La Bce prepara l’avvento dell’euro digitale. La svolta di Firenze
- Postato il 30 ottobre 2025
- Economia
- Di Formiche
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                                                                            Quattro anni, anche scarsi. Tanto è il tempo che separa l’Europa dall’euro digitale, la risposta dell’Unione all’avanzata delle stablecoin. Come da previsioni della vigilia, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea, che ha in corso una due giorni di riunioni a Firenze, ha stabilito di avviare l’ultima fase sul progetto dell’euro digitale, quella di sviluppo, che segue la fase appena completata di preparazione. La svolta, però, arriverà solo nel 2029, anno in cui è prevista la prima emissione della nuova moneta.
“Sulla base del presupposto che i co-legislatori lo faranno nel corso del 2026, un progetto pilota e delle transazioni iniziali potrebbero avvenire attorno alla metà del 2027. L’intero Eurosistema (delle banche centrali, ndr) dovrebbe essere a quel punto pronto per una potenziale prima emissione dell’euro digitale durante il 2029″, si legge nel documento diffuso dall’Eurotower al termine del board. Originariamente l’intento della Bce era di avviare questa fase di sviluppo una volta che fosse stata approvata la legislazione a livello di Unione europea. Tuttavia, specialmente a livello di Parlamento, i lavori di esame di questo tema procedono più lentamente di quanto vorrebbe l’istituzione monetaria, peraltro il Consiglio (i governi) solo di recente ha affermato di voler procedere. E così ora la Bce decide di valicare il Rubicone.
Questo tenuto presente che la stessa Bce potrebbe risentire, come detto, anche di una certa pressione dovuta al moltiplicarsi di iniziative sulle stablecoin, che nella Ue si teme possano essere utilizzate anche come mezzo di pagamento, minando il ruolo e la sovranità pubblica sull’ambito monetario. Ora, la strategia di Bce e Commissione Ue è molto diversa da quella degli Usa, dove l’amministrazione Trump messo al bando le valute pubbliche digitali, temendo che possano essere usate come strumento di controllo sui cittadini, al punto da vietare alla Federal Reserve (la banca centrale) e alle altre agenzie federali di svilupparne delle versioni Usa. Washington punta invece sulle stablecoin in dollari, moneta virtuale ancorata al verdone ma non emessa dalla Banca centrale.
Tornando alla Bce, “l’euro, la nostra moneta condivisa, è un segno dell’unità europea in cui si ripone fiducia”, ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde citata nel comunicato. “Stiamo lavorando per rendere la sua forma più tangibile, il contante, adattata al futuro, ridisegnando i modernizzando le nostre banconote e preparando l’emissione dell’euro digitali”. In questa nuova fase la Bce si concentrerà su tre principali aree: preparazione tecnica, con lo sviluppo delle fondamenta infrastrutturali per l’euro digitale, impegno del mercato, collaborando con gli operatori che forniscono servizi di pagamenti, commercianti, imprese attive sul commercio e consumatori per definire un quadro di regole e, terzo, fornendo supporto tecnico al processo legislativo.
Il funzionamento dell’euro digitale sarà lineare per l’utente ma rivoluzionario nei meccanismi: un wallet digitale presso la banca o un ente pubblico, si fa strada l’ipotesi delle Poste come accesso istituzionale, con la possibilità di prelevare euro immateriali al posto delle banconote. Pagamenti istantanei, anche tra privati, transazioni garantite dalla Banca centrale, privacy in stile contante.
 
                         
                     
                            