La battaglia persa della privacy on line
- Postato il 19 agosto 2025
- Di Panorama
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Prima premessa. I servizi segreti spiano. Lo fanno da secoli e non esiste una buona ragione per cui debbano smettere visto che da sempre chi ha più informazioni si trova in una posizione di vantaggio. Seconda premessa. Le logiche profonde con cui è stata concepita Internet imponevano la decentralizzazione (assenza di un punto di controllo unico) e la garanzia della disponibilità, ma nulla che tutela la riservatezza delle informazioni (se fossi stato connesso avresti avuto libero accesso ai contenuti). Conclusione. I governi di mezzo mondo lamentano l’uso sistematico della rete per attività di spionaggio. Per citare i casi più recenti, la Cina chiede garanzie di sicurezza a Nvidia, principale produttore USA di processori per l’IA; dopo che è stata ventilata l’ipotesi del governo statunitense di dotare tutti i chip esportati di funzioni di tracciamento e localizzazione.
Secondo un report di Microsoft il Servizio Federale per la Sicurezza della Russia, noto anche come FSB conduce da febbraio 2025 attività di spionaggio informatico a livello di provider Internet ai danni delle ambasciate straniere in territorio russo. Stando alle analisi del Center for Internet Security, un’organizzazione no-profit che si occupa di sicurezza della rete, più di 90 enti governativi statali e locali sono stati spiati sfruttando la vulnerabilità recentemente rivelata nel software SharePoint di Microsoft, che ha attribuito la responsabilità a organizzazioni appoggiate dal governo cinese. Mi fermo a questo anche se l’elenco potrebbe essere infinitamente più lungo.
A questo punto ci sono due riflessioni. La prima. Se un secolo fa spiare era un’attività molto costosa per cui si dovevano impiegare migliaia di persone in tutto il mondo, oggi con poche decine di professionisti molto competenti si ottiene un risultato di gran lunga migliore, quindi lo spionaggio non soltanto ha scalato a livello industriale, ma si è anche democratizzato: chiunque può farlo. La seconda. Proprio perché acquisire le informazioni è tanto economico possiamo dichiarare la battaglia per la privacy definitivamente perduta anche a livello di singolo cittadino. Badate bene che intendo la privacy nel senso del “someone’s right to keep their personal matters and relationships secret” (il diritto di chiunque di mantenere le proprie questioni e relazione personali segrete) o anche: “the state of being alone” (la condizione di essere da soli).
Quel diritto tutelato da Costituzioni e più in dettaglio leggi e disposizioni che regolamentano rigorosamente attività come le intercettazioni telefoniche e ambientali, i pedinamenti e via dicendo. Al contrario i singoli possono insistere su un altro diritto quello alla protezione dei propri dati personali, cioè quell’insieme di tutele che arrivano dopo che l’individuo ha rinunciato più o meno volontariamente alla sua privacy. Banalmente si tratta di lottare per evitare che tali dati siano utilizzati per danneggiare o disturbare la vita delle persone. In altre parole, la battaglia che si può combattere riguarda solo ed esclusivamente il “come” sono usate le informazioni e non il “chi” le conosce.