La donna che salverà gli altari
- Postato il 19 aprile 2025
- Di Agi.it
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La donna che salverà gli altari
AGI - È un terremoto nella Chiesa, troppi scandali. Secondo tradizione, una volta fu san Francesco a evitare crolli di credibilità. Oggi, tra i credenti c'è chi spera nell'intervento salvifico di una donna. All'ombra della croce scandali ci sono sempre stati.
Già nel XIII secolo le cronache ricordano come il poverello di Assisi dovette intervenire con una vigorosa spinta di fede per sostenere la Casa di Dio ammalorata da chierici peccaminosi. Un salvataggio che ha fatto storia. Si narra che al Laterano, Innocenzo III sognò il religioso reggere sulle spalle il tempio cattolico a pezzi (scena raffigurata nel dipinto del 1295-1299 attribuito a Giotto ed esposto ad Assisi, in Umbria) salvandolo dallo schianto. Ora sembra di rivivere quell'emergenza. Datato 1926, nei giardini di via Carlo Felice, davanti a San Giovanni in Laterano c'è un monumento dedicato al santo umbro.
La prima interpretazione (quella originale) vede immortalata nell'opera una sorta di invocazione: il Serafico è con le braccia sollevate rivolgendosi al papa per essere accolto. Invece, stando a un'altra spiegazione che oggi gira in taluni ambienti sacerdotali, il senso della scultura sarebbe quello di una ennesima sua offerta di aiuto alla Chiesa.
L'edificio sacro traballerebbe di nuovo e Francesco si mostrerebbe pronto a intervenire ancora. Però il frate di Assisi ha già fatto la sua parte. L'inquietudine di cui si parla oggi richiederebbe che fosse qualcun altro a rimboccarsi le maniche e a compiere il miracolo, magari una/uno anima pia che emergesse dal tempo presente. Sullo sfondo appare la figura di una donna. Alla Chiesa ha già dato molto e continua a farlo. Si chiama Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia, al secolo Sanchez Moreno. È nata in Spagna nel febbraio del 1929 e scomparsa a Roma nel luglio 2021: minuta nel corpo ma un gigante nell'anima. Nel marzo del 1959 ha fondato l'Opera della Chiesa, dal ‘97 diventata istituzione religiosa di Diritto pontificio, benedetta da Giovanni Paolo II un anno prima andato a trovare la fondatrice allettata. Da statuto la missione è di vivere il mistero della Chiesa, sostenere i credenti provenienti da ogni parte del mondo perché bisognosi di una iniezione di fede. In pratica, l'Opera è un pronto soccorso spirituale con oltre 40 Case sparse in quattro continenti.
Tra gli aderenti si contano prelati e laici. Ma chi era Madre Trinidad? Di certo è considerata una mistica. Nata a Dos Hermanas (Siviglia), a 17 anni è stata folgorata dalla grazia. Ha cominciato a essere testimone dell'aldilà cattolico, a riportare le sue esperienze “celeste” su taccuini oggi conservati dall'Opera. Poi, ancora giovane, la Madre è andata a Madrid e nel 1959 - alla vigilia del Concilio Vaticano II - è stata inviata a Roma per incontrare il santo padre. Sì, proprio lei, una donna e in quegli anni.
“Sono l'eco della Chiesa in lutto – ha scritto Madre Trinidad in uno dei suoi taccuini – e Dio è un giubilo di amore”. Quindi la visione: “Alzati Chiesa, che la confusione avanza”.
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