La bomba atomica, il fallimento dei trattati, l’appoggio degli Usa: perché Israele ha deciso di attaccare l’Iran

  • Postato il 17 giugno 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Quali sono le ragioni che hanno portato Israele ad attaccare l’Iran. Vediamole nello specifico per capire perché l’attacco è accaduto proprio ora, dopo che lo Stato ebraico negli ultimi 15 anni ha minacciato di distruggere i siti nucleari iraniani diverse volte.

La bomba atomica dell’Iran è quasi pronta

I servizi segreti israeliani si sono confrontati a lungo con i colleghi americani e britannici dopo aver saputo per certo che l’Iran ha raggiunto il 60 per cento dell’arricchimento dell’uranio. La soglia è molto alta per un uso civile e si avvicina a quella necessaria per fare una bomba atomica. D’altronde anche l'”Agenzia internazionale per l’energia atomica” dell’Onu pochi giorni fa aveva attaccato Teheran dicendo che non stava rispettando gli impegni previsti dal Trattato di non proliferazione nucleare.

La stessa Onu si è però detta preoccupata per l’attacco dato che l’Iran, nei mesi scorsi aveva sempre collaborato con l’agenzia fornendo ad esempio i luoghi in cui si trovano i laboratori in cui si starebbe lavorando al programma nucleare (e infatti per Israele, trovarli e bombardarli è stato molto semplice). Ora, come già accaduto con la Corea del Nord, Teheran avrà varie argomentazioni per uscire dagli impegni presi anche in sede Onu per quanto riguarda il nucleare non civile e questo non è affatto un buon segnale.

Tornando al nucleare, oltre a raggiungere un livello sufficiente del ciclo dell’uranio serve avere le capacità tecniche di riversare il tutto nella realizzazione di un ordigno. A quanto pare, stando alle varie informazioni a disposizione dei servizi segreti, questa capacità sarebbe stata raggiunta. L’Iran sarebbe stato quindi in grado di lanciare queste testate nucleari in territorio nemico in breve tempo grazie ai missili di lunga gittata che già possiede.

Il via libera da Trump pur senza coinvolgimento

Come sappiamo i rapporti tra Netanyahu e Trump sono ottimi. Quest’ultimo ha fatto sapere di essere informato sul blitz. Non sappiamo cosa si siano detti i due leader e se il tycoon abbia provato a fermare Israele. Trump avrebbe comunque dato l’ok a Netanyahu pur senza coinvolgere direttamente gli Usa nel conflitto.

Il fallimento dei trattati in Oman

C’è poi il fallimento delle trattative tra Usa e Iran. Il presidente americano aveva fissato una scadenza di 60 giorni per raggiungere un accordo sul nucleare con il paese degli ayatollah. Trump pensava tuttavia che ci fosse ancora margine alla scadenza dei 60 giorni, grazie anche alla mediazione dell’Oman. La nuova riunione tra le delegazioni è però saltata anche perché il numero uno della Casa Bianca stava meditando su come esercitare più pressione. Netanyahu ha quindi colto il momento di stallo per passare all’azione, sapendo che Trump non avrebbe esercitato particolari pressioni sull’alleato.

Benjamin Netanyahu
La bomba atomica, il fallimento dei trattati, l’appoggio degli Usa: perché Israele ha deciso di attaccare l’Iran (nella foto Ansa il premier israeliano Benjamin Netanyahu) – Blitz Quotidiano

I diversi fronti di Israele e la consapevolezza della sua forza

Israele è attualmente impegnata in almeno sette fronti: Gaza, Cisgiordania, Hezbollah in Libano, gli Houthi in Yemen, le formazioni filo iraniane in Siria, gli jihadisti in Iraq e in altri paesi ed ora Teheran. Netanyahu ha da sempre dichiarato di voler vincere su tutti i fronti per “salvare Israele”. Su di lui pende tuttavia un mandato di cattura internazionale e i suoi consensi vacillano. Attaccare l’Iran è quindi anche una strategia per allontanare una sua possibile fine politica. 

C’è poi un problema di pressione sulle forze armate israeliane impegnate da quasi due anni a Gaza e sugli altri fronti. Malgrado la pressione però, Israele è riuscita a eliminare figure di spicco di Hamas e degli Hezbollah ed è riuscita a bloccare tutti i missili lanciati dall’Iran dall’aprile scorso grazie al suo “Iron Dome”. Questa forza, collegata anche alla certezza di poter contare sempre sull’appoggio militare degli Usa, ha convinto Netanyahu ad attaccare proprio ora.

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Blitz

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