La giunta approva la riforma della sanità in Liguria, Bucci: “Punto al via libera prima di Natale”
- Postato il 6 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. La giunta regionale ha approvato oggi la riforma della sanità voluta dal presidente Marco Bucci. Una sola azienda sanitaria per tutta la Liguria con le cinque Asl accorpate e trasformate in aree territoriali, un solo direttore generale, funzioni amministrative accentrate, una nuova azienda ospedaliera metropolitana che riunisca San Martino, Galliera, Villa Scassi e il futuro polo di Erzelli: questi i punti principali del testo che ora dovrà passare al vaglio del Consiglio regionale.
“La giunta ha approvato la prima versione che poi andrà in commissione il prima possibile. Ci aspettiamo ovviamente emendamenti e attività da parte sia della maggioranza che dall’opposizione”, ha spiegato Bucci prima di intervenire alla cerimonia di apertura del congresso dei farmacisti ospedalieri al Porto Antico.
Bucci vuole arrivare all’approvazione entro l’anno, quindi i tempi sono stretti: “Avremo almeno tre o quattro commissioni, immagino che le commissioni saranno affollate, ci sarà un sacco di lavoro da fare. Spero che si riesca a arrivare in consiglio per un’approvazione finale verso la metà di dicembre, poco prima di Natale”.
Il governatore era partito con l’intenzione di scrivere la legge insieme all’opposizione, ma dalle forze del centrosinistra, a parte l’iniziale apertura del Pd, non sono arrivati segnali di distensione, complici le forti critiche già arrivate dagli organi di rappresentanza del personale sanitario. Bucci, però, pensa ci sia ancora lo spazio per ragionare con la minoranza “Assolutamente sì, questo è quello che mi auguro e penso che sia un bel segnale per tutta la Liguria. Facciamo qualcosa che poi alla fine riguarda tutti, quindi è una cosa importante che si possa fare tutti”.
Secondo le indiscrezioni trapelate, la riforma dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2026 con la nascita dell’Azienda territoriale sociosanitaria ligure. Contemporaneamente decadranno tutti i direttori delle Asl e degli ospedali, sostituiti da un solo direttore generale che rimarrà in carica fino a cinque anni e da singoli direttori territoriali nelle cinque aree sociosanitarie locali che rimarranno con gli stessi confini attuali. Dal super direttore dipenderà anche la nuova azienda che gestirà tutti gli ospedali genovesi, eccetto il Gaslini.
Il punto centrale della riforma, nella logica prospettata da Bucci nelle scorse settimane, è l’accentramento delle funzioni amministrative della nuova azienda regionale, in modo da ottenere più risorse nel budget da destinare alla garanzia dei Lea. “Certamente, quando la riforma sarà regime, dai 20 ai 40 milioni saranno tolti dal back office e andranno a finire sul territorio“.
Opposizione all’attacco: “La riforma non risolve i problemi, nei prossimi giorni controproposta”
“La riforma della sanità presentata da Bucci parla solo di governance e non risolve i problemi dei malati. Noi non ignoriamo che ci siano anche interventi di razionalizzazione da fare e non ci siamo sottratti ad un confronto su questo”.
Questa la reazione dei capigruppo di opposizione in Regione Liguria: Armando Sanna, Partito Democratico; Selena Candia, Alleanza Verdi e Sinistra; Stefano Giordano, Movimento 5 stelle e Gianni Pastorino, Lista Orlando presidente, sulla riforma presentata da Bucci
“Prescindendo dalle perplessità su quelli proposti, sui quali stiamo definendo puntuali osservazioni, riteniamo che nessuna modifica dell’organigramma da sola possa migliorare la qualità dei servizi, anzi, intervenire senza confronto e senza definire come riorganizzare e potenziare i servizi rischia di peggiorare persino una situazione che, nonostante i proclami della giunta, si fa ogni giorno più grave. Per questo nei prossimi giorni presenteremo una nostra controproposta che chiediamo sia valutata prima di procedere con quello che per noi resta comunque un presupposto fondamentale: il confronto con il territorio, con i lavoratori e con la rappresentanza dei cittadini utenti. Crediamo, insomma, che sia necessaria l’ambizione di ripensare il sistema sociosanitario a partire dai bisogni delle persone e di come sono cambiati nel corso di questi anni”.