Jovanotti: “Il corpo umano” è un album di rinascita

  • Postato il 2 febbraio 2025
  • Di Panorama
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Jovanotti: “Il corpo umano” è un album di rinascita



«Il mio album si chiama “Il Corpo Umano” non solo perché è stato il mio personale campo di indagine e di battaglia dell’ultimo anno e mezzo, ma soprattutto perché il mio viaggio mi ha aperto panorami nuovi rispetto a questo argomento inesauribile». Parola di Jovanotti, che, nonostante il nome giovanilistico, ha quasi quarant’anni di carriera (iniziata nel lontano 1987), durante i quali ha pubblicato sedici album in studio. La trasversalità del pubblico dei suoi concerti, che va dall’adolescente con la fascetta di Jova al cinquantenne in completo blu, anche se non mancano bambini entusiasti e nonni che si divertivano come e più dei loro nipoti, è il diretto riflesso della sua trasversalità musicale: dai brani che pompano bassi e tastiere elettroniche tipicamente EDM alle romantiche ballad, dalle sonorità latinoamericane ai ritmi sincopati dell’hip hop, dal funky alla James Brown fino all’electropop anni Ottanta.

Jovanotti ha fatto dell’eclettismo e dell'energia i topoi della sua carriera, un vitalismo che, tra alti(molti) e bassi(pochi), ha sempre attraversato e guidato la sua discografia. Un’onda energetica, apparentemente inesauribile, che si è interrotta bruscamente nel luglio del 2023, a Santo Domingo, quando una rovinosa caduta in bici gli ha procurato la frattura del bacino e della clavicola. Due operazioni, un batterio che ha aggredito il suo femore, accorciando una gamba di 4 centimetri, il rischio di morire di setticemia, una lunghissima riabilitazione in cui ha dovuto letteralmente reimparare a camminare, la lenta risalita, culminata oggi con un nuovo album e un nuovo tour nei palazzetti italiani, che prenderà il via il 4 marzo da Pesaro. Per questo Il corpo umano vol.1 (titolo che fa già presagire un secondo volume) è un album di rinascita, di ripartenza, di speranza, attraversato dall’amore per le persone che gli sono sempre state accanto, ma anche dall’inquietudine, dalla malinconia e dalla dolorosa accettazione del tempo che passa inesorabilmente. Disponibile nei formati streaming, doppio vinile giallo autografato e numerato, doppio vinile rosso (in esclusiva su Amazon), CD autografato e numerato, il nuovo progetto di Jovanotti colpisce fin dalla copertina, realizzata da Lorenzo stesso insieme a Sergio Pappalettera di Studio Prodesign, ispirata al gioco da tavolo cult degli anni Ottanta dell’«Allegro chirurgo».

Sulla nascita di questo progetto, Lorenzo racconta: «Il titolo è nato prima delle canzoni, sono entrato in studio a realizzare i pezzi quando ho avuto il titolo e subito dopo l’idea della copertina dell’album. In pratica ho iniziato a costruire questo “edificio” partendo dal tetto». Il viaggio è sempre al centro della narrazione di Lorenzo, un eterno movimento sia fisico che (soprattutto) interiore attraverso una terra di mezzo in cui vengono via via meno i punti fermi e in cui la scoperta di nuovi paesaggi è solo una breve pausa prima di avventurarsi verso nuovi orizzonti. La scintilla creativa per le 15 canzoni de Il corpo umano vol.1 è nata dai testi, per poi trovare, in una fase successiva, il giusto abito sonoro: «Ho cominciato a scrivere testi di canzoni romantiche. La mia vita era immersa nell'amore di una donna, di una figlia, degli amici che mi davano coraggio», ha sottolineato Jovanotti. Per dare un abito “sartoriale” a ciascuna canzone, Lorenzo ha chiamato Dardust (con cui aveva già collaborato per il singolo Nuova Era), che firma con Lorenzo la musica e la produzione dei brani Montecristo, Fuorionda, Un mondo a parte, Le foglie di te, Universo, La grande emozione, Il corpo umano, tra i più interessanti, dal punto di vista musicale, per le commistioni tra strumenti tradizionali ed elettronica. L’album segna anche il ritorno in console di Michele Canova che, dopo aver prodotto i fortunatissimi album Buon sangue, Ora, Safari e Lorenzo 2015 cc, ha dato il suo sapiente tocco alle canzoni La mia gente, Lo scimpanzé, Celentano e Grande da far paura (quest’ultima impreziosita dagli archi avvolgenti di Davide Rossi). Due conferme e una new entry, quella di Federico Nardelli (Ligabue, Gazelle) che ha prodotto Senza se e senza ma e soprattutto 101, uno dei brani più riusciti dell’album, sia per il sound coinvolgente, tra echi mediterranei, Northern Soul anni Sessanta e rap, che per il testo, quasi il manifesto della rinascita di Lorenzo dopo l’incidente in bici: «Pare che sia normale /Ma di normale qui non c’è nessuno/Se cado 100 volte /Mi rialzo 101». Il corpo umano vol.1 è stato anticipato nei mesi scorsi dai riusciti singoli Montecristo e Fuorionda: il primo, ispirato al celebre romanzo di Alexandre Dumas, è un reggaeton introspettivo e malinconico, che lancia un messaggio di autenticità: «Diventa quello che sei /Non come vogliono loro».

Fuorionda è un brano tipicamente “dardustiano” nel travolgente sound electropop, mentre il testo, come molti nella discografia di Lorenzo, parte da un fatto personale, l’incidente in bici, per abbracciare temi universali, come quello delle guerre in varie parti del mondo. Un curioso (e riuscito) esperimento tra sirtaki greco e big beat inglese alla Chemical Brothers è la title track Il corpo umano, un'ode festosa alle varie parti del nostro organismo e all’uso che possiamo farne, collocata in fondo all’album come gran finale, tutto da ballare: dal vivo potrebbe essere uno dei momenti più coinvolgenti del prossimo tour nei palasport. Nell’album, oltre ai brani ritmati, troviamo diverse ballad, tra cui spicca la romantica Un mondo a parte, che ha le potenzialità per diventare la nuova A te e che già ci immaginiamo in concerto accompagnata dalle torce dei cellulari nel buio e dal coro del pubblico femminile. Un altro brano che ha forte potenzialità live è Innamorati e liberi, un brano mid tempo, tra pop-rock e soul-gospel, che ha un coro gioioso e dalla forte cantabilità, in stile Bella e Un raggio di sole per te.

Al nuovo album non ha partecipato Rick Rubin, ma i brani Senza se e senza ma, L’aeroplano e La grande emozione si collocano in perfetta continuità con alcune ballad scarne, dirette ed essenziali di Oh,vita, a cui ha lavorato il grande produttore americano nel 2017. In esso trovavamo anche un brano rap (la title track Oh,vita), un genere che Lorenzo ha contribuito a diffondere alla fine degli anni Ottanta su Deejay Television e al quale è tornato anche nel 2025 con Celentano, un inno di orgoglio nazionalpopolare con il quale il cantautore, nei suoi viaggi nelle zone più recondite del mondo, racconta di essere associato automaticamente, in quanto italiano, al Cavallino Rosso e alla voce di Azzurro: «Mi gridavano italiano ohoh / Ferrari Celentano ohoh». La fascinazione di Jovanotti per le ritmiche reggaeton e per il baile funk è evidente nei brani Universo, Le foglie di te e Lo scimpanzè, con il primo che ha la sensualità di alcuni singoli multiplatino di Bad Bunny, mentre Lo scimpanzè racconta le contraddizioni, i conflitti e le tensioni che attraversano la società contemporanea. La mia gente è un coinvolgente brano pop-rock che invita al viaggio e alla libertà interiore, mentre nella dolorosa Grande da far paura, una canzone quasi solo voce e archi, Jovanotti fa i conti con una crisi personale e di ispirazione giunta dopo quasi 40 anni di carriera e con la carta di identità che si avvicina ai 60 anni. Il brano, tra i più sinceri e autobiografici della sua intera carriera, esemplifica in sé l’intero messaggio dell’album e lancia anche un prezioso messaggio di speranza agli ascoltatori: «Non è sempre primavera /Osserva la natura/ E credi in un amore immenso/Grande da far paura/Vivi la tua avventura/Respira/Vivi la tua avventura».

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Panorama

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