La Cina entra nella logisitica europea. Cosa comporta l’accordo Ceconomy-JD.com
- Postato il 31 luglio 2025
- Economia
- Di Formiche
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Due miliardi e mezzo per cedere Ceconomy, la società madre di Media Markt guidata dalla famiglia Kellerhals, che tra l’altro in Italia controlla Mediaworld. La grossa realtà tedesca di vendita al dettaglio di elettronica sta per passare in mani cinesi, ovvero il colosso tecnologico JD.com. Si tratta del terzo fornitore di e-commerce dopo Alibaba e Temu Pinduoduo, con la possibilità di creare un polo altamente strategico nel settore. Un’operazione che, se dal punto di vista finanziario è un ragguardevole incasso per chi vende, presenta altri aspetti rilevanti su cui riflettere dal momento che si tratta di una rete di circa 1.000 negozi in diversi Paesi europei. Di contro JD è già presente in Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna. Quindi la mossa è un passepartout che la Cina userebbe per entrare (ancora e di più) in Europa, grazie all’acquisizione di Ceconomy, rafforzandosi come attore.
Chi è JD.com
Nata nel luglio del 1998, per numero di clienti è la seconda piattaforma di commercio elettronico più grande del mondo dietro Amazon e Alibaba Group. Per avere un’idea del suo potenziale è sufficiente osservare alcuni numeri: il volume delle transazioni di elettrodomestici su Ochama è aumentato del 141% su base annua nel primo giorno di promozione, al contempo è stata capace di allargare il suo servizio di spedizione diretta a 36 paesi tra cui Singapore, Giappone e Corea del Sud. Infine l’e-commerce transfrontaliero di importazione, ha registrato un aumento delle vendite di console di gioco di oltre il 110% su base annua. Ciò in ragione del fatto che tramite una solida rete logistica, JD ha stabilito uno standard di mercato per la consegna dei pacchi in giornata, facendo quindi moltissima concorrenza a giganti come Alibaba. Uno studio di Nomura sostiene che JD abbia guadagnato circa il 10% del mercato delle consegne a domicilio istantanee, con 20 milioni di ordini al giorno.
I progetti futuri e presenti
Ma non è tutto, perché ci sono tre aspetti da approfondire riguardo JDcom. Il primo è rappresentato dall’uso della robotica per migliorare le prestazioni e abbattere i costi legati ai dipendenti. Recentemente ha deciso di investire in tre aziende di IA come Spirit AI, LimX Dynamics ed EngineAI, co-investendo inoltre con lo Shanghai Embodied Intelligence Fund e SAIC (Shanghai Automotive Industry Corporation). In pratica punta a un nuovo marchio di intelligenza.
Il secondo riguarda il lancio di una stablecoin basata sul dollaro di Hong Kong, con l’uso di una moneta stabile in anticipo rispetto alle nuove normative e così guadagnando terreno tra le valute digitali in rapida evoluzione. Infine il terzo verte il trasporto: pochi giorni fa ha depositato una domanda per registrare il marchio “Joyrobotaxi”, mostrando quindi di essere pronta a fare ingresso anche nel settore dei taxi autonomi. Goldman Sachs ritiene che il mercato cinese della spesa istantanea dovrebbe superare i 200 miliardi di dollari entro il 2030.
Le conseguenze dell’espansione cinese
Prospettive che sono alla base della decisione di puntare dritto ai marchi europei. Il primo aspetto politico che salta agli occhi è che, tramite l’acquisizione, JD.com potrà accedere al mercato francese e italiano poiché Ceconomy ha il 23% delle azioni della catena francese di vendita al dettaglio di elettronica Fnac Darty che ha in pancia marchi come Fnac, Darty, Vanden Borre e Mistergooddeal e controlla anche Unieuro. Inoltre la holding tedesca controlla MediaWorld. A ciò si aggiunga che è di questo mese l’acquisto del suo primo hub logistico in Australia, a Brisbane: il Wacol Logistics Hub, con l’obiettivo di realizzare una rete globale di magazzini. Costo dell’operazione 250 milioni. Ed è solo l’inizio.