Juventus, scoppia il caso Yildiz ma stavolta non c’entra il rinnovo: la polemica con la Turchia e Montella, il motivo

  • Postato il 20 novembre 2025
  • Di Virgilio.it
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La pausa nazionali si è trasformata in un terreno minato per Juventus e Inter, ma soprattutto per la Federazione turca, finita nel mirino per le scelte legate ai suoi due giocatori di punta. Yildiz ha giocato la prima gara contro la Bulgaria, ma è rimasto in panchina nella sfida contro la Spagna, che ormai aveva il sapore di amichevole, vista la quasi impossibilità di agguantare il primo posto del girone per andare direttamente al Mondiale. Al contrario, Calhanoglu ha lasciato il ritiro in anticipo per recuperare dal problema al polso, rientrando a Milano senza particolari polemiche e puntando subito il derby contro il Milan. Due pesi e due misure? La discussione è aperta, e in Italia il caso è già esploso.

Yildiz-Calhanoglu e la differente gestione della Turchia

Il talento della Juventus ha disputato regolarmente la prima partita, mostrando sprazzi della sua qualità e confermando di essere ormai una pedina centrale nel progetto tecnico della Turchia. Poi nella sfida successiva contro la Spagna, il 10 della Juve è rimasto a guardare per tutti i 90 minuti. Una mano che Montella ha voluto magari tendere a Spalletti per non affaticare il gioiello bianconero, ma non tutti i tifosi la pensano così.

La scelta ha sollevato interrogativi non solo dal punto di vista tecnico, ma soprattutto gestionale. Perché trattenere un giocatore in ritiro se poi non lo si impiega, a maggior ragione quando altri – come Calhanoglu (seppur con un problema al polso) – vengono autorizzati al rientro anticipato? Un contrasto evidente che ha dato fiato alle accuse di “doppio trattamento”, alimentando la percezione che la Federazione turca non abbia adottato criteri uniformi nei confronti dei suoi giocatori, con Juventus e Inter coinvolte in modo molto diverso.

Yildiz è blindato, nessuna fretta ma tanti riflettori

Sul piano contrattuale, la Juventus può dormire sonni relativamente tranquilli. Il numero 10 turco è legato ai bianconeri fino al 2029, un orizzonte lungo che mette il club al riparo da pressioni immediate. Nonostante questo, l’eco delle voci – spesso gonfiate – sul suo futuro continua a crescere insieme alla sua visibilità internazionale.

Le pretendenti non mancano (come il Real Madrid), inevitabile per un giocatore che sta accendendo i fari dell’Europa su di sé. Ma parlare di “caso” rinnovo, oggi, è forzato: il contratto è solido e la Juventus ha tutto il tempo per valutare tempi e modi per un eventuale adeguamento. Certo, il rischio da evitare è che si possano creare frizioni legate allo stipendio, per ora di 1.5 milioni di euro e non di certo corrispondente al valore che sta dimostrando.

Adeguamento e clima sereno: Chiellini invita alla calma

Il procuratore di Yildiz potrebbe chiedere un adeguamento che rispecchi il nuovo status tecnico ed economico del giocatore, ma anche in questo caso la situazione non è considerata allarmante. A Torino regna la volontà di proseguire insieme e di farlo nella massima serenità. Lo ha spiegato nettamente Giorgio Chiellini al Social Football Summit, tracciando la linea societaria: “Ci manca un ultimo pezzo, il direttore sportivo. Quando ci sarà, avremo una struttura completa. Rinnovo Yildiz? Calma. C’è la volontà da parte di tutti: con equilibrio e tranquillità si fa tutto”. Un messaggio chiaro: niente fughe in avanti, niente panico. Solo programmazione e fiducia reciproca. Il vero nodo, almeno per ora, resta la gestione in Nazionale, dove le scelte di Montella hanno aperto un caso che a Torino non è passato inosservato.

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