La bordata di Santalucia: “Per Nordio i giudici devono tacere, eppure quando era magistrato scriveva di giustizia su vari giornali”. Su La7

Frecciata del presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Santalucia, all’indirizzo del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante la trasmissione Tagadà, su La7.
Sulla dichiarazione del Guardiasigilli, secondo cui i magistrati “meno parlano meglio è”, Santalucia, come già precedentemente il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri, dissente completamente: “Mi sorprende che questa affermazione provenga dal ministro Nordio. Spulciando sul sito web del ministero della Giustizia si può leggere il suo curriculum prestigiosissimo in cui compare che dal ’92 al 2022, cioè fino a quando ha assunto l’incarico di ministro e quindi in qualità di magistrato in pieno servizio, lui ha fatto l’editorialista per vari giornali occupandosi di temi di giustizia“.
E ribadisce: “Stupisce allora che questo invito a tacere provenga proprio da lui. In realtà, magistrati non devono parlare dei procedimenti di cui sono assegnatari ma sui temi generali perché non devono parlare? Sono cittadini come tutti gli altri e a riguardo ci sono fiumi di documenti anche del Consiglio d’Europa che dicono che i magistrati hanno addirittura il dovere di parlare, quando è in pericolo la loro indipendenza e la loro autonomia”.

Santalucia poi commenta un sondaggio di Alessandra Ghisleri in merito a cosa pensa un campione di italiani sullo scontro tra il governo Meloni e la magistratura: secondo il 45,5% degli intervistati l’azione dei magistrati è politica, perché agirebbero volontariamente contro il governo, mentre per il 38,4% la magistratura agisce per far rispettare la legge.
Il magistrato osserva: “Io, forse con eccessivo ottimismo, penso che la seconda percentuale non sia poca cosa, se consideriamo il contesto che c’è, ovvero un fuoco di fila contro i magistrati. Da mesi – continua – ci sentiamo dire che siamo politicizzati, comunisti, nemici del popolo. Queste parole non possono non avere un’influenza sull’opinione pubblica. Epppure, nonostante questo fuoco di fila, c’è un 38,4% che resiste a queste suggestioni propagandistiche. L’ho sempre detto: bisogna contenere il linguaggio perché quelle aggressioni nei confronti dei magistrati fanno perdere fiducia nell’istituzione giudiziaria e il danno è collettivo”.

La conduttrice Tiziana Panella, infine, chiede al presidente dell’Anm cosa pensa dei provvedimenti-totem del governo Meloni. Santalucia risponde: “Quelle norme rivelano una forte avversione per la magistratura, siamo visti come un corpo riottoso che non si allinea ai bisogni del paese. L’indicazione della politica penale è quella di un allentamento dei controlli su chi esercita pubblici poteri e l’abolizione dell’abuso d’ufficio va in questa direzione, così come la stretta sulle intercettazioni che riguarderà soprattutto i delitti contro la pubblica amministrazione dei pubblici ufficiali”.

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Il Fatto Quotidiano

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