La difesa del primario Scorcia: «I soldi chiesti erano onorario»
- Postato il 8 luglio 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
La difesa del primario Scorcia: «I soldi chiesti erano onorario»
L’interrogatorio di garanzia sul caso del reparto di Oculistica della Dulbecco, la difesa del primario Scorcia: «I soldi chiesti erano l’onorario»
CATANZARO – HA risposto alle domande del gip e del pubblico ministero, il primario del reparto di Oculistica dell’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro, Vincenzo Scorcia. Era finito nei giorni scorsi agli arresti domiciliari in merito ad una inchiesta coordinata dalla Procura del capoluogo di regione che ha disvelato l’esistenza di una associazione a delinquere per turbare la regolarità del servizio pubblico sanitario.
L’interrogatorio di garanzia per il primario di oculistica della Azienda ospedaliero-universitaria Dulbecco si è svolto nella giornata di ieri davanti al giudice per le indagini preliminari Chiara Esposito firmataria dell’ordinanza e ai pm titolari del fascicolo, Irene Crea e Stefania Caldarelli coordinate dall’aggiunto Giulia Pantano. Sentita anche la segretaria del suo studio privato, Maria Battaglia, detta Carmen – anche lei ai domiciliari – coinvolta assieme ad altre 10 persone iscritte nel registro degli indagati. Tutti hanno ricevuto dalla Guardia di Finanza gli avvisi di garanzia.
LE ACCUSE PER INTERVENTI SU PAZIENTI VISITATI A PAGAMENTO
Secondo quanto appurato dall’accusa, il professore Scorcia e i componenti della sua equipe erano soliti eseguire interventi chirurgici su pazienti già visitati a pagamento, durante lo svolgimento indebito di attività libero-professionista non autorizzata (e non autorizzabile), garantendo loro un trattamento privilegiato rispetto ai pazienti ambulatoriali inseriti in lunghe liste d’attesa. Liste che, secondo l’accusa, erano scavalcate attraverso il pagamento di una somma (dai 300 ai 500 euro) a danno di chi era invece impossibilitato ad accedere allo studio dello specialista con la stessa facilità di chi poteva pagare la somma richiesta per una visita. Le accuse a vario titolo per Scorcia, Battaglia e gli altri indagati sono di associazione a delinquere, peculato, concussione, truffa aggravata e interruzione di pubblico servizio. Per il primario di oculistica, in più, anche di falsità ideologica e autoriciclaggio.
LEGGI ANCHE: Paghi e salti le liste d’attesa, a Catanzaro arrestato il primario di Oculistica
CASO OCULISTICA ALLA DULBECCO, LA DIFESA DEL PRIMARIO SCORCIA
Ieri dinanzi al gip, Scorcia ha negato ogni accusa ed ha tenuto a dare la sua versione dei fatti in merito alla gestione “privatistica” delle liste d’attesa – per i vari interventi di cataratta, trapianto della cornea ad esempio – evidenziando come non ci sia stata mai alcuna priorità per far saltare la lista d’attesa ai pazienti. E che eventuali modifiche sarebbero state effettuate solo in casi di interventi urgenti e gravi.
Il professor Scorcia si è difeso spiegando che i soldi (300 euro per un intervento di cataratta e 500 euro per un distacco di retina o un trapianto di tessuto corneale) che venivano chiesti ai pazienti, sarebbero state parte del suo onorario. Ed erano collegati ai costi strumentali complementari per giungere ad una corretta diagnosi ed eventuale successivo intervento chirurgico.
Secondo l’accusa, pare che le richieste di denaro (consegnato alla segretaria dello studio privato di Scorcia) servissero per accedere all’intervento chirurgico da effettuare al nosocomio cittadino saltando le liste d’attesa. In sostanza, per l’accusa, il ritmo delle operazioni nell’ospedale pubblico era stabilito dalle mazzette. Assieme al professore Scorcia e alla segretaria Battaglia, davanti al gip, sono stati auditi anche la caposala Laura Logozzo e il dirigente medico Rocco Pietropaolo.
Il Quotidiano del Sud.
La difesa del primario Scorcia: «I soldi chiesti erano onorario»