione, all’interno della maggioranza, è l’assessorato all’Ambiente, che sarà assegnato a David Baroncini, in quota M5s. E in molti, tra i riformisti Pd, sottotraccia, nei conciliaboli privati, stanno manifestando insofferenze perché da quell’assessorato molto importante i 5s potrebbero cavalcare alcune delle loro storiche battaglie oltranziste degli ultimi anni, come la chiusura di tutti gli inceneritori (inserita anche nel patto elettorale sottoscritto con Giani). Ma anche il no al raddoppio della pista dell’aeroporto di Peretola, a cui il Mit ha concesso la Via la scorsa settimana e che Giani vorrebbe completare. Mentre il M5s punta a riportare il dossier in Consiglio regionale.
Non è un mistero, in aggiunta, che un ulteriore elemento di destabilizzazione interna alla coalizione sia stata la nomina della 23enne Mia Diop a vicepresidente della Regione. Soprattutto perché incentivata dal Nazanero, che chiedeva di puntare su volti giovani per dare l’idea di un ricambio generazionale. Mentre nel frattempo all’altro giovane, il 27enne scuola Leopolda Bernard Dika è stato dato l’incarico di “sottosegretario” che però è un inedito nella storia della Toscana (e Diop nel frattempo non è dovuta passare dalle urne, come invece ha fatto lui che ha raccolto oltre 14 mila preferenze). A ogni modo questo clima non particolarmente rasserenato è stato condito anche da una curiosità che non deve aver fatto piacere a Diop: come vicepresidente avrebbe avuto diritto a un ufficio nello stabile della giunta in piazza Duomo, a Firenze. Ma quegli uffici sono già stati occupati dall’assessora alla Cultura Cristina Manetti, provenienza Casa riformista, e dal suo staff. Ragion per cui Diop dovrà accontentarsi dell’ufficio della giunta in piazza Unità d’Italia, vicino allo stazione di Santa Maria Novella, con vista capolinea della tranvia.
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