La dea bendata baci i clan lucani

  • Postato il 14 settembre 2025
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La dea bendata baci i clan lucani

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Clan lucani e gioco. Le organizzazioni criminali “ripuliscono” i soldi con i “Gratta e vinci”. Lo stratagemma per eludere i sequestri o ottenere il dissequestro dei beni sottratti dallo Stato

I numeri parlano chiaro: solo nel primo semestre del 2024 sono stati venduti 4.116 biglietti al minuto, per un incasso di oltre 23mila euro al minuto. Quella del «Gratta e Vinci» è oramai diventata una vera e propria epidemia sempre più dilagante. È sicuramente tra i giochi più diffusi e preferiti tra chi vuole tentare la “dea bendata”.

GRATTA E VINCI E CLAN LUCANI. STRATAGEMMA PER “RIPULIRE” I SOLDI


E un giro di affari di tali proporzioni non poteva di certo sfuggire alla criminalità organizzata che negli ultimi anni ha istituito una nuova figura: quella “corriere” dei soldi da ripulire. In Italia, ma anche in Basilicata, dove la zona di maggior profitto delle organizzazioni criminali sarebbe l’area del Materano, dove insiste una maggiore più radicata e organica presenza dei clan. Anche le consorterie criminali lucane hanno ben capito che riciclare il proprio denaro è fondamentale per non finire nella «rete» degli inquirenti.

NUOVE FRONTIERE DEL RICICLAGGIO PER I CLAN LUCANI


Cambiano le dinamiche e si aprono nuove frontiere del riciclaggio. Da “bravi” imprenditori del crimine, i clan cercano i professionisti migliori, in alcuni casi li formano in famiglia mandandoli a studiare nelle scuole più blasonate. Insomma, se le segnalazioni dei movimenti bancari sospetti evidenziate dalla Banca d’Italia nell’ultimo anno sono in calo significa solo che il flusso di denaro guadagnato illegalmente percorre canali monetari intricati e clandestini. I gruppi criminali hanno «sempre più sofisticate esigenze di riciclaggio e non possono prescindere dalla collaborazione con soggetti compiacenti dell’imprenditoria operanti su territorio», si legge nella relazione della Direzione investigativa dello scorso anno.

COME FUNZIONA IL SISTEMA


Biglietti vincenti anonimi fino al momento dell’incasso che possono circolare liberamente quasi fossero una moneta alternativa e che diventano la pezza d’appoggio per giustificare con l’Erario il possesso di somme di denaro di provenienza oscura. Una grande lavanderia alla luce del sole, perfettamente legale, che mette al riparo piccoli e medi evasori fiscali, spacciatori, uomini del racket, funzionari corrotti e mafiosi che così sottraggono enormi somme di denaro alle confische.

L’AIUTO DAL PROLIFERARE DELLE LOTTERIE E SCOMMESSE

La trasformazione del nero in bianco attraverso il gioco va avanti da decenni, ma, con il proliferare delle lotterie e delle scommesse, è diventata più sofisticata e di difficile controllo. I piccoli evasori sono fuori della portata dei radar: è sufficiente avere un rivenditore amico per acquistare una decina di migliaia di euro in ticket vincenti dei Gratta e Vinci, non ancora messi all’incasso, e poi “cambiarli” altrove, con pagamento tracciato. Una tecnica molto diffusa, ma, visti gli importi relativamente modesti, mai indagata a fondo.

CON I TAGLIANDI VINCENTI SI GIUSTIFICANO ACQUISTI


Esibendo alle forze di polizia o nei tribunali i tagliandi vincenti di giochi e lotterie possono infatti giustificare l’acquisto di immobili, attività commerciali e ristorative. Eludendo così i sequestri o ottenendo, dopo un provvedimento, il dissequestro dei beni sottratti dallo Stato perché frutto di attività illecite. Non ci sono “rincari” che destano preoccupazione. Le nuove aliquote della tassa sulla fortuna, in vigore a partire dal primo marzo del 2020, hanno fatto salire al 20% la ritenuta applicata in caso di vincite ma esclusivamente per la parte eccedente i 500 euro, ma non hanno per nulla scoraggiato le cosche.

I GIOCHI FANNO GOLA AI CLAN LUCANI E ALLA CRIMINALITÀ

L’aumento, tra l’altro, ha interessato le vincite a “Gratta e Vinci”, le Videolottery (Vlt) e il Superenalotto. Sono questi (è proprio il caso di dire per ironia della sorte) i giochi che maggiormente fanno gola alle criminalità. E’ un sistema dove ci guadagnano tutti: lo Stato, il giocatore, le organizzazioni mafiose. Il primo incassa regolarmente l’aliquota di tassazione sulle vincite. Il secondo, che è quello che più rischia investendo soldi per tentare la fortuna, in caso di vincita incassa il netto della somma o una cifra superiore grazie a un “indennizzo”. Il terzo ricicla rapidamente i proventi di traffico di droga, estorsioni, usura.

ESCAMOTAGE DIFFICILMENTE ATTACCABILE

Da un punto di vista strettamente giuridico l’escamotage è difficilmente attaccabile: nel caso di sequestri patrimoniali – e in particolare quelli fatti come misura di prevenzione, derivazione di norme antimafia allargate – l’accusa non ha l’onere della prova per dimostrare l’illecita accumulazione di capitali. E il gioco è fatto.

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