La danza si fa con la testa e con il cuore. Al Romaeuropa l’acclamata Dresden Frankfurt Dance Company
- Postato il 17 settembre 2025
- Teatro & Danza
- Di Artribune
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L’Auditorium Conciliazione di Roma ha ospitato il 9 e il 10 settembre 2025 la rinomata Dresden Frankfurt Dance Company, germinata dall’esperienza del Ballet Frankfurt, diretto da William Forsythe dal 1984 fino al suo scioglimento nel 2004 ma confluito, dall’anno successivo, sempre sotto la direzione del coreografo statunitense, nella neonata Forsythe Company. Nel 2015, con il cambio della direzione artistica, affidata a Jacopo Godani, la compagnia assunse il nome attuale. A partire dalla stagione 2023-24 un nuovo avvicendamento alla direzione, con l’arrivo di Ioannis Mandafounis, già danzatore della Forsythe Company e coreografo collaboratore di prestigiose compagnie di danza internazionali. Lo spettacolo Undertainment/Lisa, inserito nel cartellone di Romaeuropa Festival e presentato nell’ambito del percorso costruito in felice collaborazione con Dance Reflections by Van Cleefs & Arpels, affianca dunque maestro e “discepolo”, in un passaggio generazionale che consente di cogliere con concreta evidenza tanto debiti e novità del peculiare “metodo” coreografico sviluppato da Mandafounis; quanto la vitale maestria di Forsythe nel comporre un lavoro che non sia soltanto un asettico compendio della propria gloriosa carriera.
La poetica di Forsythe
William Forsythe (New York, 1949) è uno dei coreografi più autorevoli della storia della danza contemporanea, creatore di un Metodo di composizione del movimento che, partendo dalla decostruzione del linguaggio accademico, ne ricompone i lemmi in nuove linee. Non solo, l’evoluzione delle tecnologie, ha condotto Forsythe a collaborare con specialisti dei nuovi media, realizzando progetti pionieristici quale l’applicazione per PC Improvisation Technologies. “Improvvisazione”, d’altronde, è un concetto importante per la particolare poetica del coreografo statunitense che, anziché “imporre” ai danzatori un disegno rigido, offre loro tools, ovvero strumenti, per co-creare insieme una danza che, partendo dalla tradizione, riesca a vivificarla e trasformala.
Com’è costruito Undertainment di Forsythe
Un titolo che è ironica crasi di due termini inglesi, under e entertainment, a testimoniare della volontà di realizzare uno spettacolo che non corrisponda all’aspettativa di un intrattenimento concluso in sé stesso. Quello che William Forsythe dichiara essere il suo ultimo lavoro coreografico, d’altronde, è in primo luogo un pratico atto di affidamento di quello che lui stesso definisce toolbox – scrigno prezioso di “attrezzi” raccolti e perfezionati nel corso di una lunghissima carriera – ai magnifici danzatori della Dresden Frankfurt Dance Company. Strumenti coreografici che, variamente combinati in scena e tuttavia seguendo traiettorie squisitamente matematiche, consentono ai danzatori, “improvvisando con metodo” potremmo dire, di dimostrare la possibilità di tradurre in movimento pensieri e teorie. Undertainment non mira, quindi, a “intrattenere” ma vuole mostrare la costante fecondità del vocabolario coniato da Forsythe: un pezzo concettuale e non emozionale, un vivo trattato di composizione coreografica destinato in particolar modo alle generazioni più giovani, anche di ballerini, che non conoscono il metodo sviluppato nei decenni dall’artista statunitense.
Il particolare “metodo” ideato da Mandafounis
Ioannis Mandafounis (Atene, 1981) è stato danzatore nella Forsythe Company e come coreografo ha sviluppato un particolare metodo compositivo nato, dichiara lui stesso, dalla necessità di trovare le risposte alle domande nate danzando per il coreografo americano. Un metodo che deve molto, però, anche alle arti marziali, da cui l’artista greco trae l’indispensabile capacità di affrontare situazioni difficili, quel “rischio” che il salire sul palcoscenico porta con sé, soprattutto allorché si possieda non una coreografia definita in ogni suo singolo movimento, bensì una sorta di “canovaccio”. Mandafounis sceglie il “contesto” – motivo ispiratore, tonalità, musiche, costumi –, il disegno drammaturgico generale, lasciando poi ai danzatori la libertà/responsabilità di riempire ognora il palcoscenico, sfruttando quei tools coreografici che, nel suo caso, non sono finalizzati a raggiungere un obiettivo predefinito bensì a ricercarlo insieme.








Com’è costruito Lisa di Mandafounis
Lo spettacolo nasce da un progetto precedentemente ideato dal coreografo greco con un attore di Peter Brook e incentrato sulla figura e sui versi del poeta russo Osip Ėmil’evič Mandel’štam, figura emblematica per la strenua rivendicazione della propria identità e delle proprie convinzioni: intransigenza che, sottolinea anche Mandafounis, gli costò la vita, per l’insofferenza tanto verso la Russia bianca quanto per la Rivoluzione. Un progetto che lo sprofondare nell’Alzeiheimer dell’attore – un paradosso se pensiamo a quanto la memoria sia centrale nella vicenda di Mandel’štam, le cui poesie vennero distrutte e sopravvissero grazie alla “memoria” della moglie – trasforma, consegnando ad alcuni danzatori il compito di recitare le poesie, in russo ma anche inglese e italiano – sfruttando così anche l’internazionalità della compagnia. I costumi ispirati agli Anni Trenta del Novecento, la musica di Gabriel Fauré eseguita dal vivo al pianoforte e le luci creano un’atmosfera romantica, cui si contrappone una danza frenetica, con un rapido ed energico susseguirsi di duetti e più o meno folti ensemble. Un’apparente e in verità ricercata schizofrenia che innerva di intima emozione uno spettacolo sulla carta a rischio di superficiale sentimentalismo ma il “pericolo”, l’azzardo, così come la consapevolezza che le emozioni sono necessarie ma non devono sottrarre ai danzatori il controllo dei movimenti, donano a Lisa una potente e insieme stringente autenticità.
I prossimi appuntamenti di Dance Reflections a Romaeuropa Festival
Avviata nel 2022, la collaborazione fra Dance Reflections by Van Cleef & Arpels e Romaeuropa segna in questa quarantesima edizione del festival il sostegno, oltre allo spettacolo della Dresden Frankfurt Dance Company, ad altri significativi appuntamenti in cartellone: Soirée d’Études di Cassiel Gaube (25, 26 settembre); Chronicles: estratti da Room with a view e Age of Content di (LA)HORDE con il Ballet National de Marseille (dall’1 al 3 ottobre); TERRAPOLIS di Qudus Onikeku (14 ottobre) e My Fierce Ignorant Step di Christos Papadopoulos (15, 16 novembre).
Laura Bevione
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L’articolo "La danza si fa con la testa e con il cuore. Al Romaeuropa l’acclamata Dresden Frankfurt Dance Company" è apparso per la prima volta su Artribune®.