La fantasy è tornata al potere: da Conan a The Witcher, il genere che domina di nuovo libri e serie
- Postato il 1 novembre 2025
- Di Panorama
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Conan si mise con le spalle al muro e brandì l’ascia. Era l’immagine del primitivo invincibile: le gambe divaricate, la testa in avanti, una mano appoggiata alla parete per reggersi, l’altra che impugnava l’ascia mentre i muscoli si gonfiavano come corde sotto la pelle e i lineamenti del volto si componevano in una maschera furiosa. Gli occhi bruciavano attraverso un velo di sangue e gli avversari esitarono: per quanto feroci, dissoluti e criminali fossero, appartenevano alle cosiddette razze civili e avevano ricevuto una certa educazione. Lui invece era il barbaro, l’assassino naturale. Gli attaccanti arretrarono, ben consapevoli che la tigre morente può dare ancora la morte». Robert E. Howard (nato in Texas nel 1906) scrisse queste frasi nel 1932, quattro anni prima di morire nel 1936. Se ne andò presto, ma non prima di avere creato uno dei personaggi più straordinari della letteratura mondiale: Conan il Barbaro.
E l’aspetto incredibile della faccenda è che ancora funziona. A poco meno di cent’anni dall’esordio, questo bruto muscoloso armato di spadone continua a ispirare autori e lettori in tutto il mondo. Panini comics ne pubblica le avventure a fumetti in bianco e nero nella serie La spada selvaggia di Conan. La storica Urania di Mondadori ha appena lanciato una nuova sotto collana fantasy in formato tascabile per le librerie, e i racconti di Conan non sfigurano a fianco delle opere di George R.R. Martin, l’inventore del Trono di spade.
Eppure funziona ancora. Non solo Conan, tutto il fantasy. Un genere a lungo sottovalutato, che non ha mai goduto della legittimazione intellettuale toccata al giallo e alla fantascienza. Robetta d’avventura di poco valore, nella migliore delle ipotesi intrattenimento di media fattura per ragazzi: questo si è sempre detto dei romanzi e dei racconti di antichi guerrieri, draghi, stregoni e maghi. Ma il fantasy ha continuato imperterrito a sfornare capolavori, si è adattato allo scorrere del tempo e adesso trionfa sugli scaffali, riesce a coinvolgere persino il pubblico più giovane che solitamente è allergico ai libri. Chissà, forse il merito è anche della narrativa cosiddetta young adult, che coinvolge gli adolescenti e spesso presenta ambientazioni fantastiche. O forse è merito del mostruoso successo ottenuto dal Trono di spade.
In qualche caso sono i videogiochi a creare fenomeni di successo. Dalla saga videoludica di Dark Souls Julien Blondel e Shonen hanno tratto l’adattamento manga Dark Souls – Redemption, edito in Italia da J-Pop. I due fumettisti – ospiti a Lucca Comics – hanno creato una storia originale resa secondo i canoni delle opere giapponesi più innovative ed efficaci a livello grafico. Ne è scaturito un ottimo risultato: un fumetto adulto e scuro, emozionante. Del resto il fantasy ha anche questa declinazione più ruvida, che nei romanzi è perfettamente interpretata da un autore come Joe Abercrombie, di cui E/O sta pubblicando alcuni romanzi tra i più belli. Anche qui le atmosfere sono adulte, violente e sensuali: racconti di demoni e spade risciacquati nella filmografia di Quentin Tarantino. Chi cerca emozioni simili nei manga può sfogliare Berserk, che per livello di brutalità supera pure Ken il Guerriero. Se invece si privilegiano sfumature d’avventura meno sanguinarie ma comunque originalissime e fuori dai canoni, c’è una interessante produzione italiana: One Last Time di Dario Sicchio e Caterina Bonomelli (edito sempre da J-Pop) di nuovo in stile manga.
Comunque sia, funziona. Funziona sulle piattaforme digitali come Netflix, basti citare la serie The Witcher basata sulla Saga di Geralt di Rivia di Andrzej Sapkowski, di cui è appena uscito un nuovo romanzo. L’universo di questo uccisore di mostri con i capelli argentati ha ispirato anche numerosi volumi a fumetti e dimostra alla perfezione quanto sia duttile e stratificato il fantasy. Ne esistono manifestazioni per ogni tipologia di lettore. Dopo tutto, uno dei più importanti romanzi del Novecento, Il Signore degli anelli, è un fantasy. E sono fantasy anche i Racconti di Terramare, ovvero la saga di Earthsea creata dalla scrittrice statunitense Ursula K. Le Guin da cui Miyazaki ha tratto un film di animazione nel 2006. Tra la Le Guin e Tolkien c’è appunto un mare, tra lei e Conan un abisso. L’autrice americana era una femminista radicale, i suoi romanzi sono intrisi di tematiche razziali e di genere. Nulla di più distante dal barbaro di Howard, che le femministe probabilmente considerano un prototipo della mascolinità tossica e predatoria, con l’aggravante che l’autore era un conservatore di ferro, amico di H.P. Lovecraft e autore pure di un racconto sulla fine dell’uomo bianco.
Ma il punto forse è proprio questo. A prescindere dall’intensità della violenza e dall’oscurità della trama, e soprattutto a prescindere dalla connotazione politica, il fantasy continua a resistere e prosperare perché fornisce ogni volta una variazione sul tema del viaggio dell’eroe, uno dei capisaldi della cultura occidentale. In fondo, è solo di questo che ciascuno di noi ha bisogno. Qualcuno, esibendo non pochi pregiudizi, potrebbe liquidare questo genere di letteratura come paccottiglia, anche fingendo di ignorare che a farne la storia siano stati autori di genio come Gene Wolfe e tanti altri. Certo, si può addirittura ridere di draghi e troll, di marinai esotici e di guerrieri con la pelle intarsiata di cicatrici. Ma a ben vedere il fantasy è perfino più realistico della in cui ci troviamo immersi. Decenni di correttezza politica e di occultamento della violenza ci hanno trasportato in un mondo artificiale, edulcorato, che inganna fingendosi inoffensivo. Nel Fantasy invece si deve sempre lottare, tocca mostrare coraggio e vincere i propri limiti, in un modo o nell’altro si celebrano le virtù guerriere, anche quando sono ben nascoste dentro l’immaginario progressista. Nel fantasy si affrontano i demoni del mondo e non soltanto i propri, e ogni volta i protagonisti devono percorrere la strada impervia che rende adulti, e che inevitabilmente passa attraverso selve oscure popolate di creature feroci. Questi sono i canoni del genere, ma anche la vita vera ci costringe in questo orizzonte. Ecco allora che il fantasy è epica contemporanea, è il racconto antico ma sempre vivo che disvela la nostra natura più profonda. È un genere spirituale, che comporta una ascesi – con o senza un dio da pregare.
Per questo funziona: perché alla fine dei conti, sotto la spessa coltre di buonismo e di bugie in cui ci siamo avvolti, un barbaro attende nell’ombra, bramoso di combattere.