La donna è paralizzata e non può prendere da sola il farmaco, la Consulta blocca il suicidio assistito

  • Postato il 30 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Blitz
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“I miei tempi non sono quelli della politica. I parlamentari hanno rinviato la discussione sul fine vita a settembre, come se la mia malattia potesse prendersi una pausa estiva. I miei tempi non sono neanche quelli della giustizia. I giudici chiedono altra documentazione e approfondimenti. Ma ogni giorno in più, per me, è sofferenza, tortura, umiliazione. Vi chiedo una sola cosa: fate presto”. A parlare è Libera, 55 anni, toscana, paralizzata dal collo in giù per la sclerosi multipla. A dare voce alla donna è l’Associazione Coscioni. Libera ha ottenuto l’accesso al suicidio assistito, ma a causa della sua condizione ha dovuto chiedere l’aiuto di un medico per morire. E proprio qui si è fermato l’iter per il suicidio assistito. Il caso infatti è finito alla Consulta, che ha dichiarato inammissibile il quesito sollevato dal tribunale di Firenze sull’articolo 579 del codice penale (omicidio del consenziente), per carenza di motivazione. Libera quindi per ora deve restare in vita.

Ora spetta al giudice verificare su scala nazionale la reperibilità di un dispositivo per l’autosomministrazione del farmaco. “Le sue condizioni stanno peggiorando, non riesce quasi più a parlare”, denuncia l’Associazione. “Il tempo – afferma la segretaria dell’associazione, Filomena Gallo – non è solo una variabile: è parte integrante del diritto stesso. Ogni rinvio può diventare una negazione concreta dell’autodeterminazione”.

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Blitz

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