La denuncia: “Mio fratello non parla perché è disabile, e ora la pratica per la cittadinanza è stata rinviata”
- Postato il 6 giugno 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Appena compiuti i 18 anni, hn ragazzo nato in Italia da una famiglia brasiliana ha diritto a richiedere la cittadinanza italiana. Tuttavia, essendo disabile al 100%, non è in grado di parlare né di esprimere verbalmente la volontà di “diventare italiano”, come richiesto dalla procedura standard. E così proprio questa condizione ha comportato il trasferimento della pratica dal Comune alla Prefettura, con un conseguente allungamento dei tempi burocratici stimati in 2-3 anni.
A denunciare pubblicamente la vicenda è la sorella del ragazzo, Aisha, in un’intervista alla Gazzetta di Modena. “Io sono cresciuta qui, ho studiato e quando posso cerco di dare una mano a mia mamma – spiega la giovane – In Comune mi hanno detto che mio fratello può ottenere la cittadinanza, ma che a differenza degli altri, data la sua situazione, deve farlo tramite la Prefettura, che ha tempi burocratici molto più lunghi, di due, tre o anche più anni”.
La madre, che è anche tutore legale del ragazzo, sta cercando da mesi di ottenere la cittadinanza per il figlio. “In Comune le hanno risposto che lui deve essere in grado di dire che vuole essere italiano e hanno provato a chiederlo proprio a lui sul momento, mettendo mia madre in una situazione di estremo disagio – dice Aisha –. Chiaramente lei, che nemmeno parla bene l’italiano e che anzi conserva un forte accento brasiliano, motivo per cui spesso viene facilmente raggirata o derisa, si è innervosita e se n’è andata. Lei ci tiene davvero ad ottenere la cittadinanza per mio fratello e si è sentita vittima di un’ingiustizia”.
Aisha ha scritto anche al sindaco di Modena, Massimo Mezzetti, il quale ha manifestato disponibilità a monitorare i tempi della procedura. “Ottenere la cittadinanza tramite il Comune, come accade per tutti gli altri, ci avrebbe permesso di averla entro la fine del mese – dice Aisha – Ho raccontato questa storia perché sicuramente ci saranno altre persone disabili e loro tutori là fuori che incorreranno in disagi simili”.
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