La cura Patrick Vieira sta per salvare il Genoa
- Postato il 18 marzo 2025
- Di Il Foglio
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La cura Patrick Vieira sta per salvare il Genoa
Il Genoa sembrava finito in un tunnel senza uscita: le cessioni di Gudmundsson e Retegui avevano lasciato la sensazione di un club in disarmo, così come la mossa di salutare a stagione in corso Alberto Gilardino quando tutto sembrava remare contro il Grifone, colpito da una serie impressionante di infortuni a impoverire ulteriormente un organico che appariva già leggerino. Un momento in cui la confusione era tale da ritenere opportuno aggiungere alla rosa Gaston Pereiro e Mario Balotelli, entrambi svincolati, entrambi destinati a non lasciare un segno in rossoblù. A mettere ordine, come ha fatto per una vita in mezzo al campo, è arrivato Patrick Vieira. Il curriculum da allenatore non era dei più esaltanti: le migliori stagioni europee al Nizza ormai lontane, una parentesi al Crystal Palace con luci e ombre, un passaggio all’insegna della mediocrità allo Strasburgo. Sembrava, a voler essere generosi, un’idea strampalata, una sorta di Shevchenko-bis che fu preludio alla drammatica retrocessione del 2022.
Eppure, forse memore della sua avventura italiana da calciatore, Vieira si è messo al lavoro e ha lentamente cambiato il volto del Genoa, partendo da alcune certezze incrollabili: su tutte, la difesa a 4, andando così a trasformare l’approccio dell’epoca gilardiniana, e sistematicamente due, se non tre, uomini da schierare a ridosso di Andrea Pinamonti. All’inizio, però, questi corpi per supportare l’ex centravanti del Sassuolo non c’erano: Vieira ha aguzzato l’ingegno, ha avanzato il raggio d’azione di Zanoli, si è inventato una vita nuova per Miretti, ha chiesto a Martin, di professione terzino, di incidere sempre più sulla manovra offensiva, come un regista occulto. Man mano che rientravano gli infortunati, il Genoa ha via via preso una sembianza sempre più credibile, riuscendo ad aggiustare una classifica che s’era fatta brutta ma mai davvero preoccupante. Ha dato solidità anche l’arrivo della nuova proprietà targata Dan Sucu, ad allontanare un po’ delle nubi che aleggiavano sul club.
Con Vieira in panchina, il Genoa ha iniziato a fare una cosa semplice e fondamentale: battere le squadre della metà destra della classifica. Lecce, Venezia, Monza, Parma, Empoli, Udinese: le sei vittorie in 17 partite sono arrivate tutte secondo pronostico, eccezion fatta per la prima, quella contro i bianconeri, all’alba del percorso del francese. Ha dato solidità alla difesa (15 gol subiti) e strappato pareggi preziosi. C’è poi un nome ancora seminascosto al quale Vieira ha dato uno spazio via via crescente: fa il centrocampista centrale e si chiama quasi come lui, Patrizio. Masini, classe 2001, in un paese come il nostro viene erroneamente ancora etichettato come giovane anche se tale non è. È certamente giovane il suo vissuto da calciatore ai massimi livelli: prima di quest’anno, la miseria di 25 presenze in B con l’Ascoli e tanta C. Vieira se ne è fregato e ha scommesso su di lui. Trova spazio anche adesso che il Genoa ha ritrovato forse il tassello più importante, Ruslan Malinovskyi, finalmente titolare contro il Lecce dopo il grave infortunio di inizio anno e immediatamente efficace con due assist per Miretti. Con la squadra ormai condotta in salvo, il tecnico francese potrà concedersi qualche altro esperimento, preparando la squadra per la prossima stagione: la conferma appare scontata. E meritata.
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