La Basilicata riabbraccia Francesco D’Onofrio, il suo eroe
- Postato il 2 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
La Basilicata riabbraccia Francesco D’Onofrio, il suo eroe
SANT’ARCANGELO (POTENZA) – Francesco D’Onofrio è un poliziotto eroe che ha rischiato la propria vita per salvarne tante altre: ma, nonostante rifiuti questo appellativo, ieri sera, al ritorno a casa dopo quasi un mese di ricovero, l’accoglienza nella sua Sant’Arcangelo è stata quella che si deve a chi ha dimostrato grande coraggio e altruismo che non può, né deve, essere dato per scontato semplicemente in quanto indossa la divisa. Per fortuna, l’intera comunità del Comune della Val d’Agri non la pensa così ed ha giustamente osannato questo figlio della loro stessa terra per quanto di straordinario è stato capace di fare nell’inferno del distributore del Prenestino.
Tra l’altro, non dimentichiamolo, parliamo di una ragazzo di appena 30 anni, con ancora una vita davanti a sé che però ha rischiato di essere stroncata per evitare quella che sarebbe potuta essere una vera e propria strage anche di bambini. «Per fortuna mi sento meglio, qualche dolore ancora c’è ma il peggio è alle spalle», ci ha detto l’agente lucano che mancava da casa da 4 mesi. «Questa accoglienza sicuramente è davvero bella – ci ha detto ancora Francesco – ma ribadisco come noi non ci sentiamo degli eroi, facciamo semplicemente il nostro lavoro, che ci ha fatto trovare in quella particolare circostanza».
Tuttavia, la mente corre ancora a quei drammatici attimi: alle due esplosioni ed alle donne, agli uomini e bambini che non ci hanno rimesso la pelle unicamente grazie alla prontezza di Francesco D’Onofrio e del vice ispettore Neri. «Naturalmente, siamo consapevoli di aver compiuto un intervento particolare. Non da tutti i giorni. Diciamo che siamo stati anche fortunati poiché in quei contesti si è impotenti, e questo vale anche per persone preparate come siamo noi per la semplice ragione che non si possono prevedere situazioni simili. Diciamo che da parte nostra c’è quell’istinto ad agire in una determinata maniera ed in precisi contesti, che magari altri non hanno». E già, l’istinto di soccorrere chi è in difficoltà non è da tutti e nei corpi di Polizia viene allenato ed è proprio quanto hanno dimostrato sia lui che Neri, che presentano ancora gravi ustioni sul corpo e si stanno riprendendo dopo due interventi di chirurgia plastica.
Intanto, emergono nuovi sviluppi sulle cause delle deflagrazioni poiché, accanto all’errore umano che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dell’autista dell’autocisterna esplosa, per l’ipotesi di omicidio colposo, la Procura di Roma starebbe valutando anche un malfunzionamento dei bocchettoni del mezzo collegati alla valvola e al tubo. In sostanza, secondo quanto riportato dal “Messaggero”, se quei fori che hanno permesso al gpl di essere incanalato nel tubo, si fossero chiusi automaticamente al momento dello strappo, la fuoriuscita di gas sarebbe stata molto più contenuta. Per cui, nell’aria si sarebbe disperso il gpl che stava scorrendo nel tubo di scarico ma non quello contenuto nell’autocisterna come invece è accaduto. Su questo sono ancora in corso gli accertamenti, ma in base ai primi riscontri tecnici l’autocisterna potrebbe aver avuto un problema. Se questa pista portasse a risultati concreti, potrebbero esserci nuovi indagati.
Il Quotidiano del Sud.
La Basilicata riabbraccia Francesco D’Onofrio, il suo eroe