La camera di consiglio: il film che entra nell’atto finale e blindato del Maxi processo – Video
- Postato il 14 novembre 2025
- Di Panorama
- 1 Visualizzazioni

«La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine». Parole di Giovanni Falcone, che ebbe una parte fondamentale nella strada che portò al più grande processo penale della storia: il Maxi processo di Palermo.
475 imputati iniziali, 200 avvocati difensori, un’aula bunker capace di resistere ad attacchi missilistici, mesi e mesi di dibattimento, 349 udienze. Fino all’atto finale: l’11 novembre 1987 la Corte si riunisce in camera di consiglio. Otto giurati, quattro donne e quattro uomini, blindati in un piccolo appartamento nel carcere dell’Ucciardone, senza possibilità̀ di comunicare con l’esterno, per 35 giorni, devono decidere condanne e assoluzioni di 460 persone. È proprio su questa clausura atipica, fatta di lavoro e di responsabilità enormi, che si concentra La camera di consiglio, film di Fiorella Infascelli dal 20 novembre al cinema, distribuito da Notorious Pictures.

Fu la camera di consiglio più lunga della storia. Infascelli, che sceneggia anche insieme a Mimmo Rafele (con la collaborazione del giornalista Francesco La Licata e dell’ex magistrato Pietro Grasso, inscena un racconto corale. Al centro il presidente della giuria (interpretato da Sergio Rubini) e il giudice a latere (Massimo Popolizio). Gli altri giurati sono interpretati da Betti Pedrazzi, Roberta Rigano, Anna Della Rosa, Stefania Blandeburgo, Rosario Lisma e Claudio Bigagli.
«Non un film sulla mafia, ma un film che racconta cosa succede a otto persone in una situazione così estrema», dice Infascelli nelle note di regia. «Estrema come luogo. Estrema per la mole di lavoro. Estrema per i vincoli a cui sono sottoposti. Estrema per l’orrore dei reati. Estrema per la quantità di sentenze che gli otto giurati sono chiamati a discutere».

Infascelli prova a immaginare cosa successe in quei giorni di convivenza strana e speciale. Nessun materiale di repertorio, niente flashback. «La possibilità di raccontare un processo mastodontico e così affascinante, durato un anno e dieci mesi, pari o secondo solo a Norimberga, attraverso il suo atto conclusivo: la camera di consiglio. L’unica parte del processo che si svolge a porte chiuse, che nessuno conosce, di cui non si è mai saputa la storia. Neanche fra le persone che hanno seguito e si ricordano del Maxi».
In questa clip in esclusiva un estratto del film La camera di consiglio: all’esame la posizione dell’imputato Salvatore Riina.