La Camera taglia i privilegi alla buvette, prezzi allineati a quelli esterni ma allo Stato costa il 30% in più

  • Postato il 16 luglio 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Primi di mare a un euro e sessanta, pesce spada a tre euro: ormai questi prezzi all’interno della buvette di Montecitorio, dove i deputati si recano per la pausa pranzo, sembrano un lontano ricordo. Il listino dei prezzi, infatti, col tempo pare essersi adeguato, allineandosi più o meno ai prezzi che non dovrebbero essere poi troppo distanti da quelli di un qualsiasi altro bar del centro. Il bilancio della Camera ha chiuso infatti con un avanzo di oltre 45 milioni di euro, questo grazie a una politica nel complesso più “accorta”. Eppure, alcune voci di spesa risultano in forte aumento.

Scontrini più salati, il conto presentato ai contribuenti

Se lo scontrino medio alla buvette risulta essere più salato, lo è anche quello presentato ai contribuenti. Nonostante l’adeguamento dei prezzi, infatti, dal bilancio consuntivo 2024 della Camera risulta una spesa per la ristorazione pari a 3.062.000 euro. In sostanza, si tratta del 30% in più rispetto all’anno precedente, quando la buvette di Montecitorio aveva un peso sul portafoglio statale pari a 2.360.000 euro. A rivelarlo è una segnalazione arrivata dal quotidiano “Il Messaggero”, che lo ha scoperto esaminando proprio il bilancio consuntivo dell’anno scorso.

Un bilancio che, scrivono i questori Paolo Trancassini, Alessandro Manuel Benvenuto e Filippo Scerra, chiude con un avanzo di 45,3 milioni di euro. A guardare bene sembra dunque che i deputati siano stati complessivamente prudenti nelle loro spese. L’avanzo arriva a 52,1 milioni dopo che è stato cancellato un residuo passivo da 6,9 milioni iscritto in precedenza a bilancio. Ci sono, però, 37,7 milioni di entrate in più rispetto al previsto e 14,9 milioni di spese in meno. La voce che pesa di più è proprio quella riguardante la ristorazione.

Montecitorio
La Camera taglia i privilegi alla buvette, prezzi allineati a quelli esterni ma allo Stato costa il 30% in più (Fonte Ansa) – Blitz Quotidiano

Per i servizi relativi alla ristorazione (buvette, ristorante e mensa) si prevedeva 1.375.000 euro, che sono aumentati di 462mila. Ci sono poi i 75mila euro di “servizi di supporto alla ristorazione”, con un altro milione e 150mila euro per l’acquisto delle “derrate alimentari”. Solo per questa voce sono serviti 325mila euro in più. Questa forse è una diretta conseguenza della scelta di privilegiare i prodotti a chilometro zero e la dieta mediterranea: qualità più alta ma anche prezzi più cari.

Nel 2024 si era deciso di abolire l’esternalizzazione del servizio ristorativo, costituendo al contrario un’apposita società in-house, la CD-Servizi S.p.A., che gestisce i pasti e altri servizi, come i parcheggi e le pulizie. Questo passaggio, almeno in teoria, avrebbe dovuto portare a prezzi più contenuti, quindi a un guadagno economico. Ma i costi, nonostante tutto, continuano ad aumentare.

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