La giunta Bucci è un puzzle, il tassello mancante è quello savonese: ecco tutti gli scenari

  • Postato il 11 novembre 2024
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Genova. Giovedì sembrava tutto fatto: “Domenica chiudiamo, ci sono buone possibilità”, diceva Marco Bucci. Ora invece sappiamo – perché lo ha riferito il presidente domenica sera – che ci vorrà un’altra settimana per avere la giunta regionale e che la prossima riunione di maggioranza non sarà convocata prima di giovedì prossimo. Cosa manca ancora? Di fatto, un rappresentante della provincia di Savona. Le certezze e le verità corrono sul filo di WhatsApp, ma ognuna smentisce l’altra: gli scenari si accavallano, si escludono a vicenda, ognuno dei protagonisti è sicuro della sua versione e così questo benedetto assessore proprio non ne vuole sapere di sbucare.

Sul finire della scorsa settimana la giunta regionale era pronta, senza savonesi, e faceva tutti i partiti contenti. Vedeva Ferro e Lombardi per Fratelli d’Italia, i due Piana per la Lega, Scajola per Forza Italia, Giampedrone per la “civica” e Nicolò (FdI, ma considerato tecnico) alla Sanità. Una quadra “scardinata” solo dalla sollevazione del mondo politico savonese (e IVG ha fatto la sua parte).

Secondo dato di fatto: ogni ipotesi di utilizzare la Sanità per accontentare Savona, dandola a Brunello Brunetto o Angelo Vaccarezza, è tramontata. Durante il vertice di venerdì scorso sembrava che il collega medico Brunetto, ex consigliere regionale fuoriuscito dalla Lega e non più ricandidato, potesse fargli concorrenza. Ma la risposta di Bucci ieri sera è stata eloquente: “Non lo conosco personalmente”. A differenza di Massimo Nicolò, che è già stato suo vicesindaco a Genova ed è pure il suo oculista, oltre che professore universitario. Benché candidato (con scarsi risultati) nella lista di Fratelli d’Italia, entrerebbe in giunta come tecnico esterno. E il suo posto appare ormai fuori discussione.

Ufficialmente fuori dai giochi Enrico Castanini, direttore generale di Liguria Digitale, che a margine di un convegno del Rotary Club stamattina a Palazzo Ducale ha chiarito: “Se mi avessero chiamato avrei detto di no, a meno che proprio non ci fosse alcuna alternativa. Ora è finito il giro politico, vedremo il giro tecnico”. L’ipotesi di un ticket con l’assessore uscente Angelo Gratarola (anche lui candidato in Vince Liguria senza aver brillato) appare decisamente più lontana.

A questo punto, per inserire un savonese, va reimmessa in gioco una delle sei caselle “politiche”. Le vox populi più ricorrenti raccontano, con lievi differenze, che dai vertici del weekend si sia usciti con una richiesta di Marco Bucci a Edoardo Rixi: “Devi risolvermela tu”. Con la Lega chiamata, quindi, a rinunciare a uno tra Alessio e Alessandro Piana per fare posto in giunta a Sara Foscolo o Giancarlo Canepa. Più il secondo della prima, meno attratta dal ruolo. Una ricostruzione che, però, non fa i conti con l’oste: sia a Genova che a Roma i vertici del Carroccio sono compatti, i due Piana non si toccano.

Su questo fronte, quindi, non ci saranno passi indietro: Alessio Piana è troppo prezioso in vista della campagna elettorale di Genova (è stimato da Confindustria, e le sue dimissioni farebbero entrare in consiglio Sandro Garibaldi), e Alessandro Piana vanta troppe preferenze (e troppi crediti, dopo sei mesi da reggente in Regione) per metterlo da parte. Al suo posto, poi, arriverebbe in via Fieschi Armando Biasi, sindaco di Vallecrosia, uomo legato a Flavio Di Muro su cui spinge lo stesso Rixi.

Tocca allora a Bucci decidere se forzare la mano o guardare altrove. Chi parla di un ultimatum a Rixi (ma sono una minoranza) riferisce anche che Bucci sarebbe pronto, se costretto, a togliere “d’imperio” il secondo assessorato alla Lega per darlo a un civico: Ilaria Caprioglio. L’ex sindaca di Savona gode notoriamente della sua stima (è stato lo stesso Bucci a voler venire a Savona in campagna elettorale per appoggiarla) e potrebbe occuparsi della Cultura, materia per cui il quasi ex sindaco di Genova aveva detto in campagna elettorale di volere un assessore. Ma che Bucci voglia davvero esordire con uno sgarro del genere all’alleato è tutto da vedere.

Altre fonti dicono invece che, in alternativa, Bucci potrebbe chiedere a Fratelli d’Italia di “risolvergli il problema”. Magari contattando direttamente Roma (è stata proprio Giorgia Meloni a chiedergli di candidarsi a presidente della Regione). FdI avrebbe due strade. La prima: sostituire l’imperiese Lombardi (che di “giusti” ha gli sponsor ma non il curriculum) con un savonese, Rocco Invernizzi o magari Antonella Tosi (è una donna, e la giunta designata ha un problema con le quote rosa). La seconda: rinunciare a Lombardi, accettare di “intestarsi” Nicolò come secondo assessore e quindi fare posto a un altro assessore della civica (di nuovo Caprioglio).

Entrambe le ipotesi prevedono il siluramento di Lombardi, e per questo piacciono a Claudio Scajola, che non vede di buon occhio la presenza di altri due imperiesi in giunta insieme a suo nipote Marco. L’ex ministro è considerato un estimatore di Caprioglio. La savonese però piacerebbe meno (molto meno) ai partiti: a Savona nel 2021 la coalizione, che riteneva negativa la sua esperienza in Comune, la “convinse” a fare un passo indietro. E così altre fonti vogliono invece Scajola al lavoro per far entrare in giunta Angelo Vaccarezza. La leggenda narra anzi che l’assessorato sia “in mano sua” e tocchi a lui accettare. Come farlo entrare, però, è tutto un altro paio di maniche: sarebbe il secondo assessore di Forza Italia, quindi dovrebbe soffiare il posto a un altro partito. Un domino che potrebbe non crollare solo se sul piatto ci fosse qualche altra compensazione, rimettendo in gioco ruoli dati già per certi come la vicepresidenza, la presidenza del consiglio o il posto di segretario consigliere (il posto a cui, secondo gli alleati/avversari, Vaccarezza aspirerebbe davvero).

Insomma: serve un passo indietro, ma nessuno vuole farlo. E così, alla fine di questo complicato Risiko, è anche possibile un ritorno allo schema iniziale: una giunta senza savonesi. Che si potrebbero “placare” con una promessa successiva: gli assessori aggiuntivi, i sottosegretari, i consiglieri delegati. Tutte ipotesi a cui Bucci sta lavorando ritenendo che sette assessori siano troppo pochi. Nella riunione di giovedì la risposta (?) all’enigma. A meno che la norma nazionale che permetterebbe a Bucci di allargare la squadra a nove (come vorrebbero fare anche Marche e Abruzzo) non arrivi molto prima del previsto, cioè nei prossimi giorni, magari con un decreto da convertire successivamente in legge e non con un emendamento alla finanziaria. Di fatto una mossa ad regionem del governo Meloni per togliere le castagne dal fuoco al nuovo governatore, convinto a correre per la Regione proprio dalla premier. In quel caso è verosimile che la maggioranza si prenda qualche giorno in più per chiudere la partita. E sarebbe tutto molto meno complicato.

Autore
Genova24

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