La difficoltà di confermarsi e l’incubo Champions: le sfide del secondo anno di Antonio Conte

  • Postato il 18 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Confermarsi non è davvero mai semplice. Lui ci ha anche scherzato su, nella sera in cui, alla fine, con De Laurentiis ha deciso di restare a Napoli: “Amm’a faticà… again”. Una bella crasi: il suo slogan dell’anno scorso e quello della fine della stagione, quell’Ag4in con il 4 a indicare il quarto scudetto vinto nella storia. Antonio Conte ci ha scherzato, quel giorno. Ma, fuori dai sorrisi, ha preteso garanzie che la sua società, va detto, ha rispettato nei modi e nei tempi. Anche perché conquistare un titolo è più facile che difenderlo. E con l’Europa di mezzo, non ci sarà davvero da scherzare.

Napoli x2
‘Per due’ o ‘duepuntozero’. Questione di semantica, ma poco cambia nella sostanza: Conte aveva chiesto di fatto una seconda squadra, composta da giocatori in parte da plasmare e in parte già strutturati. Che potessero aiutare il gruppo non solo a essere competitivo al 100% in campionato, ma anche in Champions League, dove il Napoli torna con tutta l’intenzione di non essere comprimario. Non aver partecipato alla competizione lo scorso anno, la più ricca della storia, è stata un colpo importante anche per le casse societarie, che grazie alle cessioni di Kvaratskhelia e Osimhen si sono però ampiamente rifinanziate. E con quelle è stato ricostruito un Napoli capace, almeno sulla carta, di essere competitivo su più fronti. Con la parola che ora passa al campo.

Conte x2
Il 2, in questo caso, indica la ‘doppia sfida’. Quella che per l’allenatore si para di fronte. Bisogna ricordare però le premesse che lo hanno portato a Napoli. E soprattutto i piani. Ha firmato un contratto triennale: il primo e il secondo anno aveva preventivato di gettare delle basi sempre più solide, per poi provare a vincere davvero il terzo. Lo scudetto non ha accelerato niente, nella sua testa: è stata una gratificazione bellissima, ma non ha spostato le linee principali su cui impostare il progetto Napoli. E una volta deciso di rimanere (il confronto con la dirigenza è stato franco, schietto, leale) ha voluto far sì che il livello si alzasse davvero. La prima sfida, quella appunto di far sì che il Napoli non si fermasse, ma che anzi considerasse quel primo anno come un primo mattoncino di una grande ricostruzione, l’ha già vinta. È evidente: lo dice il mercato, lo dicono le idee chiare e la progettazione.

La seconda, più personale, riguarda proprio l’Europa. Nella quale Conte non ha sfigurato – raramente le sue squadre, in generale, fanno male in una competizione – ma nella quale nemmeno ha mai eccelso. Con due giocatori per ruolo, tutti potenzialmente titolari, e tanto entusiasmo, l’obiettivo sarà quello di superare la stagione 2012/2013, la sua migliore in Champions League: allenava la Juventus, ma si era dovuto arrendere ai quarti contro un Bayern Monaco che avrebbe poi alzato la coppa. La curiosità? Era il suo secondo anno alla Juve, e con i bianconeri era stato bravissimo a ricostruire dalle macerie post Calciopoli. Aveva ‘faticato’ ai tempi. E ora ci riprova. Again.

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Il Fatto Quotidiano

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