Juventus, tanti clan e nessun leader: l’ultimo è andato via, dai Del Piero e i Chiellini a oggi che differenza
- Postato il 3 marzo 2025
- Di Virgilio.it
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C’erano una volta i Del Piero e i Chiellini. E per non andare neppure troppo a ritroso nel tempo i Danilo, scaricato da club e allenatore ben prima dell’addio a gennaio, e gli Szczesny. Chi sono oggi i leader della Juventus? La differenza col passato è palese: mancano personalità ed esperienza ad alti livelli. Difetti acuiti dalle frizioni del gruppo con Motta che si riflettono inevitabilmente anche sul campo, originando figuracce come quella col Psv in Champions o in Coppa Italia con l’Empoli.
- Juventus, cercasi leader disperatamente: lo scenario
- Tanti gruppetti, ma manca un punto di riferimento
- Un leader c'era, ma è stato silurato ben prima di gennaio
Juventus, cercasi leader disperatamente: lo scenario
Ne parla La Gazzetta dello Sport, che sottolinea come la Juventus abbia storicamente avuto uno zoccolo duro italiano nello spogliatoio. Dal mito Alex Del Piero alla BBC (Barzagli, Bonucci e Chiellini) più Buffon. In tal senso, la rivoluzione estiva di Giuntoli si è basata anche su un ritorno al passato.
Ora c’è di nuovo un piccolo gruppo azzurro che si sta facendo largo e che punta a conquistare Spalletti in chiave Nazionale. Ci riferiamo a Di Gregorio, Gatti, Locatelli, Savona e Cambiaso: di questi , solo l’esterno ex Genoa e Bologna finito nel mirino del Manchester City fa stabilmente parte delle convocazioni del ct.
Tanti gruppetti, ma manca un punto di riferimento
Sono almeno tre i gruppetti che si sono formati. A quello già sopracitato italiano, cui si è aggregato Vlahovic, si è aggiunto quello francese con Weah, Kalulu, Thuram e l’ultimo arrivato Kolo Muani. Infine, i giovani, promossi in prima squadra dopo l’esperienza in Next Gen.
Secondo quanto riferito dalla Rosea, non hanno invece trovato ancora una dimensioni gli altri innesti estivi come Koopmeiners e Nico Gonzalez, tra i più contestati dal pubblico. Guai, però, a fraintendere. La mancanza di un punto di riferimento o più punti di riferimenti non significa che esistano rivalità o malumori tra i diversi ‘clan’. E lo ha ricordato anche Perin dopo la disfatta con l’Empoli: “Qui non ci sono figli di pu…”.
Un leader c’era, ma è stato silurato ben prima di gennaio
La scorsa stagione la Juventus era guidata da leader stranieri. Tre nomi su tutti: Danilo, Szczesny e Rabiot. Reputati fedelissimi di Max Allegri, oggi non fanno più parte del progetto griffato Giuntoli-Motta. Se il polacco e il francese hanno salutato in estate, il brasiliano – ex capitano – è rimasto fino a gennaio, anche se impiegato pochissimo e soltanto per necessità, finendo per essere messo ai margini dall’allenatore ex Bologna.
L’esperienza dell’ex Real e City avrebbe potuto contribuire a forgiare un gruppo a caccia di nuove stelle polari e privo di calciatori dal curriculum prestigioso. Invece, si è deciso di anticiparne l’addio che era previsto a giugno, ossia alla naturale scadenza del contratto. Inoltre non ha certo aiutato la gestione della rosa spesso cervellotica da parte di Motta. Dalla fascia di capitano ballerina all’utilizzo di calciatori fuori ruolo oppure messi all’improvviso in disparte: così la tensione è salita alle stelle, come certificato dalle scintille con Locatelli post Psv.