Jeff Bezos, mister Amazon sfida Elon Musk nello spazio: i segreti della "guerra stellare"

  • Postato il 14 gennaio 2025
  • Di Libero Quotidiano
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Jeff Bezos, mister Amazon sfida Elon Musk nello spazio: i segreti della "guerra stellare"

Più tristi di Jeff Bezos ieri mattina, quando il razzo New Glenn è rimasto fermo sulla rampa di lancio, a Cape Canaveral, erano due bambini che contavano di vederlo decollare prima di andare a scuola. Erano tra gli spettatori della diretta streaming, su YouTube: il conto alla rovescia è cominciato prima delle 7, ora italiana. È slittato per oltre due ore, a causa di non meglio specificate «anomalie», finché non si è esaurita la finestra di lancio. E Blue Origin, la compagnia missilistica che il fondatore di Amazon ha avviato un quarto di secolo fa, ha comunicato su X di aver riscontrato «un problema al sottosistema del veicolo». Non è stata comunicata una data per il prossimo tentativo.

New Glenn, così chiamato in onore di John Glenn, il primo americano a orbitare intorno alla Terra, è un razzo di 98 metri di altezza. Come Falcon 9 e Falcon Heavy di SpaceX, ha un primo stadio riutilizzabile ma è in grado di trasportare nell'orbita bassa materiali di dimensioni maggiori (veicoli spaziali, satelliti, pezzi di stazione spaziale, per un massimo di 45 tonnellate) rispetto ad altri razzi in funzione oggi. Inoltre, il primo stadio di New Glenn è alimentato a metano liquido, il secondo a idrogeno liquido, un carburante potente e difficile da utilizzare. I Falcon 9 vanno invece con il meno performante, e più inquinante, cherosene. Il paragone, ha dichiarato all'Afp William Anderson, professore di astronautica alla Purdue University, è tra «una Ferrari e una Volkswagen». Quello con la Volkswagen, intanto, pensa al suo, di razzo: domani, dalla base di Boca Chica, Texas, è previsto il settimo lancio dello Starship. Alto 122 metri, ha lo scopo ultimo di portare gli umani su Marte, utilizza propulsori a metano, sia il primo che il secondo stadio saranno riutilizzabili.

 

 

 

Nate a due anni di distanza, le aziende, Blue Origin nel 2000 e SpaceX nel 2002, non potrebbero essere più diverse, dalle intenzioni alle tecniche fino ai risultati. Musk vuole portare l'umanità su Marte, perché prima o poi un cataclisma colpirà la Terra. Bezos vuole portare «milioni di persone a vivere e lavorare nello spazio» per salvare il pianeta. Il sogno è costruire enormi stazioni spaziali vicine all'orbita terrestre, per consentire alle persone di fare i pendolari. SpaceX procede a tentativi, fallimenti, successi; Blue Origin punta(va) al “buona la prima”. SpaceX ha prodotto Falcon9, il fratello più possente Falcon Heavy, la navicella spaziale Dragon, la costellazione di satelliti Starlink e i primi prototipi di Starship. I suoi razzi riutilizzabili hanno rivoluzionato l'industria spaziale e hanno volato più di 400 volte. Blue Origin ha tecnologie all'avanguardia (New Glenn, un lander lunare e una stazione spaziale) ma ha concluso solo New Shepard, il razzo suborbitale utilizzato per portare ricchissimi turisti (dal 2021 ad oggi una cinquantina) a 100 chilometri di altezza.

La sfida ora passerà anche da Washington. Elon siede alla destra di Trump e, che sia per soldi o meno, i due si piacciono (un giornalista chiese al tycoon perché Musk gli piacesse tanto, la risposta fu: «Io piaccio a lui»). Bezos ha seminato qualcosa, ma ha dovuto prima bonificare un terreno paludoso. Amazon ha donato un milione di dollari al fondo per l'insediamento di Trump e trasmetterà l'evento in streaming sul suo servizio Prime Video. Si è detto «ottimista» per il secondo mandato, il cui piano di riduzione degli oneri normativi sulle aziende potrebbe avere «buone possibilità di successo». E dopo la vittoria si è congratulato per «una straordinaria rimonta politica», augurando al presidente «successo nel guidare e unire l'America». A pochi giorni dalle elezioni, il suo quotidiano, il Washington Post, ha annunciato che non avrebbe appoggiato un candidato per la prima volta dopo decenni.

 

 

 

La palude risale al 2016, quando l'imprenditore fece scrivere sotto la testata del giornale che «la democrazia muore nelle tenebre» e venne creata una pagina aggiornata con le oltre 30mila bugie dette dal presidente. Trump cominciò a storpiare Bezos in Bozo, il nome del clown più famoso degli Usa, e Musk soprannominò Blue Origin Sue Origin (il gioco di parole – sue significa “fare causa” – è legato alla causa aperta dalla società nel 2021 contro il governo a seguito della decisione della Nasa di assegnare un contratto a SpaceX invece che all'azienda di Bezos). Per non sbagliare, il secondo uomo più ricco del mondo ora cerca di tenersi buono anche Musk: SpaceX è un «ottimo concorrente», ha detto, ed è certo che Elon «non userà il suo potere politico per avvantaggiare le sue aziende o per svantaggiare i suoi concorrenti». Tutto, pur di passare dal pollice verso alla grazia. Quattro anni saranno lunghi e bisogna pur campare.

 

 

 

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Libero Quotidiano

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