La battaglia politica dietro ai successi di Sinner: i meloniani vogliono il bottino delle Atp Finals, Binaghi pronto allo scontro

  • Postato il 15 luglio 2025
  • Tennis
  • Di Il Fatto Quotidiano
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A Londra non c’era nessun esponente del governo ad assistere al primo, storico successo di un italiano a Wimbledon. Eppure mai come oggi la politica è interessata al tennis: non tanto alle imprese di Jannik Sinner sul campo, più a godersi fuori l’onda delle sue vittorie. Mentre Sinner trionfa sull’erba inglese, infatti, in Italia prosegue la battaglia per decidere chi gestirà le Atp Finals di Torino, autentica gallina dalle uova d’oro, che i meloniani vogliono sfilare dal controllo della Federazione.

La vicenda è nota: nell’ultimo Decreto Sport, il ministro Abodi ha approvato una norma che di fatto prevede l’occupazione politica dell’evento, fino a ieri condotto autonomamente dalla FederTennis; in futuro, è prevista la creazione di un nuovo Comitato a maggioranza istituzionale, e soprattutto la condivisione con la partecipata pubblica Sport e Salute della gestione di contratti e appalti, cioè dove girano i soldi di una macchina che muove decine di milioni ogni edizione.

La giustificazione ufficiale, non del tutto campata in area, è il contributo pubblico da circa 20 milioni l’anno di cui gode la manifestazione. Ma è chiaro che si tratta di un’invasione di campo. Il governo vuole sedersi al ricco tavolo delle Atp Finals, forse l’unico grande evento sportivo che funziona in Italia, il cui successo è direttamente proporzionale a quello di Sinner: non è un caso che l’ultima edizione, vinta da Jannik, ha battuto ogni record, che la biglietteria si impenni proprio in corrispondenza degli exploit dell’azzurro. Facile immaginare, dopo il trionfo a Wimbledon e visto il trend che si spera continui nei prossimi mesi, che anche l’edizione 2025 sia un successo straordinario. Di cui la politica vuole godere.

Binaghi ha già manifestato in privato (al ministro Abodi) e in pubblico (in audizione parlamentare) tutta la sua contrarietà: sperava di ammorbidire il decreto in fase di conversione ma fin qui non arrivano segnali incoraggianti. Il governo infatti non ha presentato emendamenti sulle Atp Finals (l’unica proposta del relatore è quella svelata dal Fatto sul commissario stadi e la destinazione di oltre mezzo miliardo per gli impianti che diventeranno “infrastrutture strategiche nazionali” ).

La norma vorrebbe ovviamente cambiarla l’opposizione. La proposta più articolata viene dal Pd (a firma dell’onorevole Mauro Berruto, ex ct della nazionale di volley, oggi responsabile Sport del partito), che lascerebbe alla Federazione la guida della Commissione tecnica di gestione (con 3 membri su 5), prevedendo al massimo una convenzione con Sport e Salute, e risolvendo il tema dei contributi pubblici con una più precisa ed efficace rendicontazione da parte della Fitp. Un intervento di buon senso, che infatti non sarà bocciato. Un assist più concreto alla FederTennis potrebbe invece venire da Forza Italia, che pure ha presentato un emendamento sulle Atp: propone di vincolare la costituzione della Commissione tecnica di gestione all’erogazione dei contributi pubblici. Che è appunto ciò che chiede Binaghi, pronto anche a rinunciare ai soldi pur di mantenere il pieno controllo dell’evento (e del resto non si capisce bene perché lo Stato debba pagare, visto che l’evento è in attivo e la FederTennis ci fa un utile di diversi milioni l’anno).

L’emendamento è firmato dall’onorevole Raffaele Nevi (per intenderci, lo stesso che presentò la norma salva presidenti federali), uno dei fedelissimi del capogruppo Paolo Barelli, amico di Binaghi a cui aveva promesso una mano sul decreto. Non è riuscito a farlo saltare in Consiglio dei ministri (dove in realtà nessuno ha detto una parola per difendere la FederTennis), prova adesso a smussarlo. È chiaro che un emendamento presentato da un partito di maggioranza ha qualche chance in più rispetto alle proposte dell’opposizione. Il governo, però, – cioè il ministro Abodi, e Fratelli d’Italia: questa è una norma voluta dai meloniani per i meloniani – non sembra intenzionato a scendere a compromessi. Se anche l’emendamento di Forza Italia verrà bocciato, a quel punto Binaghi è pronto allo scontro frontale forte anche dell’appoggio dell’Atp (che come anticipato dal Fatto ha già inviato una lettera in Italia). Più Sinner vince, più è ricca la posta in palio.

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Il Fatto Quotidiano

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