Koopmeiners e la vittoria: cosa ha detto la prima Juventus di Spalletti

  • Postato il 1 novembre 2025
  • Di Panorama
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La prima di Luciano Spalletti sulla panchina della Juventus va in archivio con una vittoria importante, sia per il morale che per la classifica. La Cremonese di Nicola non aveva mai perso in casa e si era segnalata come ammazzagrandi, togliendo punti pesanti a Milan e Atalanta, e nei momenti in cui ha potuto ha anche provato a mettere paura ai bianconeri. Dunque, bilancio positivo nella notte del debutto e siccome Comolli aveva spiegato di aver perso il sonno per prestazioni e risultati dell’ultimo Tudor ne discende che abbia ritrovato serenità avendo incassato in due partite la posta piena.

L’altra annotazione è che, nonostante il pochissimo tempo a disposizione, l’ex ct imbarcato a metà settimana dopo il licenziamento del predecessore ha cominciato a mettere qualcosa di suo dentro la Juventus. Non era scontato, ma dimostra come Spalletti abbia cominciato in fretta a studiare a fondo la squadra che gli è stata messa in mano e che, per sua stessa ammissione, deve puntare a giocarsi lo scudetto per evitare di rassegnarsi alla mediocrità.

Spalletti, Koopmeiners in difesa la novità della sua prima Juventus

La Juve di Cremona, insomma, è stata davvero la prima Juve di Spalletti e non l’ultima di Tudor o una specie di via di mezzo. Penalizzata dall’assenza di Yildiz, è stata disegnata con un paio di novità tattiche sui cui è facile pensare che il nuovo allenatore lavorerà nelle prossime settimane. Quella più visibile è stato l’arretramento di Teun Koopmeiners nel terzetto di difesa, braccetto sinistro, con licenza di toccare molti palloni e di aiutare nell’uscita di qualità del pallone: l’olandese triste ha risposto bene allo stimolo anche se andrà pesato in occasioni più difficili nella fase difensiva perché dalla sua parte la Cremonese non si è quasi vista.

Se uno degli obiettivi è ritrovare Koop, però, il segnale lanciato nella sera del debutto è chiaro: si farà tutto il possibile. Ai più attenti non sarà sfuggito che la zona di campo è molto simile di quella calpestata nell’AZ Alkmaar nelle prime stagioni della carriera, poi proseguita in Italia con un ruolo più offensivo.

Vlahovic con un’altra punta: la svolta di Spalletti

L’altro messaggio va ricercato in attacco dove Vlahovic, titolare così come è logico che sia essendo il più forte e in forma del reparto (le questioni contrattuali devono restare tali e non influenzare le scelte tecniche) è stato affiancato per oltre un’ora da un’altra punta: Openda. Che continua a litigare con il gol, ma che è stata quella sponda che tante volte Vlahovic ha chiesto inutilmente ad Allegri, Thiago Motta e Tudor.

Il resto lo ha fatto una certa voglia di fare bella figura e mettersi alle spalle la pareggite che già aveva animato l’interregno di Brambilla contro l’Udinese. L’affanno finale conferma che ci sarà da fare un lungo lavoro per aggiustare le cose definitivamente. Per Tudor deve essere stata una sofferenza vedere i suoi giocatori cambiare passo in sua assenza. Per Comolli e i vertici della Juventus, invece, la conferma di aver fatto bene a tagliare subito il cordone con il croato. La stagione è lunga, servono controprove più impegnative, ma la notte di Cremona ha restituito al calcio italiano un Luciano Spalletti in grande forma.

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Panorama

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