La Corte d’Appello libera l’imam di Torino che era stato espulso dal ministro dell’Interno Piantedosi
- Postato il 15 dicembre 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
Torna libero Mohamed Shahin, imam di Torino espulso dall’Italia dopo aver giustificato il massacro di Hamas perpetrato il 7 ottobre. La Corte di Appello di Torino si è pronunciata per la cessazione del trattenimento del religioso egiziano nel Centro di permanenza per i rimpatri di Caltanissetta. I giudici hanno accolto uno dei ricorsi presentati dagli avvocati dell’uomo, i quali hanno sostenuto che anche alla luce di nuova documentazione, non sussistono elementi che possono far parlare di sicurezza per lo Stato o per l’ordine pubblico. L’imam era stato colpito da un provvedimento di espulsione firmato dal ministro Matteo Piantedosi “una minaccia concreta, attuale e grave per la sicurezza dello Stato”.
Il provvedimento della Corte, in particolare, ordina la “cessazione del trattenimento nel Cpr” disposto dal questore di Torino, in una delle fasi del procedimento, lo scorso 24 novembre. I magistrati, dopo avere esaminato i “nuovi elementi emersi”, hanno escluso “la sussistenza di una concreta e attuale pericolosità”. Inoltre hanno sottolineato che Shahin è da vent’anni in Italia ed è “completamente incensurato”. Fra i “nuovi elementi” che erano stati presentati dagli avvocati dell’imam figuravano l’archiviazione immediata, da parte della procura di Torino, di una denuncia per le frasi che l’uomo aveva pronunciato lo scorso ottobre durante una manifestazione Pro Pal.
Mohamed Shahin, 47 anni, origini egiziane, lo scorso 9 ottobre disse “personalmente sono d’accordo, non è stata una violazione e nemmeno una violenza”. Per le autorità di polizia Shahin, che è in Italia dal 2004, è sposato, ha due figli piccoli e lavora per una associazione culturale islamica, avrebbe “intrapreso un percorso di radicalizzazione religiosa connotata da una spiccata ideologia antisemita”; “in contatto con soggetti noti per la visione violenta dell’Islam” e sarebbe “un esponente della Fratellanza Mussulmana in Italia”. In Procura risultava soltanto un fascicolo aperto dopo il deferimento per il blocco stradale. Un giudice di pace aveva già convalidato il provvedimento di Piantedosi (una espulsione con accompagnamento alla frontiera) ma l’imam ha chiesto asilo politico. Quindi la questura aveva disposto il trattenimento in un Cpr. Da dove secondo i giudici d’appello deve essere immediatamente liberato.
L'articolo La Corte d’Appello libera l’imam di Torino che era stato espulso dal ministro dell’Interno Piantedosi proviene da Il Fatto Quotidiano.