La Cina frena sugli investimenti in Europa, ma Geely punta a Maserati

  • Postato il 28 ottobre 2024
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La scadenza del 30 ottobre inizia a scalpitare, fra pochi giorni si decide l’imposizione dei dazi definitivi alle auto elettriche prodotte in Cina e che potrebbero sbarcare nell’Unione Europea. Con le parti in causa impegnate a ricercare una soluzione alternativa quasi sul gong, arriva la notizia della richiesta, da parte del governo cinese ai costruttori del Dragone, di ridurre drasticamente gli investimenti in Europa. È quanto registra l’agenzia Bloomberg. Due sono le motivazioni trainanti: la prima è una ritorsione contro i i dazi; la seconda riguarda preoccupazioni generate dalla potenziale sovracapacità produttiva in Europa di vetture elettriche visto l’andamento di questo mercato nel Vecchio Continente.

Alcuni player cinesi si tirano indietro

Fra coloro che rinuncerebbero volentieri a un’espansione in Europa si fa il nome di Dongfeng, tra i costruttori che avrebbero già bloccato le potenziali volontà di produzione nel Vecchio Continente, nonostante i numerosi contatti legati con il ministro Adolfo Urso e le pressioni di quest’ultimo su scegliere l’Italia come destinazione produttiva. Dalla Cina, al momento, non arrivano né conferme né smentite ufficiali.

In Italia, invece, proseguono le indiscrezioni sull’interesse da parte dei giganti di Pechino nei riguardi degli impianti industriali, aziende di design e ingegnerizzazione – si fa il nome di Chery per Torino Design -, e anche brand automobilistici. L’attenzione di più realtà, sempre che la Cina non conservi il divieto di investimento in Europa per le ragioni dichiarate, riguarda lo stabilimento in stato di semi abbandono di Pininfarina a Bairo Canavese, in provincia di Torino. “Le intenzioni ci sono – spiega una fonte al quotidiano Il Giornalecome anche non poche indecisioni. Si vedrà”. Nella fabbrica, fino a pochi anni fa, la Bluecar del gruppo Bolloré produceva piccole vetture elettriche da utilizzare nei servizi di car sharing. Questa soluzione potrebbe riprendere campo, seppur con altri investitori di mezzo.

Maserati nel mirino di Geely

La Cina con le sue importanti realtà continua a fare la voce grossa, mettendosi in posizione dominante. Ci sono dei gruppi industriali asiatici che seguono con particolare cure la situazione complessa di Stellantis, un Gruppo in forte difficoltà e coinvolto in una preoccupante crisi di liquidità che lo ha costretto a interrompere i pagamenti ai fornitori. C’è un marchio prestigioso all’interno della grande galassia franco-italiana che fa gola agli investitori cinesi: Maserati, le cui produzioni e fatturato sono ridotte al lumicino. L’ultima news coinvolgerebbe Geely, lo stesso colosso già azionista di maggioranza di Volvo, Polestar, Lynk&Co e Lotus, in possesso del 9,7% di Mercedes-Benz e del 50% della joint venture per Smart sempre con Stoccarda, che farebbe carte false per mettere le mani sul Tridente.

Alla luce delle ultime dichiarazioni del CEO di Stellantis, Carlos Tavares, il gruppo cinese dovrebbe aspettare il 2026, quando “saranno esaminate le prestazioni di ciascun marchio a circa due terzi del piano Dare Forward 2030, il che significa che le decisioni saranno prese entro due o tre anni“. Decisioni e valutazioni che riguarderanno, però, il successore di Tavares, dato che il manager lusitano è in uscita per sopraggiunti limiti di età. Lui si godrà la pensione, mentre il suo successore (forse Imparato) avrà dei grattacapi notevoli da governare.

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