Kommos Beach, dove l’archeologia incontra il mare

A sud di Creta, là dove la sabbia scotta e il vento di Libia (e anche il Meltemi) soffia senza tregua, prende vita Kommos Beach. No, non è solo una distesa infinita di dune dorate, perché alle sue spalle, semi-sepolto e silenzioso, giace l’antico porto minoico che serviva Festo: magazzini, templi e resti di mura che hanno visto passare merci, culti e navi cariche di storie.

È una delle poche spiagge al mondo in cui si può stendere l’asciugamano e avere dietro di sé (o davanti agli occhi, girandosi) tremila anni di civiltà.

Dove si trova e come arrivare a Kommos Beach

Kommos Beach si trova sulla costa sud di Creta, poco più a nord di Matala e a una ventina di minuti in auto dal sito archeologico di Festo. È un punto abbastanza isolato, con sabbia fine, mare aperto e il profilo delle colline a fare da cornice.

Per arrivarci conviene avere un’auto a noleggio. Da Heraklion ci vuole circa 1 ora e mezza (65 km), percorrendo la strada verso sud fino a Mires e poi scendendo verso Kalamaki o Pitsidia. L’ingresso principale alla spiaggia è vicino a Kalamaki, ma ci sono anche accessi più selvaggi arrivando da Pitsidia.

I bus pubblici esistono, ma i collegamenti non sono frequenti in ogni stagione. Ciò vuol dire che se l’intenzione è fermarsi più giorni, è meglio organizzarsi con una macchina.

Caratteristiche della spiaggia e cosa fare

Le spiagge di Creta sono (quasi) tutte un sogno a occhi aperti, ma senza ombra di dubbio Kommos Beach ha ben più di una marcia in più: è una delle spiagge sabbiose più lunghe della costa sud dell’isola. Il suo arenile si estende per circa 2,5 chilometri, con sabbia dorata e dune che arretrano verso l’interno.

L’esposizione a sud, però, significa mare aperto, spesso agitato, e venti forti che arrivano dritti dalla Libia (e non solo), mentre il paesaggio resta abbastanza intatto, con solo pochi punti attrezzati vicino a Kalamaki e zone completamente selvagge più a nord, proprio davanti all’area archeologica.

Dal punto di vista geologico, la spiaggia si inserisce in una costa di origine sedimentaria, con sabbia fine formata dall’erosione delle rocce circostanti e accumulata dalle correnti del Mar Libico. Alle estremità affiorano tratti rocciosi e piccole scogliere, ma la maggior parte è una distesa sabbiosa senza interruzioni.

Oltre al nuoto nei tratti più riparati dove l’acqua è trasparente e limpida (attenzione a quando soffia vento, che il mare diventa subito profondo e mosso), qua si può fare un po’ di snorkeling, ma anche passeggiate lungo la spiaggia e, se si è fortunati, avvistare le tartarughe Carretta carretta che vengono a deporre le loro uova.

L’area archeologica di Kommos

Dietro la spiaggia non ci sono solo dune e colline, perché a emergere sono anche le tracce di uno dei porti più importanti della Creta minoica. Kommos era lo sbocco marittimo della potente città di Festo, e dal XVII secolo a.C. in poi qui attraccavano navi cariche di ceramiche, metalli, olio e vino dirette in Egitto e nel Mediterraneo orientale. Gli scavi hanno portato alla luce enormi magazzini (alcuni dei più grandi dell’epoca minoica), un complesso templare con altari all’aperto e perfino resti di banchine portuali.

Oggi l’area archeologica è recintata e visitabile solo in determinati periodi (non sempre è aperta), ma anche da fuori si scorgono le strutture principali. La particolarità di Kommos è proprio questa: ci si può stendere al sole, alzare lo sguardo e trovarsi davanti non un chiosco da spiaggia, ma i resti di un porto di tremila anni fa.

Autore
SiViaggia.it

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