La drag queen Priscilla nel liceo di Acerra in tailleur e kefia, la Lega presenta un’interrogazione a Valditara
- Postato il 7 maggio 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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“E ora chi glielo dice ai trogloditi al governo che sono entrata in un liceo?”. Comincia così il post con cui la drag queen Priscilla, al secolo Mariano Gallo, ha documentato nei mesi scorsi sui social il suo incontro con gli studenti e le studentesse del liceo ‘Munari’ di Acerra, ora al centro di una interrogazione della Lega.
In alcuni video su Instagram si documenta l’ovazione con cui Priscilla – che ha oltre 88mila followers e non è nuova a incontri durante i quali parla di temi sociali, di questioni legate all’inclusione, alla disabilità ed ora soprattutto del “genocidio in Palestina” – è stata accolta al suo ingresso nel liceo campano, vestita con uno scintillante tailleur pantalone fucsia e con una kefia sulle spalle.
“È la prima volta in assoluto che una drag queen incontra gli studenti e le studentesse di un liceo”, dice Priscilla nel video. E nel post aggiunge: “Incontro voluto da loro, in occasione della settimana dello studente. Erano presenti i/le loro insegnanti e la dirigente dell’istituto, che hanno partecipato con entusiasmo al dibattito. È stato un momento di confronto prezioso: abbiamo parlato di bullismo, omofobia, dell’importanza dell’istruzione, della lotta intersezionale alle discriminazioni, di diritti civili, di politica intesa come partecipazione attiva, del popolo palestinese. Ho trovato in questi/e giovani ragazzi e ragazze una tale consapevolezza e determinazione che mi ha profondamente ispirato e commosso. Mentre la riforma scolastica ci vuole riportare al Medioevo, i/le giovani guardano avanti”.
E poi sono arrivate le domande e le considerazioni degli studenti e delle studentesse: è stato il momento più intenso ed emozionante”, ricorda Priscilla. “Antonio, 17 anni, ha sottolineato l’importanza di definirci come una sola comunità: La comunità dell’essere umano. Fabiana ha parlato della lotta alla dinamiche tossiche (politiche e sociali) e di quanto sia fondamentale manifestare il proprio dissenso. E poi abbiamo parlato di famiglia, in particolare di quelle famiglie che purtroppo non accolgono i propri figli e figlie per ciò che sono, creando un ambiente ostile in casa”.
“Ho salutato questi studenti e studentesse – conclude la drag queen – col cuore pieno di emozione e gratitudine. Manifestate sempre il vostro dissenso, ribellatevi. Combattete per quello in cui credete. Non permettete mai a qualcuno di zittirvi o di dirvi come dovete essere. Mi hanno regalato energia positiva. Sono fiero di loro. Credo in loro”.
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La Lega presenterà un’interrogazione al ministro Valditara
L’incontro non è andato giù alla Lega che ha annunciato di voler presentare un’interrogazione al ministro Vaditara proprio per fare chiarezza su quanto accaduto lo scorso gennaio nel Liceo “Munari” di Acerra. Ad annunciarlo è Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione: “Niente a che vedere con un pedagogista, uno psicologo dell’età evolutiva o un esperto di comunicazione: solo un soggetto che, senza alcuna competenza, fa formazione, dicendo ai nostri ragazzi che ‘spesso, quello che viene costruito a scuola, viene distrutto a casa dalle famiglie’. Non aggiungo altro. Ora capite quando dico che nelle nostre scuole c’è l’assalto di attivisti ideologizzati (nella fattispecie, la drag queen si definisce sulla sua pagina attivista queer e transfemminista) con la complicità di docenti di estrema sinistra? Il consenso informato voluto dalla Lega porrà dei limiti a questa deriva progressista. Difendiamo la libertà di scelta educativa delle famiglie”.
Ma per i presidi la scuola è un luogo di confronto
Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi di Roma, all’Ansa ha ribadito la posizione dei dirigenti scolastici in riferimento alla vicenda di Acerra. Per Rusconi, la scuola deve essere un luogo di confronto: “La scuola e il mondo della formazione deve essere lontano da contenziosi cercati in continuazione, devono essere un luogo di confronto democratico. Quando i miei studenti mi hanno chiesto di far partecipare un attivista ad una assemblea pro Palestina ho risposto che non avevo nulla in contrario se avessimo invitato anche un esponente israeliano. Quando si innescano processi di conflittualità e si inserisce il contenzioso della politica partitica nella scuola, si fa un danno ai giovani, si impedisce il confronto e si accentua lo scontro, mentre la missione della scuola è permettere il confronto democratico che implica più voci, mai unitarie”.
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