La Cina perde, l’India guadagna. La grande fuga dei fondi secondo l’Omfif

  • Postato il 20 gennaio 2025
  • Economia
  • Di Formiche
  • 4 Visualizzazioni

Doveva essere l’anno del cambiamento, dell’inversione di marcia. E invece no, per la Cina si prefigurano ancora altri mesi all’insegna della sfiducia. Se le politiche di Xi Jinping avessero funzionato, i grandi fondi, gli investitori, avrebbero continuato a sostenere il debito cinese e, dunque, le sue finanze. Ma l’ultimo caso raccontato da questa testata, il collasso di Country Garden sotto i colpi di 24 miliardi di perdite, è solo l’ultimo sintomo di un male che sembra invincibile. Per questo le Banche centrali, riunite nel forum dell’Omfif, hanno pochi dubbi: fidarsi della Cina e della sua crescita è ancora un azzardo.

Un report formato outlook dell’organizzazione e che poggia su un sondaggio tra le stesse Banche centrali, fondi pensioni e sovrani, sembra infatti lasciare molto poco spazio all’immaginazione. “Una tendenza chiara emersa da recenti sondaggi è stata che gli investitori pubblici stanno voltando le spalle alla Cina”, è la premessa del rapporto. “La Cina, un tempo pietra angolare delle allocazioni dei mercati emergenti, sta rapidamente perdendo consensi tra i fondi pensione pubblici e sovrani. Nessun fondo esaminato ha identificato (dall’Omfif, ndr) la Cina come il mercato emergente più attraente nel 2024, mentre nel 2023 oltre il 23% dei fondi considerava la Repubblica popolare un buon mercato dove investire”.

“Il cambiamento di sentiment ha già innescato azioni concrete. Ad esempio, Temasek (grande fondo di investimenti di proprietà del governo di Singapore, ndr) ha ridotto la sua esposizione di portafoglio sottostante alla Cina al 19% nel 2024, dal 29% nel 2020. Analogamente, i principali fondi pensione canadesi hanno cessato del tutto gli investimenti diretti in Cina e il Federal Retirement Thrift Investment Board ha deciso di escludere la Cina dal suo benchmark azionario internazionale”.

Chi ci guadagna è l’India, ormai superiore per forza economica alla Cina. Tra le allocazioni dei mercati emergenti, l’India si distingue come il principale beneficiario del declino della Cina. Oltre la metà dei fondi pubblici esaminati la considera il mercato emergente più attraente, in aumento rispetto al 38% del 2023. Diverse istituzioni stanno espandendo le operazioni in India, riflettendo un più ampio cambiamento nella percezione dei rischi e delle opportunità in due importanti economie asiatiche”.

Va bene, ma il futuro? “Guardando al 2025, continuano a sorgere domande sul sentiment degli investitori nei confronti della Cina. I rischi geopolitici sono diventati più acuti con l’amministrazione del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. La possibilità di maggiori tariffe sulle esportazioni cinesi e ulteriori restrizioni sui trasferimenti di tecnologia porteranno presumibilmente a ulteriori tensioni geopolitiche. In questo contesto, il 2024 potrebbe rivelarsi solo l’inizio di un più ampio ritiro strategico dagli asset cinesi per gli investitori pubblici globali che sono diffidenti nei confronti di un’economia mondiale in frantumi”, spiega l’Omfif.

Ma Pechino ci ha messo del suo. “Oltre a complicare ulteriormente i rischi geopolitici, c’è cautela nei confronti della Cina a causa dei venti contrari del mercato economico e finanziario interno. Mentre si prevede che Pechino implementerà misure di stimolo sia monetarie che fiscali per attutire il colpo delle tariffe e rafforzare la domanda interna, gli interventi potrebbero rivelarsi insufficienti per modificare in modo significativo il rallentamento strutturale a lungo termine dell’economia. Una guerra commerciale prolungata e un’ulteriore debolezza economica in Cina potrebbero indurre una continua sottoperformance dei mercati finanziari cinesi, il che dissuaderebbe gli investimenti nel paese da parte delle istituzioni ufficiali”.

Autore
Formiche

Potrebbero anche piacerti