Un teschio diventato icona della street art: Catrina la Calavera (calavera in spagnolo significa "teschio") è oggi una immagine onnipresente, usata perfino nello strepitoso inizio del film di 007 Spectre (2015) di Sam Mendes, quando James Bond si ritrova a Città del Messico in mezzo alla sfilata del Dia de los muertos, il giorno dei morti , l'Halloween messicano.. La damina pop. La sua immagine in cappello piumato e boa di struzzo è stata riprodotta dal pittore messicano Diego Rivera (1886-1957), marito della celebre Frida Kahlo, nel giganteso murale Sogno di una domenica pomeriggio nell'Alameda Central (15 metri di base per 5 di altezza, conservato nel Museo Mural Diego Rivera di Mexico City.
In questa tela il pittore ritrae i protagonisti di quattro secoli di storia messicana a passeggio nel parco Alameda Central, il cuore verde di Città del Messico. Fra politici, intellettuali e generali (è presente persino il conquistador Hernán Cortés) c'è anche la Calavera Catrina.. Satira. Nata dall'estro dell'incisore messicano José Guadalupe Posada (1852-1913) per la stampa intitolata La Calavera Garbancera (1910 circa), la damina Calavera Catrina raffigurava uno scheletro che cercava di imitare l'aristocrazia europea. Era insomma un'opera satirica cha faceva ironia sul vezzo dei messicani di rinnegare le proprie radici durante la trentennale presidenza di stampo dittatoriale del generale Porfirio Díaz. L'immagine è poi diventata il simbolo del Día de los Muertos, alimentando un merchandising milionario attorno a questa damina scheletrica.. In gingheri. Però, se Rivera le ha dato il nome e Guadalupe Posada il volto, sono stati i fantasiosi messicani che ne hanno arricchito il guardaroba abbigliandola secondo i dettami della Belle Époque europea. Nel murale c'è in più un dettaglio simbolico: il boa di piume al collo, che potrebbe essere iun riferimento al dio azteco del serpente piumato Quetzalcoatl.
La Catrina trae origine anche dalla figura azteca Mictecacihuatl, la dea della morte, che secondo la leggenda conserva le ossa dei defunti, che un giorno potrebbero anche servirle. Si tratta in fondo di economia circolare, non si butta via niente.. Versione maschile. A Calavera Catrina si accompagna di solito il corrispettivo maschile, El Catrín, uno scheletro sorridente in frac e tuba. La coppia è accompagnata solitamente da bande di mariachi, Los Catrines ovviamente, altri scheletri in abito tradizionale e strumenti musicali. Ma la rappresentazione ha sempre un fine satirico, rivolto contro il "garbancero", colui che pur avendo sangue indigeno finge di essere europeo e rifiuta la propria cultura.
Queste persone vengono chiamate anche "malinchistas", termine derivato da un personaggio storico, La Malinche, la donna indigena che fu l'interprete e l'amante di Hernán Cortés, vero simbolo negativo della storia messicana, a indicare la condotta deferente verso lo straniero invasore e il tradimento della patria.
Comunque, quel che importa è ricordare una frase di Guadalupe Posada: "La morte è democratica, perché alla fine, che siano biondi, bruni, ricchi o poveri, tutti finiscono per essere scheletri"..