La Francia riconosce lo Stato di Palestina, Netanyahu: “Premio al terrorismo”. Usa: “Decisione sconsiderata”
- Postato il 25 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La decisione verrà ufficializzata a settembre davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, ma la Francia di Emmanuel Macron ha già deciso: riconoscerà lo Stato di Palestina, mentre la situazione a Gaza è da tempo al collasso e degenera sempre più col passare dei giorni, delle ore. La scelta di Parigi è stata accolta da Hamas come “un passo positivo” per invitare anche altri Paesi a intraprendere lo stesso percorso, ma condannata – come prevedibile – da Israele. A intervenire è il primo ministro Benjamin Netanyahu, secondo cui la presa di posizione francese “premia il terrore e rischia di creare un altro rappresentante dell’Iran, proprio come è successo a Gaza. Uno stato palestinese in queste condizioni sarebbe un trampolino di lancio per annientare Israele, non per vivere in pace al suo fianco”. “Sia chiaro: i palestinesi non cercano uno Stato accanto a Israele; cercano uno Stato al posto di Israele”, aggiunge il premier. Contrari come Tel Aviv anche gli Stati Uniti di Donald Trump, che per voce di Marco Rubio “respingono fermamente il piano” del presidente francese- “Questa decisione sconsiderata – ha scritto il segretario di Stato su X – non fa che alimentare la propaganda di Hamas e ostacola la pace. E’ uno schiaffo in faccia alle vittime del 7 ottobre”.
Da Israele attacca Parigi anche il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar, che parla di decisione “assurda e poco seria”, sostenendo che “uno Stato palestinese sarebbe uno Stato di Hamas, proprio come il ritiro israeliano alla Striscia di Gaza vent’anni fa ha portato alla presa del potere da parte di Hamas”. Macron “non può garantire la sicurezza di Israele”, aggiunge Sàar, affermando che “il tentativo di Israele di basare la sua sicurezza sulle promesse palestinesi di combattere il terrorismo è fallito completamente nel processo di Oslo”, riferendosi all’iniziativa di pace degli anni ’90 tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina che mirava a una soluzione a due Stati. “Israele non giocherà più con la sua sicurezza e il suo futuro”, conclude Sàar citato da ‘The Times of Israel‘. Rispondono invece con sarcasmo a Macron il ministro della diaspora Amichai Chikli e un consigliere per i media di Netanyahu. “A nome del governo di Israele, ecco la nostra risposta al vostro riconoscimento di uno Stato palestinese”, twitta Chikli sopra una gif di Macron nell’ormai celebre episodio in cui viene schiaffeggiato dalla moglie, Brigitte Macron, durante la visita in Vietnam a maggio.
L’intenzione di Parigi viene ulteriormente dettagliata da Ofer Bronchtein, storico consigliere speciale di Macron per gli affari israelo-palestinesi, che in un’intervista radiofonica in lingua ebraica all’emittente pubblica israeliana Kan, ha dichiarato che “il 7 ottobre non sarebbe accaduto in presenza di uno Stato palestinese”. “Tutti parlano da 40 anni della soluzione dei due Stati. Mi fa arrabbiare che la gente dica che incoraggiamo il terrore”, ha affermato il consigliere presidenziale. “Se ci fosse stata la sovranità palestinese a Gaza, sono convinto che il 7 ottobre non ci sarebbe stato”. Dalla parte di Parigi c’è il premier spagnolo Pedro Sanchez, che da tempo ha messo in atto strategie diplomatiche per isolare Tel Aviv e ha deciso di riconoscere la Palestina già nel 2024. “Celebro che la Francia si unisca alla Spagna e ad altri Paesi europei nel riconoscimento dello Stato di Palestina. Dobbiamo proteggere tutti insieme ciò che Netanyahu sta cercando di distruggere. La soluzione dei due stati è l’unica soluzione”, ha dichiarato Sanchez. Lo Stato di Palestina era già stato riconosciuto da Bulgaria, Cipro, Ungheria, Polonia, Romania, l’allora Cecoslovacchia, quando erano nell’orbita dell’Urss (ma dopo la divisione con la Slovacchia, la Repubblica Ceca ha fatto un passo indietro). Oggi, sull’onda dell’offensiva israeliana a Gaza, è arrivato il sostegno alla statualità palestinese dalla Norvegia (che non fa parte dell’Ue), dall’ Irlanda e dalla Spagna. Malta riconosce il diritto dei palestinesi alla statualità ma non formalmente lo Stato di Palestina, anche se lo scorso marzo si è detta pronta a fare questo passo, così come la Slovenia, “quando le circostanze saranno giuste”. A livello Onu, secondo l’Anp, questa posizione è stata assunta dal 70% dei membri: 142 su 193.
Nel mondo, intanto cresce l’indignazione per il collasso umanitario nella Striscia, asfissiata dalla mancanza di consegna di aiuti, dalla morte di fame di decine e decine di bambini. Dalle sparatorie che quotidianamente si verificano sulle persone in attesa di ricevere cibo, dai raid sulle tende degli sfollati. C’è il Canada, che ha condannato il governo israeliano per non essere riuscito a impedire quello che il primo ministro Mark Carney ha definito un disastro umanitario. Carney ha inoltre accusato Israele di aver violato il diritto internazionale bloccando la consegna degli aiuti finanziati dal Canada ai civili nell’enclave palestinese devastata dalla guerra. “Il Canada invita tutte le parti a negoziare un cessate il fuoco immediato e in buona fede. Ribadiamo il nostro appello ad Hamas affinché rilasci immediatamente tutti gli ostaggi e al governo israeliano affinché rispetti l’integrità territoriale della Cisgiordania e di Gaza”, ha dichiarato Carney su X. E oggi è prevista una chiamata di emergenza tra Londra, Parigi e Berlino sulla situazione, gravissima e disastrosa, della Striscia.
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