La Cina risponde ai dazi di Trump con una campagna PR sul fentanyl

  • Postato il 8 marzo 2025
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  • Di Formiche
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Pechino ha lanciato una campagna di pubbliche relazioni per contrastare la decisione dell’amministrazione Trump di imporre, a partire da martedì, un ulteriore dazio del 10% sulle importazioni cinesi. L’obiettivo è smontare la tesi spinta da Donald Trump secondo cui queste misure siano necessarie per costringere la Cina a ridurre l’export di precursori chimici che i cartelli messicani trasformano in fentanyl, un potente oppiaceo che da anni crea devastanti dipendenze, la cui diffusione si lega anche a un abuso iniziale nelle prescrizioni.

Poche ore dopo l’annuncio delle contromisure cinesi — con dazi del 10% e 15% su una selezione di prodotti agricoli statunitensi, un duro colpo per gli esportatori di carne suina e bovina di Iowa e Nebraska — Pechino ha pubblicato un “Libro Bianco” di 6.600 parole intitolato “Controllare le sostanze correlate al fentanyl. Il contributo della Cina”.

Il ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che il documento è stato diffuso per dimostrare che gli Stati Uniti stanno “diffondendo ogni sorta di false informazioni sul fentanyl, diffamando e incolpando la Cina, e alzando i dazi sulle importazioni cinesi con questo pretesto”. Il rapporto del governo cinese è suddiviso in sette capitoli, con titoli che vanno da “Colpire duramente i crimini legati al fentanyl secondo la legge” a “Promuovere la governance globale delle sostanze correlate al fentanyl”.

Trump ha accusato Pechino di essere “semplicemente riluttante” a intraprendere azioni decisive per fermare il flusso di precursori chimici verso il Messico. Tuttavia, sebbene irritata dai dazi statunitensi, la Cina sembra lasciare aperta la porta a negoziati per ridurre le tensioni commerciali.

Negli ultimi anni, la Cina ha adottato alcune misure per limitare l’export di precursori chimici, come la chiusura di siti web che promuovono queste sostanze e il contrasto alle operazioni di riciclaggio di denaro. Tuttavia, secondo quanto analizzato con Poltiico da Vanda Felbab-Brown, senior fellow del Brookings Institution ed esperta sul ruolo della Cina nella crisi del fentanyl negli Stati Uniti, Pechino potrebbe fare di più.

“La Cina potrebbe intensificare le ispezioni nelle fabbriche e non solo chiudere i siti sospetti, ma anche arrestare i responsabili dietro di esse: questo è il tipo di azioni incisive che l’amministrazione Trump presumibilmente vuole vedere”, spiega Felbab-Brown.

La battaglia tra Washington e Pechino sul fentanyl si inserisce in un quadro più ampio di tensioni economiche e strategiche. Mentre gli Stati Uniti cercano di esercitare pressione sulla Cina con i dazi, Pechino prova a ribaltare la narrazione accusando Washington di strumentalizzare la questione per fini politici. Resta da vedere se questa nuova fase del confronto commerciale spingerà le due potenze a un compromesso o se, al contrario, acuirà ulteriormente il conflitto.

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Formiche

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