La donna d'acciaio anti Maduro
- Postato il 10 ottobre 2025
- Estero
- Di Agi.it
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La donna d'acciaio anti Maduro
AGI - Di buona famiglia, laureata in ingegneria industriale, Maria Corina Machado avrebbe potuto lasciare il suo paese e come molti venezuelani costruirsi un'agiata vita all'estero. E invece la neo-laureata premio Nobel per la Pace ha scelto testardamente di restare in Venezuela e di fare della battaglia per la democrazia e contro Nicolas Maduro la sua ragione di vita. Non a caso per tutti è 'la dama d'acciaio'.
Grande deluso è di certo Donald Trump, ma anche se non ha vinto lui il Nobel, il presidente americano potrebbe apprezzare che il premio sia andato alla paladina della battaglia contro il comune arci-nemico.
Nata a Caracas nel 1967, maggiore delle quattro figlie di un importante imprenditore dell'acciaio, Henrique Machado Zuloaga, e di Corina Parisca, psicologa. Si laurea in ingegneria all'università cattolica Andres Bello e ottiene un master in finanza all'Istituto di Studi superiori dell'amministrazione, una sorta di Ena venezuelana, sempre a di Caracas.
Si trasferisce ancora giovane in Spagna dove, a Valencia, lavora per diversi anni nell'industria automobilistica. Ma nel 1993 torna a Carcas. Già madre di tre figli, nel 1992 crea la Fondazione Atenea per assistere i bambini di strada a Caracas.
Nel 2002, in piena deriva autoritaria dell'allora presidente Higo Chavez, fonda con Alejandro Plaz l'associazione di volontariato Sumate. "Non potevo restarmene a casa a guardare il Paese crollare", ha raccontato poi. È Sumate, nel 2004, a farsi promotrice della richiesta di un referendum per esautorare Chavez. Il presidente vince 60-40, con accuse di brogli elettorali, e Machado finisce in cima alla lista dei nemici del regime mentre Sumate finisce sotto accusa per avere ricevuto fondi dall'estero.
Nel febbraio del 2010 Machado si dimette da Sumate e si candida al Parlamento, sostenuta da una piattaforma indipendente: viene eletta con l'85% per cento dei voti, un record a livello nazionale. "Come deputato della Repubblica, come rappresentante del popolo, voglio lavorare instancabilmente, responsabilmente e appassionatamente per difendere il vostro diritto di pensare liberamente, per difendere il vostro diritto di vivere senza paura", scandisce dopo la vittoria.
Nel 2012 fonda il partito Vente Venezuela con un chiaro programma liberale, centrista profondamente anticomunista. Intanto Chavez muore e al suo posto arriva Nicolas Maduro.
Nel marzo 2014, Machado viene rimossa dall'incarico di deputata, con l'accusa di avere violato la Costituzione nell'accettare l'incarico di ambasciatore supplente di Panama all'Organizzazione degli Stati Americani. Nel 2015, è interdetta dai pubblici uffici per un anno.
La 'dama de acero', la signora d'acciaio come viene chiamata, non si scoraggia e lancia la sua battaglia senza quartiere a Maduro. Nel 2018 la Bbc la inserisce nella lista delle 100 donne più influenti al mondo.
Nonostante le persecuzioni contro gli oppositori politici e i milioni di persone in fuga dal Venezuela, Machado non se ne va. La sua battaglia politica è in salita, non solo per la durezza del regime ma anche per la divisione dell'opposizione. Machado riesce nella faticosa opera di comporre le differenze e unire i movimenti anti- Maduro.
Nell'ottobre 2023 vince le primarie dell'opposizione per le presidenziali con oltre due milioni di voti e diventa ufficialmente la sfidante di Maduro. Ma di nuovo a fermarla arrivano i tribunali. A gennaio 2024 la Corte suprema, controllata dal presidente, la accusa di corruzione in combutta con Juan Guaidò e le vieta di correre alle elezioni e di ricoprire incarichi pubblici per 15 anni.
Machado deve rinunciare a candidarsi, e in fretta e furia l'opposizione è costretta a ripiegare su Edmundo Gonzalez Utturria come rappresentante di Piattaforma Unitaria.
Secondo i risultati ufficiali, Maduro vince ancora una volta con quasi il 52% contro il 43% di Gonzalez. Il risultato viene contestato dall'opposizione che, in base un lavoro capillare di osservazione elettorale su tutto il territorio, decreta la vittoria di Gonzalez. "Abbiamo vinto noi", dice Machado.
Ma Maduro giura di nuovo da Presidente. La comunità internazionale non riconosce il risultato ufficiale e Gonalez va in esilio in Spagna. Machado resta e continua la sua battaglia da "coraggiosa e impegnata paladina della pace, una donna che mantiene viva la fiamma della democrazia in mezzo a un'oscurità crescente", è il tributo del Comitato del Nobel.
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