La Generazione Z e la sfida a Erdogan
- Postato il 30 marzo 2025
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Il Quotidiano del Sud
La Generazione Z e la sfida a Erdogan
Turchia, ragazzi protagonisti nelle piazze, associano al presidente Erdogan lo sfascio economico: i giovani della generazione Z chiedono garanzie sul loro futuro.
Si sono conclusi con una imponente manifestazione nell’area meeting di Maltepe, a Istanbul, i primi dieci giorni dell’ondata di proteste antigovernative senza precedenti dal 2002, da quando Erdogan è al potere. Ci sarà una pausa per le festività di fine Ramadan e poi si riprenderà con i mega raduni di Ankara e Izmir. Al raduno di Maltepe è stata letta una lettera di Imamoglu, da lui scritta nella prigione di Silivri in cui è rinchiuso dal 19 marzo. A Maltepe erano presenti in massa anche le organizzazioni curde.
Gli eventi tragici della scorsa settimana hanno reso più chiaro che mai che la decisione di Erdogan di riprendere i colloqui con Öcalan era stata guidata dal desiderio di assicurarsi il sostegno del partito filocurdo DEM per attrarre il voto curdo, considerato necessario per avere i numeri sufficienti in Parlamento per cambiare la costituzione e assicurarsi un terzo mandato presidenziale, dal momento che a costituzione vigente il presidente non potrà presentarsi alle prossime presidenziali, per il limite dei due mandati.
UN FUTURO INCERTO: LA GENERAZIONE Z E LA SFIDA A ERDOGAN
A tre anni dalle elezioni presidenziali, ci sono molti conigli che Erdogan potrebbe tirare fuori dal cilindro. Le tendenze autoritarie che imperversano in tutto il mondo, comprese quelle negli Stati Uniti, abbinate alla crescente influenza geopolitica della Turchia rendono le cose molto più facili per il leader turco. Ma mentre potrebbe continuare a mantenere il potere per il prossimo futuro, quell’ Erdogan, che un tempo ispirava speranze per una Turchia migliore, più libera e più prospera, è ora saldamente sepolto nel passato. «Dov’è l’Unione europea?» «Dov’è l’Europa che predica sempre democrazia e diritti umani?», si chiedono gli studenti universitari mentre vengono malmenati dalla polizia. Il loro futuro democratico viene rubato per averlo difeso con coraggio dal fuoco dei lacrimogeni dei poliziotti che intervengono con violenza sempre crescente mentre il governo intensifica la censura in Internet.
CHI SONO I GIOVANI MANIFESTANTI?
Ma chi sono i giovanissimi che partecipano alle proteste? Perché sono in strada coprendosi il volto con bandiere turche, sciarpe e mascherine chirurgiche mentre, coraggiosamente, scandiscono slogan davanti alle barricata della polizia nel parco Saraçhane? Alcuni di loro stringevano nelle mani una bottiglia di plastica piena di latte per poterla bere per proteggersi dai gas lacrimogeni. Protestano contro il governo, ma non esitano a criticare anche il CHP. Sono giovani, per lo più appartenenti alla generazione Z; stanno attirando l’attenzione con la loro intensa partecipazione, con il loro stile di protesta molto fantasiosa e con parole d’ordine che esprimono il totale rifiuto di ogni autoritarismo e che, soprattutto, vogliono avere garanzie sul loro futuro.
LA CRISI ECONOMICA E IL FUTURO NEGATO
Si tratta di giovanissimi che non hanno vissuto gli anni precedenti a Tayyip e che non hanno nemmeno vissuto il boom economico dei primi anni del governo dell’AKP. Sono nati durante la crisi economica o poco prima e dunque non hanno memoria degli anni d’oro dello sviluppo economico del loro Paese, quelli dal 2003 al 2012. La Generazione Z in Turchia ha dunque vissuto solo il periodo della terribile crisi economica ancora in corso e per questo associano il governo di Erdogan allo sfascio dell’economia. La popolazione turca sta cambiando e dunque anche l’elettorato cambia. Ora i giovani in Turchia sono molto preoccupati per il loro futuro e ritengono che non può essere garantito da Erdogan.
Sono consapevoli del fatto che, o difendono ora il loro futuro oppure saranno costretti a scappare dalla Turchia, come già molti dei loro coetanei hanno fatto. Saraçhane, dove ha sede la Municipalità di Istanbul, è stata teatro di celebrazioni e proteste dell’opposizione fin dalle elezioni locali del 2019. Per anni, i partecipanti di quelle manifestazioni erano prevalentemente persone di mezza età: quelle che sui social media venivano etichettate come “laik teyzeler” e “laik amcalar”, ovvero “zie laiche” e “zii laici”. Erano prevalentemente i figli dei kemalisti. Dopo la notizia degli arresti, della mattina del 19 marzo, Saraçhane è stata nuovamente il luogo di manifestazioni spontanee, ma questa volta, però, la composizione della folla è stata completamente diversa dal passato. Questa volta era dominata dai giovanissimi, in particolare dagli studenti universitari.
LA “GENERAZIONE GEZI” IN PIAZZA SFIDANO ED ERDOGAN
I giovani raccontano che erano bambini durante le proteste di Gezi Park, ma di averne memoria e di essere rimasti colpiti da quel moto di protesta di massa antigovernative del 2013. Questi giovani che ora manifestano sono i figli della “generazione di Gezi”. Sono stati i giovani di Saraçhane ad aprire la strada a questo grande movimento di piazza. Infatti, il Partito repubblicano del popolo nelle prime ore dell’arresto di Imamoglu non si era mosso, è stato costretto a farlo quando la piazza era già occupata dagli studenti ed erano arrivate le prime critiche al maggior partito d’opposizione che si stava comportando come nel passato, cioè in maniera morbida: rinunciando a far sentire la propria voce e la propria forza nelle strade.
UN MOVIMENTO SPONTANEO E VARIEGATO
Mercoledì 19 marzo, studenti provenienti da diverse università si sono spontaneamente radunati di fronte all’Università di Istanbul, nella vicina Beyazıt come in una Euromaidan turca. Le immagini degli studenti che sfondano i cordoni della polizia si sono diffuse rapidamente sui social media. Folle di giovanissimi si sono dirette in marcia verso Saraçhane. Nel frattempo, il presidente del CHP, Özgür Özel, stava rilasciando una dichiarazione alla stampa dall’edificio della municipalità. Özel, quando ha visto che la folla aumentava vertiginosamente, ha inserito un saluto all’azione degli studenti nella sua dichiarazione e ha convocato subito una manifestazione per quella stessa sera. Giovedì 20 marzo le università erano esplose.
Le proteste si sono svolte in diversi campus, dall’Università Bilgi a quella di Marmara. Le organizzazioni studentesche delle varie Facoltà di tutto il paese hanno iniziato a comunicare tramite gruppi WhatsApp e si sono dati appuntamento a Saraçhane. Hanno scioperato e protestato anche i liceali e addirittura gli studenti delle scuole medie. Si è creato un movimento spontaneo molto variegato, ma con una caratteristica comune, prioritaria: l’opposizione al potere.
Il Quotidiano del Sud.
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