La disinformazione russa punta i volenterosi e colpisce Berlino. Ecco come
- Postato il 10 settembre 2025
- James Bond
- Di Formiche
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A pochi giorni dal vertice dei volenterosi a Parigi, l’ecosistema di propaganda pro-Cremlino ha incrementato la propria attività. Ne sono un esempio la diffusione di una mappa militare falsa relativa alla coalizione dei “willing” e la moltiplicazione di campagne di disinformazione dirette contro il cancelliere tedesco Friedrich Merz.
Riguardo la coalizione
Sui social, una mappa militare fasulla attribuisce alla coalizione un imminente dispiegamento di 50mila soldati in Ucraina, con la Francia incaricata di blindare gran parte del fronte orientale. Il documento militare fasullo, rilanciato su canali Telegram francofoni e presentato come “bottino” del gruppo filorusso Killnet dopo un presunto hack a un inesistente “ufficio delle forze armate francesi”, racconta di un imminente dispiegamento di 50mila soldati in Ucraina, con Parigi pronta a blindare il fronte orientale. La sua diffusione, tuttavia, rivela l’intento. Accreditare l’idea di un imminente intervento terrestre occidentale e alimentare la percezione di una escalation.
Su Berlino
In Germania il secondo fronte. Friedrich Merz, diventato cancelliere da quattro mesi, è stato da subito oggetto di diverse campagne di disinformazione. Nei primi giorni di settembre il Servizio di intelligence esterno russo (Svr) ha diffuso un testo in cui Merz viene descritto come ossessionato dall’invio dei missili Taurus a Kyiv, con motivazioni radicate, secondo Mosca, in presunti legami familiari con il nazismo. Il riferimento era al nonno materno Josef Paul Sauvigny, sindaco di Brilon negli anni Venti, che con l’avvento del regime nazista si iscrisse alle SA, per poi essere rimosso nel 1937 ed etichettato dal settimanale Der Stürmer come “compagno ebreo”. Il padre di Merz, Joachim, fu arruolato a 17 anni, trascorse quattro anni di prigionia in Georgia sotto i sovietici e nel dopoguerra presiedette processi contro esponenti nazisti nella zona americana. Nonostante queste ricostruzioni storiche, lo Svr insiste nel dipingere Merz come erede di un “revanscismo familiare”.
Parallelamente è riemersa un’altra operazione, già riportata e confutata da Politico, che attribuiva al cancelliere l’uccisione di un’orsa polare e dei suoi cuccioli durante il G7 in Canada. La notizia, confezionata da un sito fantasma chiamato “Toronto Journal”, utilizzava fotografie manipolate e un’intervista creata con intelligenza artificiale a un falso testimone Inuit. A rilanciarla è stata Alina Lipp, influencer filorussa sanzionata dall’Unione europea. In precedenza, campagne simili avevano descritto Merz come affetto da disturbi psichiatrici, corredando le accuse con documenti medici falsi. Diversi episodi sono stati collegati all’operazione pro-russa nota come Storm-1516, specializzata nella creazione di siti civetta e contenuti manipolati.
Perché Merz? Nella gerarchia dei bersagli informativi la Germania è un moltiplicatore strategico. Berlino interseca peso economico, leadership politica, centralità industriale e una vettore dichiarato per l’aumento dell’assistenza militare a Kyiv. A questo si somma la vulnerabilità domestica: indici di gradimento in calo, opposizione dell’AfD in crescita e un dibattito interno diviso sulle capacità di lungo raggio.
Gutta cavat lapidem. L’obiettivo non è mettere al tappeto con un singolo colpo, ma erodere e interferire gradualmente. L’effetto goccia mina la credibilità nel tempo, spinge verso scelte più caute, rafforza i partiti favorevoli a una linea conciliante con Mosca.
Il metodo
Il quadro operativo ha quattro costanti. Primo: velocità e adattabilità. La propaganda russa intercetta in ore il tema del giorno (un vertice a Parigi, un’intervista a Berlino) e lo rende funzionale alla propria narrazione. Secondo: ibridazione degli strumenti. Cyber, IA generativa, influencer network, media accreditati o con elevato social score, che mescolano pezzi veri e falsi sullo stesso sito per dare credibilità. Terzo: obiettivo politico. Non si tratta di convincere tutti, ma di seminare dubbio sufficiente a rallentare decisioni scomode come i Taurus, la presenza europea in Ucraina, il coordinamento della coalizione. Quarto: la gradualità e la dispersione delle minacce. Attaccano soggetti diversi, in modalità differenti ed utilizzando una grande varietà di temi, giocando sui tempi lunghi e sulla difficoltà di attribuire attacchi diversi e temporalmente dilatati ad un singolo attore.
L’organizzazione dei volenterosi
Una coalizione che discute di posture militari deve anche dotarsi di regole comuni per la gestione delle percezioni. Disclosure rapida, attribuzione tecnica tempestiva, pre-bunking mirato su audience nazionali, canali diretti con i media. Oltre alla volontà di sostenere Kyiv nella sua legittima e necessaria difesa, urge la volontà di una organizzazione comune, altrimenti si continuerà a giocare sempre di rimessa, restando esposti al gioco dell’avversario. La guerra cognitiva del Cremlino non chiede di vincere il dibattito, non vuole essere eletta, non ha bisogno di mettere d’accordo i leader della Coalizione o tutti e 27 gli Stati membri. A Mosca basta rallentare ulteriormente la politica europea, ostruendone i meccanismi decisionali e strategici.