La Bce taglia i tassi… eppure i mutui restano alti

  • Postato il 25 luglio 2025
  • Di Panorama
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La Bce taglia, ma famiglie e imprese non vedono gli effetti sui propri mutui, anzi. Nell’ultimo anno la Bce ha sforbiciato per 200 punti base (ieri lo stop, ma a settembre è attesa una nuova sforbiciata) e così i mutui sono cresciti di 10 miliardi (dati Fabi). Ma se all’inizio gli effetti si sono visti sui prestiti, a settembre qualcosa ha iniziato a incepparsi nella cinghia di trasmissione monetaria. I tassi medi applicati dalle banche sono tra il 3,6 e il 3.9%, oltre 1,5 punti percentuali in più rispetto ai tassi di riferimento della Bce (2%). Le banche negli ultimi mesi hanno smesso di trasferire sui cittadini i benefici del taglio del costo del denaro

Tassi Bce in calo, ma i mutui non seguono: cosa sta succedendo davvero

La Banca centrale europea ha tagliato il costo del denaro negli ultimi 12 mesi aprendo una fase espansiva che però non arriva come dovrebbe alle famiglie, mentre le banche mantengono margini più elevati in un mercato immobiliare che, pur mostrando segnali di ripresa, rimane poco accessibile per chi ha redditi normali. Quando la Bce ha iniziato a ridurre i tassi da giugno 2024, le banche italiane hanno inizialmente seguito la discesa, tagliando i tassi sui mutui dal 4,92% al 4% entro settembre. Poi, però, qualcosa si è bloccato. In sostanza, le banche hanno smesso di trasferire alla clientela i benefici della riduzione del costo del denaro. Secondo l’analisi di Fabi, le famiglie continuano così a pagare rate più alte anche quando la politica monetaria spingerebbe nella direzione opposta. Non è solo una questione di prudenza bancaria: le banche raccolgono liquidità a costi più bassi grazie ai tagli Bce, ma la domanda di mutui, pur in ripresa, non è esplosiva, riducendo la concorrenza tra gli istituti per accaparrarsi clienti abbassando i tassi. Il risultato è che la “cinghia di trasmissione” tra la Bce e i mutuatari finali si è allentata. Questo rallenta l’effetto della politica monetaria sull’economia reale e rischia di penalizzare le famiglie con redditi medi e bassi, soprattutto i giovani che cercano di comprare casa nelle città dove i prezzi continuano a crescere.

Mutui in ripresa, ma l’accesso al credito resta difficile per le famiglie

Nonostante i tassi più rigidi del previsto, il mercato dei mutui ha ricominciato a crescere. Dopo la frenata dovuta al picco dei tassi tra 2022 e inizio 2024, lo stock dei mutui alle famiglie è salito da 420,8 miliardi di euro di maggio 2024 a 431,5 miliardi a maggio 2025, segnando un incremento di oltre 10 miliardi in 12 mesi. È un segnale importante di inversione di tendenza che si accompagna a una crescita del credito al consumo (+4,4% in un anno), mentre i prestiti personali continuano a calare (-5,8% su base annua), confermando che le famiglie italiane scelgono con cautela quando e come indebitarsi. Tuttavia, l’accesso al credito resta difficile per molti. La prudenza delle famiglie si accompagna alla difficoltà di sostenere mutui a lungo termine in un contesto di precarietà occupazionale e crescita incerta, mentre i prezzi delle case, soprattutto nelle aree urbane, restano scollegati dalla capacità reddituale dei potenziali acquirenti. In questo scenario, i mutui tornano a crescere, ma le famiglie pagano più del dovuto, in un sistema che, per ora, trasforma la politica monetaria espansiva in un’occasione mancata per molti italiani.

Autore
Panorama

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